BPCO: sei italiani su 100 ne soffre, ma solo uno sa di essere malato

Si è aperto stamattina a Verona il 17° Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, esattamente presso il Roseo Hotel Leon D’oro. Sono trecento gli specialisti che interverranno durante il congresso, provenienti da tutta Italia. “Il congresso, giunto alla sua diciassettesima edizione, può vantare un importantissimo e […]

robertoSi è aperto stamattina a Verona il 17° Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, esattamente presso il Roseo Hotel Leon D’oro. Sono trecento gli specialisti che interverranno durante il congresso, provenienti da tutta Italia.

“Il congresso, giunto alla sua diciassettesima edizione, può vantare un importantissimo e lusinghiero primato – spiega il Prof. Roberto Dal Negro, Responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia respiratoria – è il più longevo appuntamento monotematico in Italia tra quelli non organizzati da società scientifiche. E, per la precisione, si festeggia un compleanno importante: sono venti anni di ricerca, dibattiti e sensibilizzazione, in quanto le prime due edizioni furono a cadenza biennale”.

Secondo le ultime stime, l’asma colpisce il 7% della popolazione italiana, mentre il 5,5% soffre di BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva): in sintesi, più di una persona su dieci soffre di malattie respiratorie (12,5%). Eppure le stesse non prese abbastanza in considerazione, né dai singoli né dalle Istituzioni. E sempre più spesso ci si ammala senza sapere di esserlo: una persona su due non sa di essere malata, il 30% degli asmatici e fino al 75% dei pazienti con bronchite cronica non ha mai ricevuto una diagnosi. E quando questa arriva potrebbe essere già troppo tardi: circa il 50% dei pazienti con BPCO grave, muore entro 10 anni dalla diagnosi.

La BPCO colpisce circa 65 milioni di persone in tutto il mondo e 2.600.000 in Italia. Secondo l’OMS ogni anno nel mondo si contano 3 milioni e 280 mila morti (pari al 5,8% dei decessi). Si stima, inoltre, che i decessi siano destinati ad aumentare di oltre il 30% nel corso dei prossimi 10 anni, e che entro il 2030 questa patologia diventerà la terza principale causa di morte a livello mondiale. Anche i dati italiani sono assai preoccupanti: in Italia colpisce tra l’8 e il 12% della popolazione adulta. I fumatori sono i più a rischio: nel 20-40% questi raggiungono la malattia conclamata. In questi soggetti, l’incidenza della BPCO e delle complicanze cardiovascolari aumentano esponenzialmente.

“Un’epidemiologia sempre in crescita, eppure non hanno ancora il giusto riconoscimento dalle Istituzioni, e si investe troppo poco per la ricerca, per la sensibilizzazione della popolazione e per il supporto dei malati. Urge un dialogo tra parti, basti pensare che nel nostro Paese, asma e BPCO costano al SSN circa 14 miliardi di Euro all’anno: di fatto 1 punto di PIL – continua il Prof. Dal Negro – E’ paradossale che, nonostante il continuo aumento di casi e di gravità, strutture specialistiche subiscano sempre più tagli, a favore di un contenitore aspecifico di una medicina tuttologica”.

Per quanto riguarda il rapporto tra BPCO ed età, intorno ai 50 anni i malati sono circa il 7%, intorno ai 60 la percentuale sale sino a raggiungere l’11-12%, con numeri che raggiungono il 50-55% intorno ai 70. I fattori che causano la malattia sono i seguenti: il basso peso corporeo, i disturbi respiratori dell’infanzia, l’inquinamento atmosferico, l’esposizione al fumo passivo di sigaretta, presenza di polveri sottili o prodotti chimici inalati, ma sono di minore importanza rispetto al fumo attivo di sigaretta. I sintomi sono semplici: tosse persistente e gravi difficoltà di respirazione.

Ampio spazio, durante il congresso, anche ad altre tematiche: le riacutizzazioni virali nell’asma e nella BPCO; le nuove terapie biologiche nell’asma; la disassuefazione dal fumo e la sigaretta elettronica; la tosse come malattia e non più solo come sintomo.

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