Comuni abruzzesi: i sindaci chiedono più risorse

E’ stato un anno ‘tosto’, per i sindaci abruzzesi, alle prese qualcuno con problemi piu’ grandi di lui, si pensi alla ricostruzione post-sisma dell’Aquila, praticamente tutti con i danni della crisi, e con la conseguente necessita’ di inventarsi qualcosa per soddisfare almeno un po’ quella che dovrebbe essere la mission primaria di un amministratore, garantire […]

terremoto l'aquilaE’ stato un anno ‘tosto’, per i sindaci abruzzesi, alle prese qualcuno con problemi piu’ grandi di lui, si pensi alla ricostruzione post-sisma dell’Aquila, praticamente tutti con i danni della crisi, e con la conseguente necessita’ di inventarsi qualcosa per soddisfare almeno un po’ quella che dovrebbe essere la mission primaria di un amministratore, garantire il benessere della popolazione. AbruzzoWeb ha voluto fare il punto sull’anno che se ne va sentendo i primi cittadini degli otto maggiori Comuni abruzzesi. Ne viene fuori uno spaccato interessante tra qualche rivendicazione personalistica, qualche cifra che fa riflettere e, in generale, forse un po’ piu’ di ottimismo, nonostante tutto. “Il 2014 ha commentato Cialente – e’ stato un anno segnato dalla difficolta’ di bilancio, ma anche da una ricostruzione che finalmente procede a buon ritmo”. Luci e ombre nel fare il punto sull’anno che volge al termine, da parte del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che deve vedersela con le casse del Comune che non versano certo in condizioni ottimali tra il patto di stabilita’ da una parte e circa 10 milioni in meno di trasferimenti statali dall’altra. “Il governo – spiega Cialente – dovra’ porre rimedio a questa situazione, rischiamo di non poter pagare i dipendenti, ci devono garantire risorse adeguate”. Ma dell’anno che termina Cialente enfatizza soprattutto i tanti cantieri che sono stati aperti nel centro storico, delle tantissime gru che svettano sulla citta’ terremotata. “La ricostruzione e’ andata avanti spedita, e sono fiducioso anche per i prossimi anni visto che abbiamo ottenuto i 6 miliardi che occorrevano”. “Ora – conclude – lo posso dire: restituiremo agli aquilani e al mondo entro il 2017 il cuore del centro storico ricostruito e abitato. Il cronoprogramma che ci eravamo prefissati e’ alla nostra portata”. Sempre attingendo dal bilancio effettuato da AbruzzoWeb emerge che per il sinaco di Pescara, Marco Alessandrini, “Non sono stati 6 mesi facili quelli che abbiamo alle spalle. Ne’ saranno facili quelli che abbiamo davanti, ne’ pochi quelli necessari a risollevare Pescara che – dice – dovra’ percorrere un cammino di riequilibrio per lo stato in cui abbiamo trovato i suoi conti. Ma saranno mesi che ricorderemo tutti come la trincea piu’ sensibile che la citta’ abbia mai conosciuto”. Sei mesi “di scelte impegnative e necessarie – continua Alessandrini – di opere pubbliche concentrate su manutenzione e sicurezza del territorio, perche’ Pescara torni a essere bella e vivibile anche con poche risorse. Di grandi cose, come lo sforzo di riavere un posto al sole europeo e nazionale. Di significative conquiste, come il rapporto ritrovato con le scuole, il mondo della cultura e del volontariato. Il regalo piu’ grande che chi, come me, e’ nato a Natale possa desiderare – conclude – e’ quello di festeggiare insieme alla citta’ compleanni migliori. Scommettiamo sul futuro e buon 2015 a tutti”. Per il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi “La piu’ grande soddisfazione del 2014 e’ stata la vittoria alle elezioni, contro tutti e tutto. Perche’ e’ stata una vittoria frutto dei precedenti 5 anni di buon lavoro”. Non ha dubbi il primo cittadino, esponente di Forza Italia, che dopo il successo alle amministrative di maggio, in controtendenza rispetto alla generale debacle del centrodestra in Abruzzo, elenca i momenti salienti dei primi mesi del suo secondo mandato.  “Abbiamo migliorato la macchina amministrativa, riducendo ulteriormente il numero dei dirigenti, da 10 a 7, e ci apprestiamo a farli diventare solo 5. Non e’ una cosa di poco conto, un dirigente costa alle casse comunali quasi 150 mila euro l’anno”, sottolinea. “Inoltre abbiamo ridotto i fissi passivi, trasferendo gli uffici del Comune in strutture di nostra proprieta’. Infine tengo a sottolineare che siamo uno dei pochi comuni che spendono risorse per opere pubbliche, creando preziose economie, grazie ai 9,5 milioni di fondi europei che abbiamo a disposizione – rivendica ancora -. Stiamo infatti attuando il progetto traffico zero, sostituendo man mano tutti i semafori con rotonde, e realizzando un sistema di parcheggi”. Per l’anno nuovo la sfida piu’ ardua per un sindaco, ammette pero’ Brucchi, sono “i tagli che imporra’ il governo agli enti locali, le nuove regole di bilancio pensate per la riduzione forzosa dei debiti”. “I Comuni potranno mettere a bilancio quello che hanno in cassa, non ci potranno essere piu’ coperture di competenza – conclude il sindaco -. Cambiera’ tutto, andranno fatte scelte importante per non sacrificare i servizi essenziali. E auspico che ci sia finalmente autonomia gestionale, i soldi delle tasse dei teramani devono rimanere a Teramo, basta fare gli esattori per lo Stato”. Umberto di Primio, sindaco di Chieti, guarda positivo. “Abbiamo dimostrato una capacita’ amministrativa che i precedenti governi cittadini non hanno avuto, ne’ quelli di centrosinistra ne’ quelli di centrodestra”. E se lo dice lui, che nelle passate amministrazioni di centrodestra ha rivestito anche il ruolo di vice sindaco, l’affermazione diventa ancora piu’ interessante. Il bilancio del 2014 del sindaco si chiude con una serie di dati che, come lui stesso sottolinea, “potrebbero apparire normali se non si tenesse conto dell’enorme taglio di finanziamenti statali sancito da Roma”. La cifra e’ impressionante se si fa il raffronto con il primo anno di amministrazione Di Primio: nel 2010, quando gia’ era avvenuta una prima piccola contrazione dei trasferimenti governativi, a Chieti arrivavano 14.930.464 euro, nel 2014 i trasferimenti sono stati di 525.898 euro. In percentuale: il 96,48 in meno. “Questi dati mostrano lo sforzo enorme, l’impegno, la capacita’ e la passione che abbiamo messo nel nostro amministrare”, conclude Di Primio, neo vice presidente nazionale Anci e ricandidato ufficialmente per il centrodestra, senza primarie, dopo una serie di tentennamenti, alle elezioni comunali della primavera prossima

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