L’Aquila: il saluto dell’arcivescovo al cardinale Coccopalmerio

La messa della festa della ‘Perdonanza’ a L’Aquila in occasione dell’apertura della porta santa della basilica di Santa Maria Collemaggio questa sera sarà celebrata dal cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi. Il rito ha origini antiche che risalgono a Celestino V – il Papa del ‘gran rifiuto’ – e prevede l’indulgenza plenaria […]

La messa della festa della ‘Perdonanza’ a L’Aquila in occasione dell’apertura della porta santa della basilica di Santa Maria Collemaggio questa sera sarà celebrata dal cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi. Il rito ha origini antiche che risalgono a Celestino V – il Papa del ‘gran rifiuto’ – e prevede l’indulgenza plenaria per tutti i fedeli. Di seguito il saluto che Mons. Giuseppe Molinari, Arcivescovo Metropolita de L’Aquila rivolgerà a S.E.R. il cardinale Francesco Coccopalmerio nella celebrazione eucaristica:
“Eminenza Carissima,
a nome di tutta la Chiesa e la città dell’Aquila (sacerdoti e fedeli e, naturalmente, anche a nome del mio Vescovo Ausiliare e del Nunzio Apostolico in Serbia), a nome di tutte gli Eccellentissimi Vescovi e Arcivescovi di Abruzzo e Molise, delle autorità civili e militari presenti, in questa solenne celebrazione, a nome di tutti gli altri fratelli e sorelle, provenienti da varie parti dell’Abruzzo e d’Italia, Le do il più affettuoso benvenuto.
Grazie per aver risposto affermativamente all’invito mio e del nostro Sindaco a venire all’Aquila in questi giorni della Perdonanza Celestiniana per aprire la Porta Santa di Collemaggio.
Le Sue origini abruzzesi Le fanno amare molto la nostra regione. E ne siamo tanto contenti. Inoltre uno dei Suoi illustri predecessori alla Presidenza del Pontifico Consiglio per i Testi Legislativi è il Card. Vincenzo Fagiolo, che è stato Arcivescovo Metropolita di Chieti (1971-1984) ed ha tanto amato l’Abruzzo. Anche il Cardinale Fagiolo è venuto per ben due volte (e sempre volentieri!) a presiedere l’apertura della Porta Santa.

Eminenza Carissima,
grazie di cuore per questa Sua presenza e grazie perché tra poco guiderà la nostra preghiera in questo giorno santo del Giubileo Celestiniano.
Noi desideriamo tanto, questa sera, che la Sua preghiera si unisca alla nostra e a quella di tutti i Pellegrini presenti per chiedere al Signore, per intercessione di S. Pietro Celestino, ciò che veramente serve alla nostra vita e alla nostra città.

La nostra città ha bisogno di rinnovarsi nella fede. Preghi insieme a noi il Signore perché ci doni una fede rocciosa come le nostre montagne e profonda e incrollabile come la fede di Celestino.
La nostra città e il nostro popolo hanno bisogno di speranza. chieda per noi al Signore quella speranza che vince ogni disperazione e che può diventare la spinta decisiva alla ricostruzione che tutti desideriamo intensamente.
La nostra città e il nostro popolo hanno bisogno di unità. Chieda al Signore per noi, per intercessione di S. Celestino, che riusciamo ad essere come i primi cristiani, un cuore solo ed un anima sola. Il terremoto ha devastato la nostra città ma ha anche spezzato i vincoli della carità e di ogni umana solidarietà. Chieda al Signore per noi unità e concordia.

La divisione e i conflitti spesso hanno devastato anche le nostre famiglie. Chieda al Signore per noi e insieme a noi che benedica le nostre famiglie e faccia regnare in esse la serenità e la pace.
La nostra gente ha bisogno della casa e del lavoro. Chieda al Signore per il nostro popolo e per intercessione di S. Celestino che ci siano le case e il lavoro per tutti.

Dell’umile monaco del Morrone, diventato Papa Celestino V, si raccontano miracoli straordinari.
Noi abbiamo bisogno innanzitutto e soprattutto del miracolo di una città che rinasce e di una storia di santità, cultura e bellezza che ricomincia ad essere scritta.
E ognuno di noi può scriverla, subito. Con l’aiuto di Gesù unico Salvatore del mondo e di S. Celestino, umile servo di Cristo e dolcissimo Protettore di tutti i figli dell’Aquila e dell’Abruzzo”.

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