Siria: Assad contrattacca ad Aleppo. Salehi, ‘Rischia di diventare un altro Afghanistan’

Assad contrattacca ad Aleppo: l’esercito avanza e gli insorti si ritirano dal centro della città, ma uccidono il comandante delle truppe. Il presidente siriano nomina intanto il nuovo premier. Il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, in una lettera pubblicata sul ‘Washington Post’,  rivendica il ruolo di “forza stabilizzatrice” che la Repubblica Islamica ha […]

Assad contrattacca ad Aleppo: l’esercito avanza e gli insorti si ritirano dal centro della città, ma uccidono il comandante delle truppe. Il presidente siriano nomina intanto il nuovo premier. Il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, in una lettera pubblicata sul ‘Washington Post’,  rivendica il ruolo di “forza stabilizzatrice” che la Repubblica Islamica ha svolto in altre crisi nell’area, da quella irachena a quella afghana. Salehi scrive che l’Iran “ha guardato con gioia” alla Primavera Araba – che definisce come un movimento di “risveglio islamico” – in quanto “un movimento di cittadini che chiedevano le stesse cose che molti arabi vogliono oggi ha portato all’emergere della Repubblica Islamica nel 1979”, afferma: La Siria rischia di diventare “un Afghanistan alle porte dell’Europa” e le potenze occidentali “sembrano non preoccuparsene”. L’Iran, al contrario, “è parte della soluzione, non il problema”.
“Siamo a favore dei cambiamenti che chiede la gente, che sia in Siria, in Egitto o in qualunque altro posto – continua – Ma cosa vogliono gli altri membri della comunità internazionale per la Siria?”.
A proposito dell’Europa, il ministro parla di una “risposta contraddittoria”, in quanto ignora la presenza nel paese di “estremisti armati”. “Si preoccupano per l’estremismo crescente in Afghanistan – dice – a migliaia di chilometri di distanza, ma sembrano non preoccuparsi di poter presto avere un Afghanistan alle loro porte”.
“I mezzi militari da soli non metteranno fine alla crisi e fallirà anche un’agenda politica che non sia inclusiva – prosegue – L’Iran cerca una soluzione che sia nell’interesse di tutti”. La Siria, “bellissimo mosaico di etnie, fedi e culture”, a suo giudizio “andrà in pezzi se il presidente Bashar al-Assad dovesse cadere all’improvviso. L’idea che, in quel caso, possa esserci una transizione ordinata dei poteri è un’illusione” e la mancanza di una “roadmap politica” destabilizzera’ “una delle regioni più complesse al mondo”.

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