Grandi Rischi: Pezzopane, non è stato un processo alla scienza

“Dopo il danno, anche la beffa. Infatti dopo il tragico danno della Commissione Grandi Rischi e della Protezione Civile che qui l’aveva mandata per rassicurarci, adesso la beffa di una parte della comunita’ scientifica avallata dalla brutta politica e dalla brutta informazione”.Lo afferma, in una nota, l’assessore al Comune dell’Aquila, Stefania Pezzopane. “Il processo alla […]

“Dopo il danno, anche la beffa. Infatti dopo il tragico danno della Commissione Grandi Rischi e della Protezione Civile che qui l’aveva mandata per rassicurarci, adesso la beffa di una parte della comunita’ scientifica avallata dalla brutta politica e dalla brutta informazione”.Lo afferma, in una nota, l’assessore al Comune dell’Aquila, Stefania Pezzopane. “Il processo alla Commissione Grandi Rischi e la sentenza emanata – dice – sono atti specifici volti all’accertamento dei fatti che avvennero a L’Aquila prima del terremoto. Nessuno e tanto meno il Comune dell’Aquila che si e’ costituito parte civile, ha mai avuto intenzione di processare la scienza. Piuttosto ci interessa accertare atti e responsabilita’ di quei componenti della Commissione Grandi Rischi che a L’Aquila e’ venuta, non purtroppo per indagare il fenomeno che da mesi colpiva il territorio, bensi’ per obbedire al comando del capo della Protezione Civile Bertolaso che in una intercettazione telefonica con l’assesore Stati, pubblicata mesi fa sul sito di Repubblica, affidava agli scienziati il solo scopo di fare esclusivamente ‘un’operazione mediatica’ e ‘tranquillizzare la gente’ . Bertolaso e Stati – sempre secondo l’assessore – convennero su questa necessita’ e non ci furono voci di scienziati a rompere quel micidiale schema utilizzato, non per conoscere e informare ma per rassicurare. La comunita’ scientifica e quei politicanti da strapazzo che insorgono contro questa sentenza, nulla sanno degli atti processuali e non aspettano, come sarebbe giusto e rigoroso, di vedere le motivazioni della sentenza, ma piu’ comodamente usano la metafora ideologica e davvero poco razionale del ‘processo alla scienza’. Mi sarei aspettata dalla comunita’ scientifica una presa di distanza dai comportamenti di quei ‘cosiddetti scienziati’ che, invece di comportarsi da tali, hanno piuttosto assecondato il bisogno politico della rassicurazione, invece del bisogno scientifico dell’informazione”.

“Quando un giudice condanna un medico che per negligenza o imperizia ha prodotto menomazioni o morte ad un paziente, e’ forse un processo alla medicina? O non e’ molto piu’ semplicemente il processo a quel medico negligente e incapace? Quando si processa un politico che ruba e lo si condanna giustamente, non e’ semplicemente il processo a quel politico e alle sue ruberie e non un processo alla politica? I medici competenti e i politici onesti ringraziano i giudici che condannano incapaci e disonesti. Questa coraggiosa sentenza – prosegue la nota – rende un po’ di giustizia agli aquilani truffati prima e dopo il terremoto ed ingannati in maniera vergognosa. Il terremoto dell’Aquila non poteva essere previsto, ma a noi aquilani non e’ stato detto questo, e’ stato detto esattamente il contrario, ovvero che non era prevedibile in quel dato momento un terremoto grave e che lo sciame sismico era un fenomeno di scaricamento dell’energia, cioe’ un elemento positivo e tranquillizzante. Come puo’ allora una comunita’ scientifica preferire una difesa ad oltranza di chi e’ condannato, invece di difendere la scienza dall’oltraggio delle interferenze della brutta politica che in quella circostanza e forse anche in altre hanno usato commissioni, comitati per fini che nulla c’entrano con l’informazione scientifica? Ben vengano allora le dimissioni. Si troveranno sicuramente altri scienziati animati da amore per la scienza e per la buona informazione per farne parte. La Commissione Grandi Rischi in occasione del terremoto dell’Emilia Romagna si e’ comportata molto diversamente, cosi’ come la Protezione Cilvile in piu’ di un’occasione dopo il 6 aprile ha lanciato allarmi meteo, addirittura invitando la popolazione a non uscire di casa. Non mi sembra che quegli allarmi abbiano prodotto se non qualche disagio, gravi ripercussioni. A L’Aquila sarebbe bastato non negare l’evidenza. Mentre nella citta’ ferita, dopo le rassicurazioni, si sono contati 309 morti e migliaia di feriti. Ma l’Aquila pur truffata ed ingannata non si arrende”, conclude Stefania Pezzopane.

Una risposta a “Grandi Rischi: Pezzopane, non è stato un processo alla scienza”

  1. Nicola ha detto:

    Certamente, come ai tempi di Galileo Galilei. Quattrocento anni fa, si trattò di una questione di “lingua volgare” (perchè se il Sommo avesse scritto in latino…!); oggi si tratta di una questione di lana caprina fondata sulla “sapiente” irresponsabilità dell’intera classe politica e burocratica al potere che “delega” a scienziati compiti e oneri che della Scienza non possono essere. Assolutamente. California docet. Giappone docet. Nuova Zelanda docet. L’Italia ignora. E lo Stato perde.

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