Crisi: con l’insostenibile prezzo dei combustibili si riscoprono stufe e camini

Con l’arrivo del freddo si accendono quest’anno 6 milioni di stufe e camini Con la crisi e l’insostenibile prezzo dei combustibili in Italia sono tornate le stufe e si riaccendono i camini, con un aumento record del 15 per cento delle importazioni di legna nel 2013 rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una […]

Con l’arrivo del freddo si accendono quest’anno 6 milioni di stufe e camini Con la crisi e l’insostenibile prezzo dei combustibili in Italia sono tornate le stufe e si riaccendono i camini, con un aumento record del 15 per cento delle importazioni di legna nel 2013 rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2013 dalla quale si evidenza che quest’anno con l’arrivo dell’inverno ci sono oltre sei milioni di stufe e camini accesi sul territorio nazionale. Con l’importazione di ben 3,5 miliardi di chili di legna da ardere nel corso di tutto il 2013 che saranno bruciati per garantire il caldo nelle case degli italiani, l’Italia – sitima la Coldiretti – è diventato il primo importatore mondiale di legna da ardere. Una dimostrazione evidente del ritorno di forme di riscaldamento che sembravano dimenticate dovuto – precisa la Coldiretti – al crescente interesse verso una forma di energia che è diventata competitiva dal punto di vista economico oltre ad essere piu’ sostenibile dal punto di vista ambientale. Una tendenza dovuta – sostiene la Coldiretti – in parte alla riapertura dei camini nelle vecchie case ed alla costruzione di nuovi ma anche ad una forte domanda di tecnologie piu’ innovative nel comparto delle stufe a legna, delle caldaie e pellets dove l’industria italiana soddisfa oltre il 90 per cento delle domanda sul mercato interno mentre destina quasi un terzo della produzione nazionale alle esportazioni. Con la crescente importanza del legname come combustibile si è addirittura registrato – rileva la Coldiretti – un aumento dell’interesse della criminalità con l’aumento dei tagli abusivi e i furti di legname. Nello scorso anno sono stati 823 gli illeciti penali con 384 persone denunciate, 4.014 illeciti amministrativi per un importo di circa 3.300.000 euro, su 40.179 controlli effettuati. Sul territorio nazionale sono presenti 10 milioni e 400 mila ettari di superficie forestale, in aumento del 20 per cento negli ultimi 20 anni, di cui viene utilizzato meno del 15% della ricrescita annuale a fronte di un 65% ad esempio della Germania. Con una più corretta gestione delle foreste può essere prelevata, quasi senza alterarne la sostenibilità, una quantità di 23,7 milioni di tonnellate/anno di combustibile che riduce i consumi attuali di petrolio di ulteriori 5,4 milioni di tonnellate. Appare quindi evidente l’importanza di rilanciare la gestione dei boschi che, oltre alle valenze territoriali, sociali e paesaggistiche, potrebbe contribuire in modo decisivo anche al raggiungimento degli obiettivi del Piano d’azione nazionale al 2020 (secondo il quale le biomasse, tra le quali spicca il ruolo dei prodotti legnosi, dovranno coprire il 44% dei consumi di fonti rinnovabili e il 58% dei consumi di calore totale), fornendo biomassa ottenuta con metodi sostenibili (sia nella produzione che nel taglio) nell’ambito di una filiera sostenibile anche nelle modalità di trasformazione energetica con caldaie moderne ed efficienti. I 12 miliardi di alberi che coprono oltre un terzo della superficie nazionale (35 per cento) costituiscono – precisa la Coldiretti – il polmone verde dell’ Italia con circa 200 alberi per ogni italiano. I boschi – conclude la Coldiretti – ricoprono un ruolo centrale come assorbitori e contenitori di anidride carbonica, che è il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione e nell`adattamento ai cambiamenti climatici in corso ma potrebbero svolgere un ruolo ancora piu’ importante per compensare il fabbisogno energetico del Paese.

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