Crisi Abruzzo: 25 imprese chiuse al giono nel 2012

Dalle elaborazioni che il Cresa ha svolto sulla base dei dati Infocamere emerge che in Abruzzo tra gennaio e dicembre dello scorso anno, sono nate 10.029 imprese e cessate 9.381 (quasi 25 chiusure al giorno) con un saldo di fine anno pari a 648 imprese in piu’ che portano a 150.548 il totale dello stock […]

Dalle elaborazioni che il Cresa ha svolto sulla base dei dati Infocamere emerge che in Abruzzo tra gennaio e dicembre dello scorso anno, sono nate 10.029 imprese e cessate 9.381 (quasi 25 chiusure al giorno) con un saldo di fine anno pari a 648 imprese in piu’ che portano a 150.548 il totale dello stock di imprese esistenti al 31 dicembre 2012. “La situazione di crisi che ha interessato l’intero Paese durante il 2012 ha causato in Abruzzo il rallentamento della voglia di fare impresa, come evidente nel calo, rispetto al 2011, sia delle iscrizioni (-367) sia delle imprese registrate (-755) e nell’aumento delle cancellazioni (+163). Il tasso di crescita e’ stato di 0,43, in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti” afferma il presidente del Cresa Lorenzo Santilli. “La provincia di Pescara ha manifestato la maggiore vivacita’ con un incremento del tessuto imprenditoriale di 483 unita’ e un conseguente tasso di crescita pari a 1,35. Anche nella provincia di Teramo sono risultati positivi il saldo (+279) e il tasso di crescita (+0,76). Le province di Chieti e L’Aquila fanno rilevare valori lievemente negativi sia del saldo (rispettivamente -19 e -95) sia del tasso di crescita (-0,04 e -0,30)” aggiunge il direttore del Cresa Francesco Prosperococco. Tra le forme giuridiche emerge l’andamento positivo delle societa’ di capitali che presentano i valori piu’ elevati del saldo e del tasso di crescita (rispettivamente +1.114 e 4,05). Le societa’ di persone e le ditte individuali mostrano, invece, valori negativi sia dei tassi di crescita (rispettivamente -0,18 e -0,56) che dei saldi (rispettivamente -45 e -523) dovuti alla diminuzione delle imprese registrate legata al calo delle iscrizioni e, nel caso delle ditte individuali, anche all’aumento delle cancellazioni.
Un andamento positivo viene registrato dalla tipologia residuale “altre forme giuridiche”, con saldo pari a 102 e tasso di crescita del 2,56. A livello settoriale si evidenzia l’ormai consueto calo delle imprese del settore agricolo con il peggior saldo negativo (-856) tra tutti i settori. Nell’ambito del secondario diminuiscono, in particolare, le imprese manifatturiere (-251 pari a una variazione percentuale del -1,7%) e quelle delle costruzioni (-423 pari al -1,9%) mentre aumentano quelle della fornitura di energia elettrica, gas e vapore (+54 corrispondente al +21,0%). Nel terziario si riscontra, in particolare, il calo delle imprese del commercio (-394 pari al -1,1%). Negli altri settori si registrano lievi aumenti, tra i quali emerge quello delle imprese di alloggio e ristorazione (+236 pari al +2,3%). “Per l’artigianato il 2012 e’ stato un anno molto difficile, quasi un tonfo, con 825 imprese in meno, derivanti dal fatto che le 2.331 nuove iscrizioni non sono riuscite a compensare le 3.156 cancellazioni. E’ stato registrato un tasso di crescita molto negativo (-2,28) e peggiore degli ultimi 6 anni. Le imprese registrate sono di conseguenza diminuite arrivando a 35.147 unita’” dichiara Prosperococco. Tutte le province hanno fatto rilevare valori negativi dei saldi e dei tassi di crescita, ma emergono le situazioni particolarmente difficili di Teramo e L’Aquila dove sono state perse rispettivamente 274 e 270 imprese artigiane. I tassi di crescita sono molto negativi (Teramo: -2,82 e L’Aquila: -3,33). Le province di Chieti e Pescara mostrano situazioni meno gravi ma comunque negative considerando che hanno registrato una consistente riduzione della base imprenditoriale artigiana (rispettivamente -145 e -136 imprese). A livello settoriale si evidenziano le forti difficolta’ del settore delle costruzioni che ha perso 539 imprese pari a un calo percentuale del 3,9% e del settore manifatturiero caratterizzato da un saldo negativo consistente (-270) e da una diminuzione del 3,3%. Andamenti negativi vengono rilevati anche nell’agricoltura (-19 imprese pari a -6,5%), nel commercio (-74 imprese pari a -2,9%) e nel trasporto e magazzinaggio (-57 imprese pari a -2,9%)

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