Italo Rodomonti Artista Spaziale Universale

“Il linguaggio universale dell’arte diventa in Italo Rodomonti linguaggio sull’Universo” (Carlo Chenis). Verso l’Infinito. L’Universo ora ti appartiene, Italo. L’Artista spaziale di fama mondiale Italo Rodomonti, 88 anni, è tornato nella Casa del Padre, lasciando sulla Terra la sua preziosa eredità, la Speranza. L’Astronomia permea da sempre la visione interstellare di Italo Rodomonti, amico fraterno […]

ItaloRodomonti“Il linguaggio universale dell’arte diventa in Italo Rodomonti linguaggio sull’Universo” (Carlo Chenis). Verso l’Infinito. L’Universo ora ti appartiene, Italo. L’Artista spaziale di fama mondiale Italo Rodomonti, 88 anni, è tornato nella Casa del Padre, lasciando sulla Terra la sua preziosa eredità, la Speranza. L’Astronomia permea da sempre la visione interstellare di Italo Rodomonti, amico fraterno di Wernher Von Braun, l’artefice del volo umano sulla Luna. Nelle sue opere e mostre personali Italo Rodomonti, socio della International Association for Astronomical Artists, sorprende con le sue invenzioni figurative senza mai rinunciare al tema che ha ispirato una vita di lavoro e di ricerca, lo spazio e l’Universo. Fin dalle prime prove pittoriche, Italo Rodomonti muove da esperienze d’avanguardia. Quando in Italia si impongono i tardi epigoni della cultura nobilissima del Novecento e della rivisitazione della tradizione, Italo Rodomonti, già famoso negli USA, si avventura nelle sperimentazioni più ardite, in contemporanea con le romantiche e radicali ricerche della pittura americana. Quando Pollock stupisce il mondo con il suo Dripping e De Koonig, insieme a Gorky e Moterwel inaugurano la straordinaria stagione dell’espressionismo astratto, Italo sperimenta quantisticamente l’impossibile. Via i pennelli, via la tavolozza, via l’armamentario fino ad allora scontato del fare pittura. Spazio a nuovi strumenti, nuove tecniche, nuove visioni. Italo Rodomonti innova, si inserisce d’istinto nella koinè della sperimentazione che non è solo tecnica, è anche fenomenologica con l’addentrarsi in un Mondo dove nulla è più certo e sicuro come nella Fisica dei Quanti, dove il linguaggio trova inedite dimensioni rappresentative dell’infinito Reale. Ecco le vernici di Rodomonti che, sotto la spinta della Forza di Gravità e della manipolazione del supporto, colano seguendo percorsi cosmici apparentemente casuali. Sembra inverarsi la descrizione dell’Inizio dell’Universo creato da DIO. Sotto la spinta dell’Energia del Vuoto, necessità ma non cieco caso, il Cosmo comincia ad addensare Materia per poi cercare la Vita. Sono trascorsi ormai 13,7 miliardi di anni dal Big Bang. L’esplosione perfetta e simmetrica! Una Supernova non saprebbe fare altrettanto. Il tumulto iniziale degli elementi e delle forze primordiali si configurano nell’opera di Italo Rodomonti in ammassi mai casuali, tormentati da una ricerca dagli esiti incerti, addensamenti, rarefazioni, vuoti da esplorare, forme del caos e della casualità del Disegno Intelligente. Italo Rodomonti sembra ripercorrere il film della nascita di ciascuno di noi. Quella nascita che il cinema si è avventurato ad illustrare con il capolavoro del regista Terrence Malick, “The tree of life”. In questo prorompente avvio della Creazione, Italo Rodomonti trova già la sua dimensione cosmica universale. Il suo soggetto interstellare di studio è lo Spaziotempo di Einstein che descrive con la forza della pittura e dell’innovazione, nell’azzardo di coniugare l’impossibile nello Spazio della pittura e del Cosmo, nelle traiettorie e negli ammassi stellari più surreali che ispirano anche il regista Christopher Nolan per il suo kolossal assoluto Interstellar. Italo Rodomonti conquista il Mondo per avventurarsi Altrove. È suo il posto di primo piano in quella corrente artistica denominata Space Art che conosce sulla Terra pochi protagonisti di così assoluto prestigio. Ed è così che Scienza e Arte possono trovare nella pittura di Italo Rodomonti una felice sintesi, inaugurando un percorso del tutto originale e coerente, dove la pittura anticipa, com’è già accaduto con lo spazio rinascimentale, lo spazio del cubismo e lo spazio dell’onirico, scoperte scientifiche e tecnologiche di portata storica. La Space Art di Italo Rodomonti indaga l’Universo dei primordi e del futuro, della Singolarità quantica e poi successivamente le Realtà degli altri Mondi, di pianeti, stelle, polveri cosmiche vitali e mortali che fluttuano nell’Universo, animando e trasformando la Vita, obbedendo alle Leggi fisiche di Dio che l’Uomo vuole scoprire ed applicare da sempre e che sembrano trovare nella pittura di Italo Rodomonti la forma più sublime di arte e intuizione. Ordinati percorsi, orbite, sfere plastiche splendenti, miliardi di punti luminosi (quanti sono gli altri Mondi) costellano la superficie della tela e dei vari supporti. Dove la capacità dell’artista spaziale di inventare e di trovare sempre nuove vie e nuovi sbocchi alla ricerca, ha dello straordinario. Perché pone l’osservatore di fronte ad una vena inesauribile di conoscenza, alla fantasia più sfrenata, al rigore della composizione ordinata ed armonica. Nascono grandi cicli pittorici e opere di notevoli dimensioni che alimentano il notevole dinamismo espositivo e culturale di Italo Rodomonti. L’artista spaziale non trascura poi di collegare la sua opera e il suo lavoro con le ricerche degli scienziati di Osservatori astronomici, Istituti di ricerca come l’Infn e il Cern, e personalità come il premio Nobel della Fisica, Peter Higgs. Nel 2011, in un’appassionata lettera all’artefice della scoperta del famoso Bosone che dona la massa a tutte le altre particelle, Italo Rodomonti celebra con la sua scultura Space-Time il professore di Edimburgo e il Cern di Ginevra. “La donazione dell’opera Space-Time rappresenta un indiscutibile motivo di orgoglio a suggello dell’attività artistica e culturale svolta dal sottoscritto in Italia e nel mondo – scrive Italo Rodomonti – da sempre impegnato nei temi scientifici della rappresentazione dello Spazio Cosmico e del suo Infinito, quale socio della International Association for Astronomical Artists. Le mie opere sono famose in tutto il mondo. Oggi, vorremmo porre, come normale consuetudine negli USA, le basi per un Progetto culturale straordinario, cercando di divulgare ai giovani studenti l’amore per l’Arte e per l’Astronomia, regina di tutte le Scienze, con la collaborazione e la grande dedizione che anima lo spirito di sacrificio dei ricercatori e degli scienziati Inaf di Collurania e del Laboratorio Nazionale del Gran Sasso dell’Infn”. La divulgazione della Scienza “grazie anche all’Arte spaziale ed all’utilizzo del linguaggio della luce, delle dimensioni cosmiche e della matematica, vuole essere un mio omaggio personale a quanti dedicano la propria vita alla ricerca della verità. Costoro sono il nostro più prezioso tesoro”. Nelle sue ultime mostre, Italo Rodomonti presenta opere della sua più matura produzione. Anche qui l’artista esibisce la sua capacità di sorprendere, approdando ad un nuovo modo di trattare lo Spaziotempo, l’argomento che da sempre è il soggetto della sua appassionata indagine e che si dispiega in più di mezzo secolo. Nella quale l’osservatore più attento riesce a cogliere delle importanti novità dovute ad un’estrema capacità di sintesi. Adesso nel buio profondo dell’Universo si affastellano linee bianche che solcano l’Universo e seguono percorsi, ora convergenti, ora divergenti, organizzate in trame che sembrano voler lasciarsi alle spalle i temi noti della Space Art per approdare ad un puro Grafismo, in cui la pittura ha il sopravvento. Ma è solo un attimo nel Cosmo. Chi osserva queste fantastiche trame e queste traiettorie particellari, si domanda se Italo Rodomonti non voglia mettere il Mondo di fronte ad un ennesimo approdo carico di Speranza. Abbandonati al loro destino gli oggetti spaziali, rimangono le strade e i sentieri dell’Infinito e dell’Anima. La Materia è trasfigurata in Energia Pura. Interessano allo Spirito solo le mappe del viaggio e dell’avventura verso DIO. D’altra parte non sappiamo quale sarà il nostro destino nel Cosmo, ma sappiamo che per corrergli incontro, l’Universo ha premuto sull’acceleratore e i Mondi si allontanano sempre più in fretta! Un comportamento inaspettato ha rivoluzionato la Cosmologia moderna e sorpreso anche gli astrofisici che per primi lo riscontrarono. Correva l’Anno Domini 1998 quando due gruppi di ricerca giunsero indipendentemente alle medesime conclusioni. Poi, gli autori di quella rivoluzionaria scoperta vennero premiati con il più prestigioso dei riconoscimenti, il Nobel. Saul Perlmutter, a capo di uno dei due gruppi di ricerca, Brian Schmidt leader dell’altro gruppo e Adam Reiss che nel secondo team svolse un ruolo cruciale. Sono gli scienziati e gli artisti come Italo Rodomonti a passare alla Storia mentre le ceneri dell’oblio per molti altri vengono disperse nell’Universo buio, spento e freddo del futuro dominato dai Buchi Neri. Italo Rodomonti è stato sicuramente un artista eclettico e il maggior esponente della Space Art in Italia e nel mondo. Nel corso degli anni Italo ha edificato attorno alla sua passione opere di inestimabile valore artistico. “Rodomonti ha costruito negli anni della sua lunga carriera artistica un percorso coerente e formalmente ineccepibile intorno ad una passione e ad un’avventura – osserva il critico Romolo Bosi – la rappresentazione dello spazio cosmico e la sua declinazione fondata sulla cultura artistica della contemporaneità. È già stato detto come la Space Art si muova su un crinale assai pericoloso, spesso incerto tra figurazione ed illustrazione. Mantenersi su questo crinale in un equilibrio che non sia solo arzigogolo intellettuale o peggio ancora furbesca contaminazione, è stata la sfida costante con la quale Italo Rodomonti si è sempre misurato raggiungendo risultati unitari artisticamente validi senza rinunciare al suo amore fondamentale: lo spazio infinito dell’Universo”. Le opere di Italo Rodomonti sono in tutto il mondo e non solo nella sua città natale aprutina, in Abruzzo. Anche all’Osservatorio Astronomico Inaf di Collurania, al Santuario di San Gabriele, nel Laboratorio Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso, nell’Osservatorio di Capodimonte. Le sue pitture e le sue sculture abbeliscono Washington D.C. negli USA, Dortmund, la Grecia, Parigi, l’Alabama Space and Rocket Center di Huntsville. Il Mondo guadagna in Cielo un artista di grande calibro, mai pienamente apprezzato in Patria per quello che ha saputo produrre e donare. Italo ci ha lasciato in silenzio per conquistare quello spazio cosmico tutto suo che tutti sogniamo quando ammiriamo le sue opere e film intelligenti come Interstellar di Christopher Nolan che idealmente gli dedichiamo. Se una civiltà extraterrestre, in qualche angolo sperduto dell’Universo, avesse deciso di diffondere le proprie conoscenze mediante la trasmissione del pensiero nell’Arte per superare le barriere fisiche dello spazio e del tempo, avrebbe sicuramente trovato qui sulla Terra in Italo Rodomonti un degno interprete e un valido rappresentante. Perché stupore e fascino celeste si irradiano dalle pitture e dalle sculture del maestro abruzzese Italo Rodomonti. Il suo personale linguaggio artistico si è arricchito nel tempo di connotazioni interessanti legate alla sua inesauribile fantasia. I suoi lavori non sono frutto di mera invenzione letteraria e narrativa bensì di una visione sospesa tra sogno e realtà, tra trascendenza e riflessione, tra incanto e suggestione. Come se qualche spirito permeasse le sue realizzazioni progettuali, conducendo il maestro alla visione di nuovi, strani mondi che un giorno non lontano riusciremo a esplorare con autentiche navicelle interstellari grazie al Carlo Rubbia Warp Engine e alla liberalizzazione della Impresa Spaziale Privata. Non sono mancati progetti in tal senso anche in Italo. Le sue inquadrature astrali hanno sempre materializzato mondi dalle forti connotazioni scientifiche, da indurre astronomi, astrofisici, matematici e cosmologi a ritenere che Rodomonti partisse sempre da solide conoscenze. Ma il Nostro riesce sempre a filtrare le sue acquisizioni matematiche ponendole in raffronto con il suo microcosmo interiore. La sua ricerca, infatti, sta nella volontà di evitare sia la freddezza della fisicità cosmica sia l’interpretazione onirica della fantascienza. Dunque, non si tratta di mondi surreali e fiabeschi, ma reali nella misura in cui Italo Rodomonti riesce a uniformare il suo linguaggio al tema prediletto della sua immaginazione personale, necessaria al suo viaggio tra il Cosmo e il Microcosmo. Linea, colore, profondità di campo e chiaroscuri rappresentano sempre una teatralità oltre il visibile. E se riflettiamo sulle ultime scoperte scientifiche sui “Wormhole” di Einstein-Rosen-Nolan, sull’abbondanza di Materia ed Energia oscure nell’Universo, il 96 percento del Tutto, allora apprezziamo con riverente ammirazione le opere di Italo Rodomonti. Il quale non abbandona mai i dettami di una pittura dalla fruizione immediata, tradizionale, umana e solidale. La sua maturità espressiva gli ha consentito di portare il linguaggio verso una maggiore sintesi: evocazioni simboliche, percorsi orbitali, solo alcuni anni fa non consueti, diventano come per magia scientificamente rilevanti alla luce delle ultime scoperte di pianeti ghiacciati nel nostro Sistema Solare e delle strane orbite di strani esomondi alieni più o meno lontani. Rarefazione materica, tracciati iperspaziali, luminosità rarefatta, volumetrie ordinate in scansioni sovrapposte e immerse nel pulviscolo luminoso. Siamo alla visione reale dell’Universo, molto vicina alle immagini astronomiche trasmesse dai potenti telescopi orbitali e terrestri, con una maggiore attenzione alla dinamica dei corpi celesti per la definizione di un Cosmo dalla chiara e geometrica morfologia. Italo Rodomonti si lascia andare all’esplorazione di galassie e lontani sistemi solari, alla velocità del pensiero, in vedute generali e particolari. Non mancano i dettagli, autentici elementi mobili di un’intelaiatura architettonica che consentono a Italo di mantenere inalterato il rapporto tra l’immensità del Cosmo e la profondità del Microcosmo. Le sue visioni appassionano l’astronomo e, nelle espressioni delle strutture molecolari, il biologo molecolare. Nei lavori con olio su masonite, una luminosità bluastra permea la materia cosmica studiata da Rodomonti a livelli sovrapposti di costruzione e percezione, in tracciati di orbite vivificanti. Ecco allora visioni di un Universo realmente violento dove le energie in gioco, nell’esplosione della vita in gestazione, sono tremendamente potenti. Ecco allora il viaggio tra M42 in Orione, Rosetta Nebula, M8 Laguna Nebula, M31 Galassia Andromeda, Serpens Reflection Nebula, globuli di Bok, maser OH, Via Lattea, sistema stellare pi-greco Boo, nebulose planetarie, stelle pulsar, jet da buchi neri e quasar, eclissi solari multiple su lontani esomondi, stelle novae, supersimmetrie e Crab Nebula. La sua pittura cattura e svela la Forza dell’Universo, cuore nascosto del visibile e dell’invisibile. L’interesse di Italo si focalizza dapprima sulle forme primordiali del manifestarsi dell’energia, dal Big Bang originario alle deflagrazioni stellari impresse in tele bicromatiche, dalle campiture gravitazionali della dinamica newtoniana fino alle mosse prospettazioni della complessità astrofisica. Il cammino della ricerca scientifica specialistica e il viaggio artistico di Italo Rodomonti, sono la sua ricerca e procedono sullo stesso binario grazie alla puntuale espressione multimediale che si sostanzia nella fondazione di Città della Scienza, moderni musei interattivi della Fisica e dell’Astrofisica. Magari grazie a una Fondazione dedicata al Nostro. Novello Sidereus Nuncius, Italo Rodomonti con la sua avventura spaziale ha contribuito a propiziare queste visioni astrali realistiche con una comprensione di massa. I raffinati modi della rappresentazione cosmica, per l’alto valore divulgativo delle sue opere, hanno valso al Rodomonti il riconoscimento di scienziati e tecnici della NASA. Primo, fra tutti, l’omaggio di Werher Von Braun, padre della moderna missilistica e delle missioni umane sulla Luna. Nella lettera del 17 Maggio 1974, a firma dello stesso Von Braun, indirizzata a mister Lewandowski, il padre delle missioni Apollo che condusse nel Luglio 1969 il primo uomo a toccare il suolo selenico, raccomandò personalmente Italo Rodomonti a mister Edward Buckbee, direttore dell’Alabama Space and Rocket Center di Huntsville, per l’esposizione delle opere del Nostro presso il Centro spaziale USA. La spettacolarità scenografica, nitida e accattivante delle opere di Rodomonti, ottiene così quella giusta consacrazione mondiale che mai e poi mai avrà in Patria. Da allora inizia la sfida di Italo Rodomonti alle più sofisticate arti visive, ai più raffinati metodi pedagogici, comunicativi e divulgativi della Scienza con una progettualità titanica capace di ordinare tutte le nostre conoscenze astrofisiche e astroparticellari. Come nel caratteristico Trittico acquisito dal Museo di Arte Sacra del Santuario di San Gabriele ad Isola del Gran Sasso (Italia), governato da una Forza antigravitazionale, verso l’alto, e specularmente dal collasso della materia nel vortice cieco della Stella Nera azzeratrice e annichilente più o meno simile alla “gentile” Gargantua, la creatura astrale di Kip Thorne. Il primo piano è conquistato da costellazioni stellari focalizzate in un incanto di danza, tra vampe di eso-asteroidi ed eso-comete in caduta e pittoresche migrazioni globulari. I tracciati orbitali, affidati alla libera mano, sfuggono alla costruzione geometrica pur obbedendo alle leggi fisiche, nella vertigine di un Universo divenuto improvvisamente Multiverso, sulla base delle teorie cosmologiche elaborate dagli astrofisici S. Hawking, M. Rees e J. Barrow. La produzione artistica di Italo Rodomonti suggerisce ad alcuni il paradigma dell’attuazione di un programma: la rappresentazione di un Universo fenomenico di valori etici e religiosi condivisi. Ma non siamo certo alla riproposizione della platonica religione astrale. “Dio non gioca con i dadi”, sembra osservare Italo Rodomonti interpretando la ben nota affermazione di Albert Einstein, a 100 anni esatti dall’elegante formulazione matematica della Teoria della Relatività Generale. I fili sottili delle nostre fragili esistenze individuali e cosmiche, invisibili e ignoti, in verità sono per Rodomonti ben visibili e saldi nelle mani del Creatore. E come suggerito da monsignor Carlo Chenis, “il Cosmos di Italo Rodomonti è comunicazione estetica del silenzio siderale”. Scienza ed arte diventano l’espressione di un’indagine niente affatto dialettica della realtà. In tal senso Rodomonti fa del severo espansivo Universo studiato dalla Scienza, il paradigma delle proprie configurazioni pittoriche e scultoree. Un Universo multiforme e ordinato. La bellezza estetica della sua arte diventa metafora della perfezione del Creato. E il lavoro di Italo Rodomonti fa uso del linguaggio astrale per tracciare l’epopea universale. “Il linguaggio universale dell’arte diventa in Rodomonti linguaggio sull’Universo” (Carlo Chenis) per catturare l’attenzione del viandante nel tempo e nello spazio, oltre le banalità di assurdi oroscopi, tarocchi e divinazioni mistificanti. L’arte di Rodomonti si fa comunicazione della bellezza sconvolgente dell’Universo e stimolo all’Uomo terrestre affinché ritorni sui suoi passi recuperando il proprio ruolo nell’Universo. Italo Rodomonti racconta con il suo Cosmos le emozioni sul mistero della Creazione, l’enigma del finito-infinito, il combinarsi casuale di ciò che è ordinatamente causato. Ecco perché il Cosmos di Rodomonti trascende verso il Cosmo reale che è intimamente e laicamente “religioso” in quanto lega il fruitore (tutti noi) all’Universo di cui è parte. Ci si interroga così sul fondamento ultimo del visibile e dell’invisibile: il fascino della bellezza dei corpi celesti e delle particelle di Italo Rodomonti incendia le fallimentari ideologie deterministiche, indicando l’approdo sicuro nel Divino. Nel Cosmos di Rodomonti si scopre la potenza della Natura sull’Uomo. Dunque, un Cosmos ecologico, un appello alla fedeltà verso la Madre Terra, comunicandone l’intima bellezza. “La Terra su cui cammina l’Uomo e la volta del cielo che lo sovrasta continuano fortunatamente ad essere la Cattedrale della natura che l’arte è chiamata a cantare” (Carlo Chenis). Grazie al maestro Italo Rodomonti. L’Artista del Cosmo Italo Rodomonti ora intraprende il suo volo interstellare. L’Astronauta è finalmente giunto lassù nel Cielo infinito. Deciso ad arrivare là dove nessun Uomo è mai giunto prima. Arrivederci, Italo.

© Nicola Facciolini

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