Fornero su ed Istat giù

Buone notizie per la Fornero, che resta ministro con piena fiducia e pessime per l’Italia, con nuova salita di deficit e spread. Stamani, l’Aula della Camera ha confermato la fiducia al ministro del Welfare, bocciando le mozioni presentate da Idv e Lega, con solo 88 voti contro di lei e 435 a favore. “Mi ha […]

Buone notizie per la Fornero, che resta ministro con piena fiducia e pessime per l’Italia, con nuova salita di deficit e spread.
Stamani, l’Aula della Camera ha confermato la fiducia al ministro del Welfare, bocciando le mozioni presentate da Idv e Lega, con solo 88 voti contro di lei e 435 a favore.
“Mi ha creato sofferenza, però lo abbiamo superato e ora continuerò a lavorare come prima”, ha commentato la Fornero subito dopo il voto, intrattenendosi brevemente prima con alcuni deputati e poi con i cronisti.
A chi le chiede se si sia sentita “infastidita” dalla mozione di sfiducia replica come questo “non sia il termine adatto” e spiega infatti di aver piuttosto provato “sofferenza”.
Forse la stessa che mostrò, alla sua prima uscita pubblica in video, con la voce spezzata e le lacrime nel pronunciare la parole “sacrifici”.
Di Pietro afferma che, comunque, “Il ministro ha commesso un imbroglio gravissimo affermando il falso mentendo sapendo di mentire”, e spiega mentre mentiva sul numero degli esodati, “sapeva che il dato da lei riferito era falso e lo ha fornito comunque”.
E contesta “l’arroganza del ministro nel violare l’articolo 1 della Costituzione” e concluso che ciò “ è gravemente offensivo per gli italiani”.
Come italiano mi sento di dire ciò che da mesi ripetono in molti, dopo le pensioni e dopo la bozza della revisione di spesa: alla voce rigore abbiamo dato, adesso pretendiamo equità e crescita.
Perché finora non ne abbiamo viste, almeno non dall’angolo delle nostre visuali.
E continuano a crescere le nostre gatte da pelare, con i conti pubblici, nonostante giri di vite che ricordano ormai la garrota, che peggiorano e nel primo trimestre 2012, con un indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al Pil , pari all’8%, in crescita di un punto percentuale rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente.
Ancora una volta l’annuncio è dell’Istat, che dice trattarsi del dato peggiore dal 2009, quando il deficit era stato pari al 9,5%.
Inoltre il saldo primario, ovvero l’indebitamento al netto degli interessi passivi, risulta essere negativo per 11.471 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del 3%, rispetto al -2,7% del primo trimestre del 2011. In rosso anche il saldo corrente che è sprofondato a -21,952 miliardi a fronte dei -17,120 miliardi nel primo trimestre 2011.
I risultati, spiega l’Istat, hanno risentito, da un lato, dell’aumento della spesa per interessi dovuto alla salita nel corso del 2011 dei rendimenti sui titoli di Stato e, dall’altro, del calo delle entrate causato dall’andamento negativo dell’economia.
Sul forte calo delle imposte in conto capitale pesa invece il venir meno di versamenti una tantum che si erano verificati nel primo trimestre 2011 (un’imposta sostitutiva delle imposte ipotecarie e catastali).
In definitiva, si allontana sempre di più l’obiettivo del pareggio di bilancio e la situazione, inoltre, rischia di creare nuove tensioni a livello europeo: il deficit dei Paesi Ue deve, infatti, restare sotto la soglia del 3%.
E le cose non vanno bene in borsa, che rallentano i dopo le tre sedute con il segno più, seguite al vertice europeo della scorsa settimana.
L’inizio di giornata, che sconta anche la chiusura di Wall Street per la festività dell’Indipendence Day, vede Milano cedere poco meno di un punto percentuale, con lo spread in salita verso i 420 punti; mentre cresce l’attesa per le decisioni di domani della Bce e le previsioni degli economisti parlano di un taglio di un quarto di punto percentuale del costo del denaro, allo 0,75%.

Carlo Di Stanislao

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