Mondo contro carbone: è danno per clima, salute economia

Il mondo si mobilita’ contro il carbone ritenuto un ”danno per il clima, la salute e l’economia”. Mentre su twitter l’hashtag #endcoal viaggia verso livelli trend, sul sito ‘endtheageofcoal.org’ si possono avere informazioni per la Giornata contro la fonte fossile ”piu’ inquinante”, prevista per domani. Al grido ‘End the age of coal’, slogan della manifestazione […]

Il mondo si mobilita’ contro il carbone ritenuto un ”danno per il clima, la salute e l’economia”. Mentre su twitter l’hashtag #endcoal viaggia verso livelli trend, sul sito ‘endtheageofcoal.org’ si possono avere informazioni per la Giornata contro la fonte fossile ”piu’ inquinante”, prevista per domani. Al grido ‘End the age of coal’, slogan della manifestazione per ‘spegnere’ la fonte energetica ”piu’ sporca che ci sia”, partecipano sia il Wwf che Greenpeace.

Ora, se a livello internazionale i segnali sulla lotta alle emissioni di CO2 (di cui il carbone viene ritenuto il primo responsabile) sono in questi giorni distensivi, specie dopo l’annuncio di un Piano verde da parte di Barack Obama, in Italia

– affermano Wwf e Greenpeace – se ne fa un uso ancora troppo
alto. La richiesta e’ di ”consegnare al passato una fonte energetica pericolosa per la salute e il clima”.

L’associazione del Panda ricorda che nel nostro Paese, per esempio, ci sono due delle 30 centrali a carbone ”piu’ inquinanti d’Europa, entrambe di proprieta’ dell’Enel”: Brindisi sud, al nono posto, e quella di Civitavecchia, al 14/o posto, che insieme emettono quasi 23 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. In Italia sono ”in funzione 13 centrali a carbone” che ”nel 2010 hanno prodotto circa 39.734 Gwh (Gigawattora), contribuendo all’11,6% del fabbisogno elettrico complessivo; hanno prodotto circa 35 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a oltre il 30% di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale”. Proprio a Civitavecchia Greenpeace ha organizzato una protesta contro l’uso del carbone: in mare, di fronte alla centrale termoelettrica, ha aperto un enorme striscione galleggiante di 1.500 metri quadri con la scritta ‘No al carbone, quit coal’. Da una classifica fatta da Greenpeace sulle emissioni di CO2 dei grandi impianti nel 2012 nel nostro Paese risulta che la centrale Enel di Brindisi sud avrebbe emesso 12,2 milioni di tonnellate; a seguire c’e’ Torrevaldaliga nord con 10,4 milioni di tonnellate, al terzo posto, a chiudere il podio, c’e’ l’Ilva di Taranto con 10,3 milioni di tonnellate. Al quarto posto si piazza lo Stabilimento di Taranto di proprieta’ di Taranto energia (7,5 milioni di tonnellate) e al quinto la Raffineria di Sarroch di Saras (5,9 milioni di tonnellate).

”E’ giunto – afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace – il momento di cambiare e il governo deve assumersi le sue responsabilita”’. Ma in Italia, osserva il Wwf, nonostante il Pianeta ”stia andando in un’altra direzione”, si sta ancora pensando di convertire a carbone la Centrale di Porto Tolle nel parco del Delta del Po, aprirne una nuova a Saline Joniche e ampliare quella di Vado Ligure. ”Il Wwf chiede che si accantonino con decisione i progetti di nuove centrali a carbone – dice Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia – vanno chiuse anche le centrali a carbone esistenti, a cominciare dalle piu’ inquinanti per il clima e la salute”.

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