600mila giovani “scoraggiati” che non cercano più lavoro

E’ in crescita l’area della disaffezione allo studio, anche fra ragazzi senza particolari carenze affettive, relazionali o economiche: sono quasi 800 mila i giovani tra 18-24 anni dispersi, che cioè hanno interrotto gli studi fermandosi alla terza media e non iscrivendosi neanche a corsi di formazione. In Sicilia e in Sardegna la dispersione scolastica è […]

E’ in crescita l’area della disaffezione allo studio, anche fra ragazzi senza particolari carenze affettive, relazionali o economiche: sono quasi 800 mila i giovani tra 18-24 anni dispersi, che cioè hanno interrotto gli studi fermandosi alla terza media e non iscrivendosi neanche a corsi di formazione. In Sicilia e in Sardegna la dispersione scolastica è 15 punti rispetto all’obiettivo europeo (pari al 10 per cento) – con 25 giovani fra 18 e 24 anni – fermi alla terza media. E’ quanto emerge dall'”Atlante dell’Infanzia (a rischio)” di Save the Children presentato oggi a Roma. (vedi lanci precendenti)

Altissimi i livelli di disoccupazione giovanile: 1 giovane sotto i 25 anni su 3 è disoccupato. Molti dei quali con laurea: la crescita maggiore della disoccupazione giovanile, pari a quasi il 21 per cento, si è avuta infatti tra i laureati. La crescita più alta d’Europa. Nello stesso periodo in Germania la disoccupazione giovanile è scesa in totale del -4,1per cento e non ha inciso tra i laureati.

Disoccupati oppure scoraggiati: l’Italia detiene il record della cosiddetta Potential additional labour force fatta da quei giovani di 15-24 anni che, pur dichiarandosi intenzionati, rinunciano a cercare un lavoro. Gli scoraggiati italiani sono 562 mila,  il 34per cento della popolazione attiva in quella fascia d’età, quattro volte la media europea (7,8 per cento). Un cocktail davvero preoccupante di sfiducia nello studio e totale immobilismo è quello rappresentato dai Neet (Not in Employement, Education or Training). Sono oltre 1 milione 620 mila soltanto al Sud e nelle isole. Hanno 18 – 24 anni, non sono iscritti a scuola, né all’università, né lavorano, né sono in formazione. I tassi di Neet nel Mezzogiorno sono inferiori soltanto a quelli rilevati in alcune regioni remote dell’Anatolia. E nel Mezzogiorno si concentra la gran parte dei 314.000 “disconnessi culturali”, bambini e adolescenti da 6 a 17 anni che negli ultimi 12 mesi non sono mai andati a cinema, non hanno aperto un libro, né un pc né Internet, né fatto uno sport.

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