Ma è poi giusto che lo stupro sia colpa?

(titolo in stile giornalistico comune) STUPRO, UNA DOLOROSA PROVOCAZIONE (titolo da giornalismo di Pace) Il primo titolo cerca sfacciatamente l’interesse morboso, l’attrattiva scandalistica o perfino l’argomento assolutorio; il secondo, pur trattando la medesima materia, la propone quale potenziale strumento evolutivo del comportamento umano. Lo svolgimento di questo tema necessita di una cultura assai vasta che […]

(titolo in stile giornalistico comune)

STUPRO, UNA DOLOROSA PROVOCAZIONE
(titolo da giornalismo di Pace)

Il primo titolo cerca sfacciatamente l’interesse morboso, l’attrattiva scandalistica o perfino l’argomento assolutorio; il secondo, pur trattando la medesima materia, la propone quale potenziale strumento evolutivo del comportamento umano.

Lo svolgimento di questo tema necessita di una cultura assai vasta che investe l’antropologia, l’origine degli esseri viventi, la differenziazione dell’uomo da altre specie a lui più  affini per DNA e infine la Storia dell’umanità. Non avendo io questa immensa preparazione mi attengo strettamente all’idea della provocazione e la svolgerò, suppongo, così:

Nel mondo animale c’è forse una omogeneità nell’accesso alla copula? La femmina ha facoltà di ripulsa o soggiace con indifferenza per predestinazione? Oppure soggiace con dolore e rabbia?, o viceversa è partecipe come ad atto a essa dovuto o addirittura similmente al particolare complesso coinvolgimento della donna quando da lei scelto e desiderato?

Siamo in piena etologia comparata dove – lo ripeto – se non tutto, certo gran parte dello scibile entra in campo e la risposta, spero non sia azzardato, ad orecchio, mi pare essere NO, non c’è uniformità nel mondo animale tra le diverse specie, non so se anche nelle stesse, mentre gli umani pur essendo della stessa specie non sono uniformi a causa forse di una evoluzione dissimile dal punto di vista culturale.

Abbandonato agli specialisti il quesito, semplicisticamente, attenendomi esclusivamente alla donna mi chiedo o le chiedo: ma lo stupro è una violenza diversa da quella ufficializzata dalla Storia dell’uomo, quella violenza cioè che risolve i contrasti estremi di qualsiasi natura, ideologici o di sopravvivenza o di smodate ambizioni, con la guerra o con il terrorismo, insomma con qualsiasi mezzo di distruttiva sopraffazione?

E’ sufficiente rispondere che proprio la Storia c’insegna che la vittoria autorizza non solo al saccheggio e alla distruzione ma anche allo stupro? Lo stesso Napoleone per assoldare i suoi uomini prometteva loro il saccheggio. Quanto allo stupro forse era considerato talmente ovvio che non meritava d’essere menzionato.

Attualmente c’è qualche cosa di mutato? Non saprei, salvo forse a rimarcare che oggi non c’è bisogno della guerra per stuprare: è frequente anche in condizioni di pace o tale apparente, anche dove esistano regole che lo condannano.

Una cosa è certa, l’amplesso tra esseri umani, se non è una espressione di libertà, è pura violenza, forse la peggiore. Ma allora, se questa è la realtà è forse fuori luogo se mi chiedo come mai le donne non si battono in eguale misura contro ogni tipo di violenza? Perché hanno accettato di agire da soldatesse anche nei teatri di guerra e quindi all’occorrenza di uccidere il cosiddetto nemico? Perché condividere lo stesso stile di vita e di morte dei maschi anche se in qualche caso motivato (per impotenza etica dell’umanità)? Perché le madri vanno fiere, ora a torto ora, a ragione dei loro figli volontari della morte, come, ad esempio tra tanti, i kamikaze e i martiri di Allah (che non credo davvero consenziente)?

Cerco di spiegarmi meglio. Se la violenza della guerra è un artefatto culturale multiforme di un istinto di difesa o di supremazia primordiali, lo stupro non è forse anch’ esso una modalità rispondente al criterio della supremazia del più forte sul più debole non dissimile da quella che troviamo in genere in natura (tanto – è la mia opinione – indebitamente osannata)?

Quel che sto dicendo è frutto di corti circuiti mentali o ha diritto di cittadinanza nel mondo della riflessione?

Non dovrebbe la donna alzare la voce organizzando globalmente una omogeneità d’intenti contro l’industria bellica, e ancora di più pretendere la cessazione della ricerca scientifica di sempre più complessi e micidiali ordigni finalizzati a dare morte?

So bene che le mie, come chiamarle…asserzioni o congetture o ingenuo prodotto del desiderio, si possono smontare con facilità e ridurle a pure fantasticherie, lo potrei io stessa, tuttavia non posso non insistere chiamando a mio sostegno l’aspirazione alla Pace, magari non espressa, della gran parte della gente, per non parlare dei pacifisti veri, quelli non politicizzati, così come l’uso quasi smodato delle Istituzioni del termine Pace, mentre tutte le nazioni, nessuna esclusa, si armano fino ai denti, spendendo in armamenti quanto basta a  sfamare il mondo intero.

Capisco che attendersi una rivoluzione di questa portata dalla donna è un’assurdità, basta puntualizzare che si tratta dell’unica categoria umana che non è in grado di scioperare, perché riesce alquanto difficile ribellarsi al padre, al marito, al fratello, al figlio. E questo spiega come in certi luoghi del mondo, dove i costumi stentano a trasformarsi, se una donna si ribella può essere uccisa appunto dai familiari o condannata per legge all’impiccagione o alla lapidazione.

Tuttavia, pur in questo panorama pessimistico, io insisto, lo strumento per agire oggi esiste: è la Comunicazione, con i mezzi che la tecnologia ci offre, per diffondere la necessità dell’emancipazione culturale femminile. Anche in Occidente.

E’ mia convinzione che senza questa conquista difficilmente approderemo ad una Civiltà di Pace.

Si auspica la partecipazione maschile, ma non di facciata.

Per questo invito i nostri fratelli a scavare dapprima in profondità nella propria coscienza, forse scoprirebbero l’enorme mole di lavoro da svolgere su se stessi. (Ma lo stesso anche se in un altro taglio di problematiche dovremmo fare noi donne).

Gloria Capuano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *