Beni culturali in rovina per fondi sempre più limitati

Musei e rovine…in rovina. Fondi sempre più limitati, personale poco qualificato, mala gestione e calo dei visitatori. Questo è il panorama che si osserva nel nostro bel Paese, scrigno di tesori a cui non si è dato il giusto risalto per incuria e mancanza di iniziativa. Mentre il Ministro dei Beni culturali Sandro Boldi , firma una lettera […]

rovineMusei e rovine…in rovina. Fondi sempre più limitati, personale poco qualificato, mala gestione e calo dei visitatori.

Questo è il panorama che si osserva nel nostro bel Paese, scrigno di I-musei-di-Strada-Nuova_8tesori a cui non si è dato il giusto risalto per incuria e mancanza di iniziativa. Mentre il Ministro dei Beni culturali Sandro Boldi , firma una lettera d’ intenti con l ‘omologa francese: Christine Albanesper la creazione di un Canale televisivo Culturale italiano, in collaborazione con la rete Franco-Tedesca Arte’ prevedendo la collaborazione nel  settore dei musei, del cinema, dello spettacolo dal vivo, degli archivi , delle biblioteche e della lotta al traffico illecito ai beni culturali, a Pompei da un pò di tempo si è dovuto nominare un prefetto come commissario straordinario per gestire la situazione di degrado ambientale e”di grave pericolo” che da anni attanagliano il sito archeologico, un sito che davvero non ha uguali Miurnel mondo e che da solo basta, o basterebbe, a giustificare un viaggio in Italia per molti stranieri, i quali, nonostante ciò nel 2008 sono calati del dieci per cento.

Guido Bertolaso, è stato nominato commissario straordinario per la gestione dell’area della gestione romana, compresa Ostia. Altro luogo in cui intervenire subito è l’ Accademia di Brera a Milano secondo le indicazioni date da BoNdI.

Sono soluzioni di carattere emergenziale, tipiche dello stile politico MaDe In ItAlY che lascia che le” situazioni” arrivino a livello di allarme perchè si intervenga a suon di commissari straordinari e soluzioni di emergenza come accadde non tanto tempo fa per l’immondizia di Napoli.images (1)

I nostri beni culturali, sono affidati da tempo alla scarsa professionalità, all’assenteismo e alla troppa burocrazia, alcune professionalità più alte che hanno iniziativa e volontà di migliorare, si scontrano con questa situazione caotica e deprimente.

Manca l’incentivo ai privati, spesso per mancanza di interazione e collaborazione con le soprintendenze. Nella maggior parte dei casi, si preferisce mantenere uno stato di abbandono e di oblio.

Un passo avanti è stata l’approvazione dal Consiglio dei ministri  il nuovo regolamento del ministero dei Beni  e le attività culturali che prevede una razionalizzazione delle direzioni generali e centrali e periferiche dell’amministrazione. Tra le novità di rilievo c’è la creazione della nuova Direzione generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale. Ad assumere l’incarico, una volta entrato in vigore il regolamento attuativo della riforma del Ministero, sarà Mario Resca, uomo dal curriculum manageriale, l’intento sarà quello, ed è auspicabile che si arrivi al dato di fatto, di “puntare sulla valorizzazione dei musei, dal momento che l’Italia possiede il più grande patrimonio di musei al mondo”, (parole del ministro Bondi) e contestualmente di riformare un’amministrazione improntata quasi esclusivamente alla conservazione alla tutela piuttosto che allo sviluppo e innovazione.

Tra gli obiettivi di questa riorganizzazione ci sarà quello di creare figure professionali con capacità manageriali che pur continuando a sorvegliare e tutelare i beni avranno anche il compito di far fruttare l’enorme patrimonio culturale nazionale razionalizzando la gestione, valorizzando la fruizione da parte del pubblico attraverso un’azione più efficace sui musei che, ad oggi, risultano trascurati, bisognosi di interventi strutturali, di un migliore allestimento e di una migliore capacità di comunicazione esterna.

Insomma, i presupposti ci sono per iniziare a lavorare in tal senso. L’occasione è propizia e, in un momento di crisi che lascia ben poco spazio all’immaginazione, momento in cui il patrimonio culturale potrebbe essere un buon investimento, va sfruttata appieno.

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