Letta, un carico di aspettative eccessivo su questo governo

Il premier Enrico Letta replica alla discussione generale, in corso a Palazzo Madama, prima delle dichiarazioni di voto per la fiducia del Senato, così: “Vi confesso che questa mia giornata è iniziata caricandosi di ulteriore preoccupazione. Mi sono reso conto che c’è un grande problema, un carico di aspettative eccessivo su questo governo, rispetto all’oggettiva fragilità […]

Il premier Enrico Letta replica alla discussione generale, in corso a Palazzo Madama, prima delle dichiarazioni di voto per la fiducia del Senato, così: “Vi confesso che questa mia giornata è iniziata caricandosi di ulteriore preoccupazione. Mi sono reso conto che c’è un grande problema, un carico di aspettative eccessivo su questo governo, rispetto all’oggettiva fragilità di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo. Se non c’è questa consapevolezza credo che abbiamo tutti sbagliato. La situazione che abbiamo di fronte rimane di grandissima difficoltà e di grandissima emergenza. E se siamo qui, carichi di determinazione, energia e volontà, è perchè c’è questa emergenza. Siamo grati per le parole e le aspettative confermate in quest’Aula. Il problema però è la situazione che abbiamo davanti. Negli incontri nelle capitali europee cercherò di raccontare quello che è successo in Italia negli ultimi 5 cinque giorni. Vale il discorso di ieri, rispetto a temi e possibili polemiche. Quella è la base dalla quale parte il lavoro del nostro governo e vale la squadra dei ministri che avete davanti. La squadra dei ministri penso valga un parte di programma, e sarà una squadra che lavorerà con il Parlamento in un rapporto corretto, perchè oggettivamente le nostre istituzioni non funzionano. E da qui il tema della convenzione costituente, al centro della riflessione ieri, ribadisco qui. E in quest’Aula mi torna più facile parlarne, visto che nella scorsa legislatura a tal proposito c’è stato un lavoro marcato. Il Parlamento è libero e sovrano, ma la vita di questo governo dev’essere legata ad adempimenti certi che i cittadini devono esigere da noi. Molti interventi si sono concentrati sul tema del lavoro. La questione del riordino del nostro welfare. L’Italia può uscire da questa situazione, ma non perchè c’è una legge che la farà uscire, ma soltanto se tutti percepiremo di avere una responsabilità comune, ma non solo in Italia, bensì in Europa. Senza la capacità di ognuno di guardare lungo, non ce la faremo. Un continente come il nostro non può essere unito solo dalla moneta, la vicenda della crisi europea è una vicenda prima di tutto democratica. Non è una questione tecnica, bensì di far capire definitivamente che il nostro destino come ‘europeo’ o è comune, oppure è fatto di singoli Paese che lentamente declineranno. I cambiamenti servono a tutti. Ho ascoltato l’apertura di credito che la Lega ha voluto dare, l’ho colta. Voglio chiudere con una riflessione sulla grande coalizione, la paura del mescolarsi. Ha paura di fare scelte, come quella che abbiamo fatto, se si ha paura della propria identità, se la propria è un’identità debole, se siamo timorosi di quello che ognuno di noi è e ha costruito. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto, senza aver timore di fronte alle politiche e alle soluzioni comuni. Anche io avrei voluto un risultato elettorale diverse, ma la realtà che abbiamo di fronte è il principale tema che un uomo politico deve porre dinanzi la sua azione”(.mca)

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