Obama Obama!…un’occasione perduta?

(a proposito di Ground Zero e la moschea) Obama, Obama…a che cosa è valso essere giovani e di pelle nera se nemmeno ci si prospetta una utilizzazione del potere inedita, del tutto fuori dagli schemi della realtà della quale il mondo è schiavo? Di quale realtà sto parlando?!Quella del dominio della ricchezza a detrimento dei […]

(a proposito di Ground Zero e la moschea)

Obama, Obama…a che cosa è valso essere giovani e di pelle nera se nemmeno ci si prospetta una utilizzazione del potere inedita, del tutto fuori dagli schemi della realtà della quale il mondo è schiavo?
Di quale realtà sto parlando?!Quella del dominio della ricchezza a detrimento dei sentimenti e dei diritti dei non ricchi, quella dell’indiscriminato prevalere delle regole di mercato ovunque anche se a volte a profonda mortificazione di ragioni che pescano nel profondo della coscienza, ragioni che ci coinvolgono nella ricerca della salute della nostra stessa anima. Delle religioni di certo o comunque della spiritualità.
Obama, novello Ponzio Pilato ti sei defilato da una diretta assunzione di responsabilità a proposito del progetto Park51, costruzione di una moschea inserita in un centro culturale musulmano in uno spazio attiguo a Ground Zero, su iniziativa di una coppia americana musulmana. E non ti assolve che i Musulmani puntualizzino che nell’efferato consapevole eccidio delle torri gemelle ci fossero anche Musulmani; visto che secondo la più diffusa opinione la logica del fanatismo musulmano probabilmente avrà promosso queste vittime a martiri (sia pure involontari) di Allah.

E neppure dovrebbe assolverti la tua precisazione che, essendo per la Costituzione americana l’impegno alla libertà religiosa garanzia incrollabile identica per tutti i cittadini anche il diritto di costruire una moschea ovunque, non poteva ammettere eccezione di sorta a ulteriore dimostrazione dei criteri fondanti della democrazia americana.

Ciò che ci si aspettava da te, Obama, era una presa di coscienza scandita pubblicamente, tale da illuminare le intelligenze e da non far sanguinare ulteriormente le ferite ancora aperte dei congiunti degli assassinati e di tutti gli americani solidali.
Il popolo si attendeva protezione rispetto e chiarezza da un leader nel quale ha riposto la sua fiducia. Non credo ammissibile che tu possa non avere avuto e non avere alcun dubbio sull’eventualità che il nulla osta a tale costruzione potesse sembrare per moltissimi ben lontano dal dimostrare la grande civiltà dell’America ma piuttosto la sua strumentalizzazione. E non potevi esserne inconsapevole non fosse altro che per una libertà d’azione accessibile soltanto a chi gode del privilegio di possedere un potere economico che davvero non è uguale per tutti, visto che il preventivo per la costruzione di questo centro con moschea è per ora di 100 milioni di dollari : il Dalai Lama se lo potrebbe permettere?

E non sarebbe stato tassativo valutare la grave discongruenza tra questa non osteggiata dalle autorità realizzazione e il progetto di riedificazione di una chiesa greco-ortodossa, distrutta dai detriti del crollo delle due torri, che ancora langue da ben nove anni in attesa delle necessarie autorizzazioni, per intralci burocratici di varia natura?
L’autorità portuale non ha permesso di ricostruirla nello stesso posto, pur attraverso estenuanti trattative, e, ora, allo stato attuale delle trattative anche le possibilità di una ricostruzione alquanto distante dall’area originaria sono affidate solo alla speranza.

Dunque tante erano le riflessioni da fare per una giusta interpretazione di quella libertà religiosa garantita dalla Costituzione, garanzia che certamente non contemplava anche il diritto di arrecare dolore e sconforto ad alcuno, specie se già duramente provato. Né poteva essere motivo sufficiente della scelta di un’area assai prossima a Ground Zero il particolare che precedentemente alla nota orribile sciagura in quel luogo si radunassero già da un anno a pregare dei Musulmani, visto che aree per costruire altrove non dovrebbero mancare.

Tu non hai sentito il dovere di riflettere pubblicamente su tutto ciò, però hai sostenuto le guerre sia pure atipiche finalizzate a colpire i luoghi di origine e di addestramento del terrorismo come risposta all’attacco alle torri gemelle considerata una vera e propria azione di guerra.
L’aspetto che mi appare ancora più biasimevole, Obama, è l’aver anzi precisato di non aver voluto e non voler commentare la saggezza di costruire in quel luogo una moschea ma solo di aver spiegato alla gente che era nel pieno diritto dei Musulmani costruirla dovunque pur secondo le regole edilizie e le procedure obbligate.

Temo, Obama, che questo tuo comportamento possa sembrare rispondere anche a un usuale calcolo politico in vista delle elezioni di medio termine. Richiamando i tuoi sudditi alla Costituzione, della quale vanno fieri, pensavi di esaltare il loro orgoglio di Americani e così pacificarli, mentre non biasimando i Musulmani in questa azzardata inopportuna iniziativa ritenevi di guadagnarti una sorta di immunità dagli attacchi terroristici.
Tutto questo, se la Costituzione americana dei Padri fondatori potesse parlare lo deplorerebbe e con notevole sdegno.

Del resto anche al vaglio dei fatti i tuoi calcoli si sono dimostrati errati. L’America non si è pacificata, anzi si è spaccata in due, Musulmani da una parte e non Musulmani dall’altra (anche se con qualche eccezione in ambedue gli schieramenti), e questa frattura non so a quale parossismo violento potrà portare.

Tale è il risultato per aver abbandonato i tuoi sudditi nella massima confusione emotiva e per aver preso le distanze dalle tue stesse più intime convinzioni brandendo la Costituzione. Di giorno in giorno la situazione si fa sempre più rovente, la stampa americana straripa di articoli e notizie, in parte certe in parte da verificare, sulle ragioni pro e sulle ragioni contro questa costruzioni. Tenterò di coglierne qualcuna.
Ragioni pro:
– Sarebbe un’ulteriore prova della superiore civiltà degli USA.
– Dimostrerebbe che l’America non ha paura del terrorismo islamico.
– Addolcirebbe l’eccessiva passionale reazione degli USA al massacro delle torri gemelle, considerato erroneamente un atto di guerra, che ha causato due guerre interminabili con grandi perdite umane e poche previsioni ottimistiche sulla pacificazione e democratizzazione di quei luoghi.
– Sarebbe il più eloquente attestato che gli USA non confondono l’Islam con il terrorismo islamico.
– Sarebbe un ulteriore prova che gli USA hanno fiducia nell’Islam moderato.
– Che la scelta di quel particolare spazio è dipesa semplicemente dall’essere stato per un anno frequentato da Musulmani come luogo di preghiera, e la disponibilità dell’area.

Ragioni contro:
– Permettendo la costruzione in oggetto non si dimostra una superiore civiltà degli USA ma una sua inguaribile ingenuità visto che l’Islam è di fatto in guerra dichiarata contro gli USA (e tutto l’Occidente)da molti anni, con ininterrotti attentati terroristici già precedenti a quello delle torri gemelle un pò ovunque e anche nel mondo arabo che avversa il terrorismo.
– Cedendo alla costruzione in oggetto gli USA dimostrano invece di temere ritorsioni terroristiche e s’illude di esorcizzarle ponendosi sotto la protezione dell’Islam moderato (la cui esistenza e sincerità non sempre è convincente per la sua disomogeneità).
– Sarà la storia a stabilire se le due guerre finalizzate all’annientamento dei nidi del terrorismo fuori del territorio americano siano state inutili o utili, mentre l’attacco alle torri gemelle è la peggiore azione di guerra immaginabile, proditoria e di massima crudeltà perché mandata a segno scientemente esclusivamente contro civili nel cuore degli USA.
– Non sono gli USA a dover dimostrare di non confondere l’Islam con il terrorismo, ma a farlo dovrebbero essere i civili musulmani, in specie i Musulmani americani, mentre non appaiono evidenti quanto si vorrebbe le dimostrazioni pubbliche, le dichiarazioni ufficializzate, le proteste di sdegno dei moderati negli USA né altrove contro i mandanti di questi terrorismi, anche se esistono, e forse la responsabilità è di noi occidentali che non dedichiamo più spazi e più tempi a queste importanti testimonianze.
– Perfino voci musulmane ammettono che un Musulmano non potrà mai diventare un vero americano, e anche questo a smentirlo dovrebbero essere gli stessi Musulmani.
– Non basta a rivendicare l’opportunità di costruire in quello spazio spiegare che è stato frequentato per un anno da Musulmani per pregare, come dire che se i Musulmani pregassero addirittura su Ground Zero acquisirebbero il diritto di costruirci moschee e centri di cultura musulmani.

Queste ragioni sono ben lontane dall’essere esaustive dell’argomento tanto si è ricamato sopra senza che si sia giunti a una pacifica conclusione. Perciò le interrompo per riferire quanto a me è sembrato particolarmente idoneo a capire la complessità di questo angosciante scontro di punti di vista. Sarà forse quasi l’unica citazione che farò non essendo il mio un lavoro di cronaca, e segnalo un saggio di N. Gibbs dal titolo “Gli Spazi Sacri” (TIME, Essay, 30 agosto 2010) e sottotitolo “Noi tutti li vediamo in maniera differente, allora come possiamo noi trasformare correttamente un suolo sacro in un suolo comune?”

Ritengo che qui si trovi la giusta chiave di lettura di ciò che sta accadendo negli USA e che tu, Obama, non potevi ignorare. La Gibbs riporta il parere del produttore cinematografico Ken Burns a proposito degli spazi sacri, il quale ricordandone diversi tra cui ad esempio Gettysburg, Lourdes, il Grand Canyon e la stessa Gerusalemme, cita il financial district di New York (dove insiste Ground Zero) per concludere che la pretesa di realizzare il progettato Park51 in questa area sacra mette in conflitto tra di loro valori come tolleranza, sensibilità, pluralismo, patriottismo”.

A me pare che questi quattro termini, se riflettuti adeguatamente, dicano tutto, perciò sento più forte la convinzione che tu, Obama, ne avresti dovuto parlare, anzi che lasciare i tuoi “sudditi”in balia dei sentimenti più cocenti dettati dall’ esasperazione.
Questa condizione di abbandono senza un faro illuminante sulla complessità della cosa sta scivolando fatalmente sempre più in uno scontro frontale e in una comprensibile insofferenza verso il mondo musulmano.
La cronaca va infatti a gonfie vele nel registrare gli episodi molteplici delle dimostrazioni di piazza e a mostrare gli eloquenti cartelli di protesta o di sostegno contro o pro l’erigenda moschea. E naturalmente i soliti sondaggi offrono tante valutazioni numeriche secondo gli usuali molteplici criteri. Tanto per citarne uno il 61% degli Americani è contro la costruzione di quel centro, moschea inclusa, il 26% è a favore e il 13% non risponde o non sa.

Infine – e non so se sia di poca importanza o di eccezionale importanza al punto d’essere generalmente sottaciuto – è da considerare il dato che a me sembra massimamente preoccupante e cioè che l’Islam non è una semplice religione ma un solo blocco granitico di guida della gente al contempo religioso politico e giuridico, senza possibilità alcuna d’intervento diretto popolare e tanto meno di una opposizione ufficializzata o non. Non tutto l’islam per fortuna.

Mi domando come mai questo profilo non venga mai trattato con l’urgente evidenza che gli spetta anche se un motivo potrebbe consistere per l’appunto nell’essere l’Islam una (turbolenta) galassia e non una unica stella. Rimane il fatto che se l’Islam preso in toto avesse esclusivamente l’intento di fare del proselitismo non ricorrerebbe al mezzo terroristico e avrebbe gli stessi dritti di tutte le altre religioni. Ma l’opinione che mi sembra fare più presa su troppi Musulmani è quella che il terrore sia lo strumento indicato dal profeta Maometto come il più idoneo alla conquista di un assoluto dominio sul mondo. Purtroppo vuoti di comunicazione e di conoscenza rende difficile la quantificazione dei Musulmani che colludono con il terrorismo e di quelli che lo esecrano. Ma occorrerebbe anche capire quanto giochi nei diversi atteggiamenti la paura di essere colpiti da una fatwa, ciò che equivale a una condanna a morte.

Intanto gli oppositori si sbizzarriscono con sincero e profondo dolore con i più vari cartelli sul tipo “ mai un Musulmano può dirsi ed essere veramente americano”oppure “non abbiamo bisogno di conoscere i Musulmani, sappiamo chi sono a partire dall’11/9”.

Obama, con il tuo dire e non dire hai gettato benzina sul fuoco e hai dato anche adito alla tesi che ha giocato in te il Musulmano che in parte eri.

Dopo la fiducia accordatati alle elezioni dai bianchi e non musulmani la tua assai poco trasparente presa di posizione davvero non aiuta la fratellanza tra tutti, di cui abbiamo un estremo bisogno.

A me pare determinante il concetto che gli spazi sacri dovrebbero dettare legge.
Tu non potevi ignorare questa prospettiva e da essa avresti dovuto partire.
Per innovare, Obama, occorre fantasia, coraggio e determinazione e tu in questo frangente non sei apparso dotato di fantasia né di coraggio e neppure di determinazione.
Hai deluso il tuo popolo che sta urlando la propria delusione per sentirsi da te se non traditi di certo dimenticati o subordinati ad altre valutazioni.
Ora con la libertà di cui godo nel non detenere alcun potere e visto che a me compete solo la fantasia mi avventuro senza regole in proposte che possono apparire donchisciottesche.

Io contemplo due vie d’uscita, la prima porterebbe acqua non solo al mulino della contesa pro e contro di cui abbiamo parlato, ma alla Pace nel mondo.
Questa visione si basa sui già citati spazi sacri.

L’obbiezione più ovvia è che per alcuni sono sacri certi spazi e per altri no. Non solo, ma per questi altri possono essere ritenuti sacri gli stessi spazi ma per ragioni diametralmente opposte.

Per meglio spiegarmi colgo a volo una notizia (che però è da verificare) secondo la quale la moschea che si vorrebbe edificare sarebbe chiamata moschea della Vittoria. E allora viene spontaneo chiedersi: di quale Vittoria? Una moschea fin troppo attigua a Ground Zero a quale Vittoria può alludere? La fantasia avrebbe pronte più di qualche risposta ma ritengo opportuno astenermi dal dettagliarle perché già così si evidenzia la necessità che il suolo sacro sia fatto salvo da motivazioni. Dovrebbe essere considerato sacro senza attribuzioni di sorta solo se sia costato il sacrificio di vite umane.
È come dire di celebrare un sacrificio…pur avendone cancellate le cause. Insomma qualche cosa di molto diverso dalla tanto celebrata memoria che rischia di mantenere per sempre aperte piaghe che viceversa con il tempo potrebbero rimarginarsi.
Naturalmente l’idea va poi studiata a tavolino con un unico intento, quello della determinazione a rispettare il sacrificio umano nel mentre che con la stessa determinazione s’intende universalizzare attraverso l’oblio il diritto alla Pace.
(A titolo di comune informazione riferisco che quando i Musulmani erigono una moschea detta della Vittoria siano soliti costruirla nel posto esatto dei simboli culturali nevralgici del nemico che essi hanno inteso cancellare e conquistare per l’Islam. L’inizio di tale prassi sembra risalire allo stesso Maometto quando conquistò la Mecca nel 630 D.C. e trasformò la Ka’ aba in un centro islamico. Ma sull’argomento ci sono ulteriori e più dettagliate notizie e considerazioni che chiunque può reperire).

La seconda via d’uscita si basa sulla ragionevole opportunità di stralciare dalle obbligate incombenze che regolano l’edilizia i progetti che vertono sulla costruzione di edifici religiosi sostituendole con differenti requisiti a garanzia dell’eguaglianza dei diritti costituzionali in fatto di religione. Per spiegarmi vado alla consuetudine almeno qui in Italia di espropriare dei suoli per necessità di utile sociale (raddrizzare curve pericolose, costruire autostrade e altro). Nel nostro caso la ragione che imporrebbe allo Stato di anteporre i suoi diritti particolari a quelli generici dei cittadini di un paese democratico, vedasi il diritto alla proprietà, quindi alla libertà delle compravendite di abitazioni o di superfici edificabili, s’impone ancora più drasticamente quando ad un suolo sacro si abbina la necessità di difendere il criterio indiscutibile di eguaglianza tra le religioni.

E davvero non si può parlare di eguaglianza tra le religioni quando una di esse possiede il potere economico di costruire un centro culturale polivalente con moschea dal costo preventivato per ora di 100 milioni di dollari e altre che durano fatica anche per sopravvivere. Insomma nessuna religione da oggi dovrebbe prevalere grazie al potere economico di un capitalismo che regola oramai nel bene e nel male tutto il mondo.
Le religioni dovrebbero fare eccezione.

Mi dicono che nella tristemente celeberrima Coventry sia stata costruita una grande chiesa nella quale in ogni cappella è rappresentata una delle più note religioni. Certo si tratta di un modesto esempio ma quanto mai eloquente come indicazione della giusta rotta per il futuro.

Una legge dovrebbe dettagliare particolari misure e regole edilizie e di destinazione dei luoghi quando in ballo ci fossero differenze di potere economico a sostegno di una sola religione. Spiego che un centro polivalente di grande importanza e estensione ha diritto d’esistere solo se contestualmente si destinano equivalenti spazi per tutte le altre religioni nello stesso luogo. In altre parole nell’ambito religioso non dovrebbero dettare legge le regole dei comuni scambi commerciali. Nessuna religione oggi dovrebbe prevalere su altre grazie al potere economico. Questo se veramente vogliamo lavorare per la Pace.

La conclusione mi sembra ovvia, nello spazio sacro di Ground Zero (comprendente una zona che lo circonda di dimensioni da precisare) si ricostruisca la chiesa greco ortodossa preesistente alla distruzione delle torri gemelle, quale parte delle testimonianze religiose di epoche passate, e a significativa distanza dallo spazio sacro si conceda la costruzione di tutte le espressioni religiose che lo chiedano, nelle stesse dimensioni e costo.

Le costruzioni cioè dovrebbero rispondere a un criterio di grande modestia, e non tendere a intimorire i fedeli, esse dovrebbero essere madri, un rifugio aperto alla preghiera e al soccorso di tutti.

Potrebbe essere l’inizio di un nuovo criterio di edilizia sacra. Mai più faraoniche opere, costosissime (mentre più della metà del mondo soffre la fame), più idonee a sottomettere fedeli considerati colpevoli ante litteram, ma, al contrario, a indurre in loro una fiducia incondizionata nella loro fede, e sentirsi amati nella loro precaria e troppo spesso dolorante umanità.

Se a molte di queste religioni mancasse perfino la modestissima forza economica prevista per costruire in questi limiti, dovrebbero le religioni più ricche finanziarle e congiuntamente lo Stato.

Come battuta melanconica, anche per non dover ammettere che pure per le religioni vale la forza dei petrodollari. Tutto questo è utopico?

Lo è, ma non vedo in quale modo sia possibile contrastare una civiltà di guerra se non con una progettualità utopistica. Sta a coloro che governano renderla realtà.
Ma compete soprattutto al Giornalismo di Pace rendere la gente consapevole di avere diritto alla Pace contro ogni tipo di fanatismo.

In conclusione danneggia la politica non solo americana l’”indelicata” inopportuna imprudente idea di costruire un centro culturale islamico nel luogo sacro circostante Ground Zero. E questo nel pieno rispetto della libertà religiosa. Un segno di amichevole sensibile comprensione e tolleranza e ancora di più di inequivocabile volontà di Pace sarebbe la spontanea scelta dei Musulmani americani a costruire il loro centro culturale su un diverso terreno non intriso di troppo dolore.

Gloria Capuano – Giornalista di Pace e scrittrice.

3 risposte a “Obama Obama!…un’occasione perduta?”

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