Antares delle meraviglie, primo lancio spaziale commerciale della compagnia Orbital Sciences Corporation

Antares go! Antares delle meraviglie! È un balzo gigantesco per la conquista privata dello spazio cosmico. Sugli azzurri cieli di Wallops Island in Virginia (Usa), Domenica 21 Aprile 2013, è stata scritta una nuova entusiasmante pagina di Astronautica. Dalla East Coast americana, per la prima volta in assoluto, la compagnia privata Orbital Sciences Corporation, partner […]

Antares go! Antares delle meraviglie! È un balzo gigantesco per la conquista privata dello spazio cosmico. Sugli azzurri cieli di Wallops Island in Virginia (Usa), Domenica 21 Aprile 2013, è stata scritta una nuova entusiasmante pagina di Astronautica. Dalla East Coast americana, per la prima volta in assoluto, la compagnia privata Orbital Sciences Corporation, partner dell’Agenzia spaziale governativa Nasa, ha effettuato con successo il primo lancio di prova del missile privato Antares, alle 17 ore locali (le 23 in Italia), dal sito “Pad-0A” del nuovo “Mid-Atlantic Regional Spaceport” nella “Wallops Flight Facility”. Sulle magiche note di Michael Giacchino, le dorate scie luminose fiammeggianti dei due potenti motori dell’Antares hanno spedito in orbita bassa, all’interno del “payload” di 3.9 metri di diametro, alto 9.9 metri, un carico simulato equivalente alla massa di 4 tonnellate della futura navetta Cygnus, squarciando in un rombo assordante l’oscurità della crisi economica mondiale. È un grande giorno per l’umanità. Con l’annesso “battesimo” del fuoco per la nuova base spaziale della Virginia. Non soltanto per la Nasa e per la Orbital. Un altro storico giorno per l’impresa spaziale commerciale. “Il test dell’Antares, coronato da un grande successo, segna un’altra significativa pietra miliare nella strategia della Nasa di affidarsi alle compagnie private americane per lanciare rifornimenti ed astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale – dichiara Charles Bolden, Direttore della Nasa – ossia per effettuare voli diretti sulla Iss dal suo statunitense. Esprimiamo le nostre più sentite congratulazioni alla Orbital Sciences ed al team Nasa, che hanno lavorato insieme, fianco a fianco, per il pieno successo del lancio del missile Antares”. La missione della Orbital Sciences è un esempio concreto di cosa significhi realmente la Crescita Economica negli Usa grazie anche alla liberalizzazione dell’impresa commerciale spaziale. È la prova lapalissiana, rispetto a qualsiasi argomentazione politologica in salsa europea, che la strategia dell’esplorazione spaziale governativa (pubblica) non può più fare a meno delle compagnie private. Questa “innovazione” nasce dalla fiducia reciproca nel rispetto dei patti, dei contratti e dei trattati internazionali. Il volo di Antares, per bocca del Direttore della Nasa, “inaugura il nuovo spazioporto dell’America capace di effettuare lanci sulla Stazione Spaziale (Iss), aprendo un universo di ulteriori opportunità per gli utenti pubblici e privati, per le finalità commerciali e governative”. Per le imprese di tutto il mondo che possono fare altrettanto, liberamente se lo vogliono realmente, dai propri territori. Con il permesso dei rispettivi governi. Come hanno fatto il Congresso e il Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Hussein Obama, liberalizzando l’iniziativa spaziale delle compagnie statunitensi. “Il Presidente Obama ha presentato un bilancio per il prossimo anno che assicura agli Stati Uniti la leadership mondiale nell’esplorazione spaziale – rivela Charles Bolden – e una sezione critica di questo budget è il finanziamento necessario allo sviluppo dell’iniziativa commerciale spaziale della Nasa. Per fermare la dipendenza degli Usa dai voli spaziali esteri, abbiamo bisogno di veder approvato il bilancio. È ottimo per la nostra economia, per il programma spaziale degli Usa, per i contribuenti Americani”. Le fasi di lancio di Antares (www.orbital.com/Antares) iniziate lo scorso 6 Aprile, sono culminate con la separazione in orbita del carico utile simulato. Il volo spiana la strada alla prima missione dimostrativa commerciale della Orbital per il rifornimento degli astronauti sulla Iss entro la fine dell’anno. Antares lancerà esperimenti e materiali sul Laboratorio mondiale, a 400 Km di quota, grazie alla nuova navetta spaziale, la Cygnus, costruita appositamente dalla compagnia per effettuare il trasporto e per onorare il contratto “Commercial Resupply Services (CRS)” con la Nasa. “Il successo del test di volo di Antares della Orbital Sciences dallo spazioporto di Wallops Island in Virginia, dimostra la capacità degli Stati Uniti di effettuare lanci spaziali privati in qualsiasi momento e da qualunque luogo – dichiara John Holdren, Direttore dell’Ufficio delle Politiche Scientifiche e Tecnologiche – e pone le basi per la prima missione commerciale sulla Stazione Spaziale Internazionale verso la fine dell’anno”. È il primo lancio spaziale commerciale dalla East Coast americana. Ora non ci sono più limiti. L’Europa si desti dal sonno della ragione che genera mostri. Le Agenzie pubbliche possono effettivamente collaborare con i privati per il bene dell’Umanità. Il lavoro della Orbital Corp. dimostra la crescita potenziale dell’industria spaziale commerciale americana e la capacità di un’Agenzia come la Nasa di creare una prolifica partnership tra pubblico e privato, superando i “complessi” di inferiorità ancora dominanti nel Vecchio Continente. La strategia del Presidente Obama per superare la terribile crisi economica mondiale, prevede l’ingresso delle compagnie private americane (che nascono negli Usa ma possono essere fondate da chiunque, il Mercato è libero!) nella conquista commerciale dello spazio cosmico. Si comincia dall’orbita bassa e si continua nello spazio profondo. Con effetti-domino e benefici incalcolabili. Chiaramente il piano di Obama, grazie anche alla nuova massiccia produzione di plutonio per uso spaziale nelle sonde automatiche e non solo, è di garantire la leadership mondiale degli Usa nell’esplorazione dello spazio. Pagano i contribuenti con le loro tasse. Ma poi si creano posti di lavoro veri nel settore privato, più efficiente e dinamico, spingendo così sempre più in là i limiti delle scoperte e delle innovazioni scientifiche e tecnologiche. E imprimendo nel XXI Secolo un’accelerazione straordinaria all’iniziativa di scienziati, inventori e tecnici, con la supervisione del governo Usa. Siamo già entrati negli scenari di Star Trek. L’Italia in Europa quali Politiche Spaziali intende perseguire? L’Italia delle Agenzie pubbliche, frena o accelera l’innovazione e l’ingresso delle compagnie private nella gara verso lo spazio profondo? Ci accontentiamo delle sonde automatiche nel Sistema Solare? Con la Nasa impegnata a progettare missioni ardite per catturare in orbita lunare asteroidi e spedire astronauti in carne e ossa (non droni!) nello spazio sempre più profondo, le compagnie private americane non si limiteranno a prendere il testimone fondamentale dell’iniziativa commerciale. Comunque non soltanto per inviare materiali ed equipaggi in orbita bassa sulla Iss. India e Cina vogliono “conquistare” la Luna e Marte. Quando si liberano le forze dei privati può succedere di tutto perché si generano energie virtualmente infinite, con la sola fantasia come limite. Lo spazio può creare milioni di posti di lavoro. Il problema è semmai un altro: a quali governi affidare il futuro del genere umano nel Cosmo? A democrazie oppure a regimi non democratici? Grazie a compagnie americane come la Orbital Sciences (www.nasa.gov/orbital) che sta costruendo missili e navette, stile Antares e Cygnus, nell’ambito del Programma “Commercial Orbital Transportation Services (COTS)” della Nasa, il futuro nello spazio potrà essere democratico e civile. Non militarizzato. E comunque non oltre gli scenari della Flotta Astrale di Star Trek che è un’organizzazione umanitaria governativa di controllo nella Federazione dei Pianeti Uniti, nata certamente grazie anche all’iniziativa privata. E sicuramente non “militarista” come accade in altri universi fantascientifici meno esotici e più drammatici come quelli di Star Wars, Starship Troopers, Battlestar Galactica, Stargate e Yamato. Dopo aver completato entro il 2013 il primo volo commerciale utile sulla Iss, la Orbital eseguirà otto voli pianificati per il trasporto di rifornimenti sul Laboratorio internazionale grazie a un contratto CRS da 1.9 miliardi di dollari che la Nasa ha stipulato con la compagnia. Le iniziative dell’Agenzia americana per aiutare a sviluppare l’industria spaziale commerciale, dovrebbero saggiamente consigliare altrettanta prudenza e determinazione ai politici veri del Vecchio Continente, in particolare a quei governanti che hanno a cuore il futuro di pace e prosperità dei giovani europei. E non di immoralità spacciata per normalità e “nuovi diritti” in Europa, come vanno farneticando immondi spot pubblicitari. La razza umana è una soltanto sulla Terra e in Europa. Non è divisa su base genetica e/o sessuale: neppure la nostra amata Carta costituzionale repubblicana, oggi male interpretata, avrebbe mai potuto osare tanto. “Maschio e femmina li creò”(Genesi). Sulla Terra e nello spazio, fino a prova contraria. La Nasa vuole i privati nel Cosmo. L’obiettivo è di costruire astronavi vere. Oggi perfettamente riutilizzabili, sicure e garantite per il volo umano non solo sulla Iss. Un giorno per la conquista dello spazio profondo. Il “Commercial Crew Program” della Nasa sta anche stimolando i partner commerciali a sviluppare le capacità di lancio di astronauti dal suolo statunitense nei prossimi anni. Forse da ogni singolo Stato della federazione. Perché non si sono più limiti come una volta. Certamente per staccarsi da terra servono ancora i razzi chimici. Perché non esistono, fino a prova contraria, dischi volanti anti-gravitazionali come l’Enterprise di Star Trek, già al suo dodicesimo film “Into Darkness”(www.startrek-ilfilm.it/), il secondo di J.J. Abrams. Ma si tratta pur sempre dei razzi più efficienti e sicuri di sempre. E non bisogna più avvicinarsi all’equatore per massimizzare la spinta, i consumi e l’ingresso in orbita. Oggi ci possiamo permettere lanci commerciali anche dalla costa virginiana, per inaugurare una nuova era di pace, crescita economica, sviluppo e ricerca. Il lancio di Antares, infatti, non celebra soltanto la joint venture tra la Orbital Sciences e la Nasa per la realizzazione di due sistemi commerciali di trasporto ideati per sostituire le capacità di carico degli Space Shuttle ritirati nel 2011, oggi “imbalsamati” nei musei Usa. Sia la Orbital Sciences sia la SpaceX, la prima compagnia con le prime due missioni spaziali commerciali all’attivo, pronta ormai a spedire astronauti sulla Iss, sono state scelte dalla Nasa per onorare i propri impegni di servizio. La navetta Cygnus eseguirà il medesimo mandato. Gli ingegneri della Orbital stanno analizzando i preziosi dati di volo acquisiti dal vettore Antares. Tutto è filato liscio come l’olio. Ora si guarda al futuro. All’Estate 2013. Il lancio sulla Iss verrà approvato. E le indicazioni sono più rosee che mai. “È certamente un grande giorno per la Orbital e per la Nasa – rivela Alan Lindenmoyer, manager del Programma “Commercial Orbital Transportation Services” a fondamento del contratto stipulato dall’Agenzia con la Orbital – è un altro storico giorno per il volo spaziale commerciale americano: il volo di Antares è così bello che tutti gli obiettivi della missione sono stati coronati da un grande successo perché tutto ha funzionato a meraviglia, al 100 percento, come già indicavano i dati preliminari”. La base di lancio, il Mid-Atlantic Regional Spaceport, è una struttura finanziata dallo stato della Virginia (Usa). I due motori Aerojet AJ26-62 di Antares, alimentati da ossigeno e kerosene liquidi, hanno fornito come previsto una spinta iniziale di 300 tonnellate per far staccare il missile da terra. A differenza di quel credevano alcuni illustri scienziati del primo Novecento che non avrebbero scommesso un centesimo sull’esplorazione dello spazio, quando il razzo Antares brucia propellente diventa più leggero accelerando e scomparendo nel blu dipinto di blu quattro minuti dopo il lancio. “Poco prima di scottarsi come una scimmia – rivela entusiasta Frank Culbertson, un astronauta veterano della Nasa, vice Presidente esecutivo della Orbital Sciences – Antares ha accelerato velocemente conquistando lo spazio cosmico nel cielo azzurro più bello”. I due motori del primo stadio dell’Antares, progettati in Russia negli Anni Settanta del secolo scorso e sviluppati dalla Aerojet, hanno spinto il lanciatore nell’atmosfera superiore. Infranta la barriera del suono, l’Antares ha fatto tremare la costa della Virginia per chilometri. I razzi si sono spenti meno di quattro minuti dopo il lancio, facendo guadagnare al vettore le 9.800 miglia orarie. Attivato il secondo stadio a combustibile solido, l’Antares ha conquistato l’orbita terrestre. Il motore Castor 30 del secondo stadio, progettato dalla ATK, in appena due minuti e mezzo ha acceletato l’Antares a più di 17mila miglia orarie. Una volta in orbita i “petali” del payload si sono aperti rilasciando un blocco di alluminio della massa equivalente a quella della navetta Cygnus che la prossima volta sarà montata sul lanciatore al posto del carico di prova. “Ora che tutto funziona a meraviglia – dichiara Culbertson – lo faremo di nuovo perché sappiamo come lavora il sistema: lanceremo in orbita il Cygnus per l’attracco alla Stazione Spaziale Internazionale, per coronare la sua missione con un altro successo, per rifornire gli astronauti di qualunque cosa abbiano bisogno”. Acqua, esperimenti, abbigliamento, cibo e computer. Il carico spedito in orbita per simulare la Cygnus, tuttavia, non è un peso morto. È pieno di sensori: non meno di 70 accelerometri, calorimetri, estensimetri e microfoni che trasmettono a terra dati fondamentali per il prossimo lancio. L’Antares ha guadagnato un’orbita quasi perfettamente circolare a circa 250 Km di quota. È il vettore commerciale più grande mai lanciato prima dal Wallops Flight Facility che ha già assicurato 16mila “lift off” nei suoi 68 anni di storia. Finanziato dalla “Virginia Commercial Space Flight Authority”, la storica base spaziale della East Coast americana ha ottenuto ulteriori 120 milioni di dollari per aggiornare il sito di lancio e per adattarlo ai vettori più grandi alimentati a propellente criogenico liquido. Che è la chiave di volta della Orbital Sciences, il suo nuovo paradigma, finora impegnata nel lancio di satelliti con missili a combustibile solido. La Orbital spera che vettori come l’Antares, ora sotto contratto Nasa per volare nello spazio almeno altre nove volte, trovino spazio (come l’europeo Vega) nel mercato mondiale sempre più affollato di lanciatori commerciali (è il “business” che vince la crisi economica planetaria!) per la messa in orbita di satelliti militari e scientifici (nuovi telescopi spaziali multi spettrali) nei prossimi anni. La Orbital Sciences Corp. è una compagnia giovane, di appena 31 anni, con sede a Dulles in Virginia. Ha cominciato a lavorare al missile Antares nel 2007 con un progetto interno. Nel Febbraio 2008 ha vinto un contratto con la Nasa per la progettazione, la costruzione e il lancio di un sistema di trasporto (vettore più navetta) per la Iss. Sono stati così realizzati l’Antares e la Cygnus. L’accordo con la Nasa (è l’ente pubblico a pagare il servizio offerto dalla compagnia) ha oggi un valore di 288 milioni di dollari. La Nasa paga la Orbital al termine di ogni tappa prestabilita, ossia al compimento del servizio a terra e nello spazio. E la Orbital si aspetta di fatturare 4 milioni di dollari per ogni lancio. A cominciare dalla prima missione di Domenica 21 Aprile 2013. Se si computano gli investimenti della Nasa, della Orbital, dello Stato della Virginia, il sistema Antares-Cygnus comprensivo del sito di lancio, tutta l’operazione ha un valore stimato di almeno un miliardo di dollari. Secondo Culbertson, lo sviluppo della navetta Cygnus ha un costo di 300 milioni di dollari. Il missile Antares, forse, un po’ meno. E i bene informati della “Virginia Commercial Space Flight Authority” ammettono che il valore del sito di lancio è di 120 milioni di dollari. Ma se si considerano gli investimenti futuri e le ricadute economiche territoriali, questi costi appaiono decisamente irrisori. Ragionamenti assurdi nell’obsoleta Europa decadente perché burocratica, anti-democratica ed economicamente non liberale. Nel Dicembre 2008 la Nasa scelse le due compagnie “rivali”, la Orbital e la SpaceX, per preparare l’America all’era post Shuttle. Il vecchio “mattone volante” era da museo, insicuro e costoso. Avrebbe lasciato il testimone a navette più economiche, più moderne, più efficienti e più sicure per i voli di rifornimento sulla Iss. Il contratto da 1.9 miliardi di dollari della Nasa con la Orbital copre le otto missioni di trasporto di almeno 20 tonnellate di materiali al complesso orbitale internazionale. La SpaceX ha conquistato un contratto da 1.6 miliardi di dollari per 12 missioni, inclusa la capacità di trasporto (andata e ritorno) sulla Iss di astronauti e materiali. Con rientro a terra in totale sicurezza. La Orbital Sciences Corp. è già entrata nella storia con il suo primo lancio di prova che l’ha consacrata come prima compagnia privata “rivale” diretta della californiana SpaceX. Il volo di Antares è il tredicesimo lancio della Orbital. Il vettore ha raggiunto l’orbita in appena 10 minuti. I dati acquisiti dalla “massa” intelligente di prova, che non può manovrare perché priva di sistemi propulsivi, coprono l’intera durata della missione. Attualmente la Nasa vola sulla Iss grazie alla collaborazione delle Agenzie spaziali russa ed europea (Esa) che con i propri lanciatori assicurano i rifornimenti di materiali e i voli degli astronauti. Anche per il rientro a terra. L’Europa assicura le sole operazioni cargo perché è non possiede una sua navetta spaziale. Solo la Russia è in grado di far volare astronauti sul Laboratorio orbitale e di riportarli a terra grazie alle Soyuz. “Non abbiamo più gli Space Shuttle – fa notare Culbertson, ex comandante della navetta spaziale americana e della Iss – che assicuravano grande capacità di carico e ottima flessibilità, in grado di alimentare la Stazione Spaziale con ogni ben di Dio di tutte le dimensioni, dalla batteria più grande alla strumentazione più piccola. Ma senza gli Shuttle bisogna fare lo stesso lavoro con un impegno maggiore e con soluzioni all’avanguardia altrettanto flessibili ed efficienti”. L’ingresso delle compagnie private americane nella corsa allo spazio, dunque, non rappresenta alcuna minaccia alla supremazia degli Usa, della Nasa e delle altre Agenzie spaziali pubbliche mondiali. Tutt’altro. L’economia spaziale è un gioco di squadra. Nessuno può andare lontano in completa solitudine. Si comincia dai piccoli passi. Ne è convinto Kurt Eberly, Direttore del Progetto Antares. “È molto gratificante per me assistere a questi entusiasmanti progressi, abbiamo dimostrato le nostre capacità e potenzialità. Quando abbiamo iniziato questo programma sei anni fa, nulla di tutto questo esisteva”. Era pura fantascienza. “Non c’era nulla. Nessun impianto, nessun sito di lancio e sicuramente nessun vettore” – rivela Phil McAlister, Direttore dello sviluppo dei voli spaziali commerciali alla Nasa. La “Virginia Commercial Space Flight Authority” è un’Agenzia di sviluppo economico gestita dal governo della Virginia, pagata per costruire il sito di lancio del “Mid-Atlantic Regional Spaceport”, frutto di una partnership tra gli stati di Virginia e Maryland. Grazie al finanziamento addizionale del Congresso degli Stati Uniti, la Nasa ha potenziato il suo “Space Act Agreement” con la Orbital, promettendo ulteriori 118 milioni di dollari se la compagnia di Dulles avesse testato il missile Antares prima del volo commerciale inaugurale sulla Iss. Come rivela Culbertson, il contratto è davvero significativo in forza “dei 1.9 miliardi di dollari di investimenti e della reputazione della compagnia Orbital”. Le immagini su Youtube sono la prova migliore delle capacità di Antares. Ora ci si prepara alla prossima fase: il rifornimento in orbita della Iss. Una missione dimostrativa è già in programma nell’Estate 2013. Equipaggiata con un voluminoso container di materiali, la navetta Cygnus montata sull’Antares sarà lanciata nello spazio dalla base virginiana di Wallops. La prima spedizione commerciale sulla Iss, senza ulteriori ritardi, è prevista prima della fine dell’anno. Non vede l’ora McAlister. Ogni volo metterà in orbita più di due tonnellate di materiali. Al termine della missione, la Cygnus, a differenza della navetta Dragon SpaceX, brucerà nell’atmosfera terrestre mettendo all’opera il metodo di smaltimento rifiuti della Iss già consolidato dai russi, dai giapponesi e dagli europei con le loro navette cargo a perdere. Dunque la Dragon, che ha già completato con successo le prime due missioni commerciali automatiche sulla Iss, delle 12 previste con i suoi voli di rifornimento in orbita bassa, è il solo veicolo in grado privatamente di riportare a terra, sani e salvi, gli esperimenti e i materiali utili del complesso spaziale mondiale. I contratti della Nasa con la Orbital e la SpaceX coprono i voli privati fino al 2016. Dal momento che le altre Agenzie pubbliche mondiali sembrano ancora sorde al richiamo dei mercati spaziali, pare che solo la Nasa oggi negli Usa sia in grado di negoziare nuovi contratti per i servizi di rifornimento di materiali e risorse umane alla Iss che dovrebbe rimanere in orbita almeno fino al 2020. Sempre che non venga trasformata in una vera astronave interplanetaria. Il vettore Antares è compatibile con i siti di lancio di Wallops in Virginia, di Western Range nella base californiana di Vandenberg, di Eastern Range a Cape Canaveral in Florida e del Kodiak Launch Complex in Alaska, per le traiettorie più varie. McAlister sostiene che la Nasa non ha ancora chiarito l’organizzazione dei servizi di rifornimento per la seconda metà del decennio. Tutto dipende dal Congresso Usa e/o dall’ingresso di nuove compagnie private in aperta e libera concorrenza. Un fatto è certo. Lo spazio cosmico non sarà mai più come prima. Ossia come finora ce lo presentato la fantascienza più paludata. “Innovation you can count on”. Vola Antares! Vola Cygnus!

© Nicola Facciolini

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