Maltempo: Clini, ‘servono fondi, allentare patto stabilità’

Allentare il patto di stabilita’ per reperire risorse per finanziare un programma, ”urgente e necessario”, per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che rappresenta una misura infrastrutturale per la crescita. Ad affermarlo e’ il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, di fronte all’ennesima emergenza per alluvioni, smottamenti, piene di torrenti. Sulla necessita’ di allentare il patto […]

Allentare il patto di stabilita’ per reperire risorse per finanziare un programma, ”urgente e necessario”, per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che rappresenta una misura infrastrutturale per la crescita.

Ad affermarlo e’ il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, di fronte all’ennesima emergenza per alluvioni, smottamenti, piene di torrenti. Sulla necessita’ di allentare il patto di stabilita’ a favore dei comuni e’ intervenuto anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

”Bisogna – ha detto Bersani – prendere una iniziativa capace di riavviare la cura del territorio e di trovare le risorse necessarie per farlo. La discussione sulla legge di stabilita’ in corso alla Camera ci offre la possibilita’ di intervenire con tempestivita’. Credo che a questo punto sia indispensabile prevedere un allentamento del patto di stabilita’ interno per permettere alle amministrazioni locali di affrontare alcune priorita’, a cominciare proprio dalla cura e dalla difesa del territorio”.

A tal proposito il ministro Clini ha ricordato che, su proposta del Presidente Monti, il Consiglio Europeo del 29 giugno ha richiesto alla Commissione Europea di individuare le azioni possibili per liberare risorse pubbliche destinate alla protezione del territorio, ”interpretando” i vincoli del patto di stabilita’ in modo da favorire investimenti nella prevenzione con effetti positivi sulla crescita superiori ai costi necessari per la riparazione dei danni.

Genova, il levante Ligure, la Lunigiana, la Garfagnana e la Versilia, Venezia (dove e’ attesa un’acqua alta record nelle prossime ore) e le pianure del Veneto: ”ritornano” con una frequenza estremamente ravvicinata eventi climatici estremi che confermano un trend ormai piu’ che trentennale . ”Il territorio del nostro paese, ed in particolare in alcune Regioni, – rileva il Ministro dell’Ambiente – e’ esposto agli effetti di variazioni climatiche che ‘stressano’ aree gia’ vulnerabili per le caratteristiche idrogeologiche, o per gli usi intensivi di aree urbanizzate dove sarebbe stato necessario vietare o limitare insediamenti abitativi e produttivi. Gli eventi, che si ripetono puntualmente nell’autunno e nella primavera, richiedendo interventi straordinari e costi ”imprevisti” per tamponare i danni, di gran lunga superiori ai costi della prevenzione. Mentre la serie storica degli eventi avrebbe dovuto orientare da tempo politiche e misure per la protezione delle zone piu’ vulnerabili, anche sulla base dei dati raccolti ed elaborati dal Ministero dell’Ambiente: il 10% della superficie nazionale e’ ad alta criticita’ idrogeologica, ed i comuni interessati sono 6.633”.

Ma quello che e’ stato fatto, sottolinea Clini, ”purtroppo e’ ancora parziale e frammentario. Gli interventi per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio procedono con difficolta’ e a macchia di leopardo: perche’ le risorse finanziarie che abbiamo messo a disposizione delle Regioni sono gestite attraverso poteri straordinari che si sovrappongono a quelli ordinari di governo degli usi del territorio di competenza delle Regioni; perche’ in ogni caso le risorse finanziarie assegnate sono assoggettate ai vincoli del patto di stabilita’, e comunque non sono sufficienti; perche’ sono ancora scarse le misure incentivanti messe a disposizione delle imprese per investimenti finalizzati alla manutenzione ed alla messa in sicurezza del territorio”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi:”Le recenti alluvioni che hanno colpito, ancora una volta, la Toscana, sono un ulteriore campanello d’allarme che chiama in causa le responsabilita’ di tutti e impone svolte radicali nell’uso del territorio, nelle politiche di investimento e nel modello di sviluppo”.

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