Giornata Mondiale dei Diritti umani: rieducazione è diritto dei giovani detenuti

In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, il MODAVI Onlus, membro del gruppo di lavoro del Forum Nazionale dei Giovani “Emergenza carceri e Diritti umani”, partecipa alla giornata di sensibilizzazione in difesa dei diritti dei giovani detenuti organizzata presso la Camera dei Deputati. Per molti giovani, infatti, la detenzione in carcere resta solo un’esperienza […]

modaviIn occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, il MODAVI Onlus, membro del gruppo di lavoro del Forum Nazionale dei Giovani “Emergenza carceri e Diritti umani”, partecipa alla giornata di sensibilizzazione in difesa dei diritti dei giovani detenuti organizzata presso la Camera dei Deputati.

Per molti giovani, infatti, la detenzione in carcere resta solo un’esperienza punitiva e non riabilitativa. Il sistema carcerario, frequentemente, non consente loro di vivere un percorso educativo che porti, oltre alla  comprensione gli errori commessi, alla piena espressione delle proprie potenzialità e competenze. La funzione rieducativa della pena deve anche garantire l’avvio, o il proseguimento, dei percorsi di studio e lavorativi più affini alle attitudini ed alle aspettative dei giovani carcerati.

“Spesso, purtroppo, i giovani trascorrono improduttivamente il tempo negli istituti penitenziari, con inevitabili conseguenze negative in fase di reinserimento sociale e lavorativo – dichiara in una nota il Presidente Nazionale del MODAVI Onlus, Maria Teresa Bellucci – Riteniamo fondamentale, quindi, che lo Stato rimuova tale ostacolo. La pena, per svolgere appieno la funzione rieducativa cosi come sancito dall’art. 27 della Costituzione, deve dare spazio ad attività formative ed educative in grado di arricchire lo sviluppo psico-sociale della persona detenuta, anche attraverso il ricorso alle misure alternative come l’affidamento ai servizi sociali, la messa alla prova o i lavori di pubblica utilità”.

Ad oggi, ci sono 31.045 persone interessate da misure alternative, lavoro di pubblica utilità, misure di sicurezza e sanzioni sostitutive mentre 6.052 sono sotto indagine per messa alla prova. Un vero svuota carceri presuppone, quindi, un intenso sforzo pedagogico-educativo che garantisca un futuro migliore alle persone detenute, un futuro all’insegna della legalità e del rispetto per la comunità a cui si appartiene.

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