Scuola: l’esercito di precari diventa sempre più grande

Il Governo adotta misure blande e continua a ignorare le direttive UE sulle assunzioni. Col risultato che in 12 mesi i supplenti annuali sono aumentati del 10%: oggi sono 122mila insegnanti e 15mila tra amministrativi, tecnici ed ausiliari. Senza contare le decine di migliaia di contratti stipulati per supplenze brevi. Nessun comparto lavorativo annovera numeri […]

Il Governo adotta misure blande e continua a ignorare le direttive UE sulle assunzioni. Col risultato che in 12 mesi i supplenti annuali sono aumentati del 10%: oggi sono 122mila insegnanti e 15mila tra amministrativi, tecnici ed ausiliari. Senza contare le decine di migliaia di contratti stipulati per supplenze brevi. Nessun comparto lavorativo annovera numeri di questa portata. E nel futuro? Non cambierà nulla. L’esercito di precari della scuola diventa sempre più grande: gli ultimi dati nazionali, forniti da Orizzonte Scuola, indicano che all’inizio di quest’anno scolastico sono stati sottoscritti 136.896 contratti di supplenza annuale. Si tratta di un numero altissimo, che sovrasta quello di qualsiasi altro comparto lavorativo. Anche nel pubblico impiego, dove rappresentano ben oltre la metà dei circa 250mila complessivi. Nella scuola, inoltre, sono in sensibile crescita: lo scorso anno le supplenze annuali assegnate in tutte le scuole furono poco più di 126mila. Senza contare che si tratta di numeri in ‘difetto’: non contemplano, infatti, le decine di migliaia di contratti stipulati per le supplenze brevi. Il sindacato reputa questi dati sintomatici: dimostrano che la situazione del precariato nella scuola italiana è tutt’altro che indirizzato verso una soluzione. Nonostante in sei anni siano stati tagliati 200mila posti – tanti erano stati i dipendenti in più a votare in occasione delle elezioni Rsu del 2006 rispetto a quelli del 2012 – , continua infatti a rimanere altissima la percentuale di precari: 122 mila insegnanti e 15mila tra amministrativi, tecnici ed ausiliari. Inoltre, nei prossimi anni la situazione è destinata a rimanere tale. E ciò nonostante le oltre 60mila immissioni in ruolo a costo zero previste dal decreto Istruzione nel prossimo triennio, sempre se confermate di anno in anno dal Mef: siccome i pensionamenti previsti nello stesso arco di tempo corrispondono ad un numero analogo (circa 20mila l’anno), tutto questo significa che le assunzioni serviranno a coprire a stento il turn over. Lasciando immutato il numero di precari. “Di fatto – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – lo Stato italiano continua a lasciare inalterato il numero di dipendenti a tempo determinato in servizio su posti liberi. A tal proposito, va ricordato che tra i docenti le cattedre vacanti, quindi da assegnare sino al 31 agosto, sono molte di più delle 15mila affidate all’inizio di quest’anno scolastico”. “Basti pensare alle decine di migliaia di docenti che hanno ottenuto il trasferimento lasciando ‘scoperto’ il loro posto. Ma anche ai 46.818 di sostegno, oggi collocati al 30 giugno, che lo stesso Parlamento ha deciso di collocare gradualmente nell’organico di diritto. Le supplenze sino al termine delle lezioni, del resto, vanno assegnate solo qualora esista un titolare della cattedra: in caso contrario – conclude Pacifico – bisogna fare ricorso, come sempre consigliato dal nostro sindacato”. La mancanza di volontà nel risolvere la piaga del precariato della scuola, inoltre, cozza con le indicazioni della Commissione UE che proprio di recente si è espressa sulla questione: non possono, infatti, le ragioni finanziarie dello Stato giustificare l’abuso dei contratti a termine nel settore pubblico e in particolare in quello scolastico. Così, se anche la Corte di Lussemburgo dovesse confermare questa posizione, quanto stabilito dalla Cassazione con la legge 106/2011 sarebbe superato. Con migliaia di precari che potrebbero finalmente ottenere la stabilizzazione o cospicue sentenze risarcitorie dai tribunali del lavoro italiani.

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