Italia sempre piu’ anziana, ma la qualità della vita peggiora

Secondo il “Primo rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia”, presentato oggi da Istat e Cnel, il nostro paese e’ tra i piu’ longevi d’Europa, ma questo non va di pari passo con un aumento della qualita’ della sopravvivenza, soprattutto per le donne. In media, infatti, oltre un terzo della loro vita e’ vissuto […]

Secondo il “Primo rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia”, presentato oggi da Istat e Cnel, il nostro paese e’ tra i piu’ longevi d’Europa, ma questo non va di pari passo con un aumento della qualita’ della sopravvivenza, soprattutto per le donne. In media, infatti, oltre un terzo della loro vita e’ vissuto in condizioni di salute non buone.
Va peggio nel Mezzogiorno, dove a una vita mediamente piu’ breve si aggiunge un numero minore di anni vissuti senza limitazioni. Se al Nord le donne a 65 anni possono contare di vivere in media ancora 10,4 anni, al Sud il dato scende a 7,3. Calano, nel lungo periodo, la mortalita’ infantile (34,2 ogni 10mila), da incidenti stradali (1,1 ogni 10mila) e da tumori (9,3 ogni 10mila). Tuttavia, la mortalita’ infantile registra una crescita nell’ultimo anno per gli immigrati. Aumentano i decessi per demenza senile e malattie del sistema nervoso: dal 20,7 ogni 10mila del 2006 al 25,8 ogni 10mila del 2009).
Non aiutano i comportamenti a rischio adottati dalla popolazione. L’obesita’ e’ in crescita (nel 2001 42,4% di persone di 18 anni, diventate 44,5 per cento nel 2011) e i sedentari sono il 40 per cento delle persone di 14 anni e piu’. Tra questi, si mantengono forti disuguaglianze sociali: sono il 48,4 per cento tra le persone di 25-44 anni con basso titolo di studio e il 24,5 per cento tra i coetanei con titolo di studio alto.
L’abitudine al fumo in 10 anni ha registrato solo una lieve flessione: nel 2001 i fumatori erano il 23,7 per cento della popolazione di 14 anni e piu’, nel 2011 sono il 22,7 per cento, quota stabile dal 2004. Cresce tra i giovani il consumo di alcool: nel 2011 il 15,4 per cento dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni e il 16,1 per cento di quelli tra i 20 e i 24 anni ha adottato almeno un comportamento a rischio nel consumo di alcol. (gig, Redattore sociale)

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