L’Aquila: : Dibattito “Il Sintomo nel XXI Secolo”

Si terrà a L’Aquila, venerdì 19 Dicembre 2014 p.v., alle ore 15:30 presso la Sala Lettura della Biblioteca sita nel Dipartimento di Scienze Umane, in via Nizza 14, l’evento dal titolo: “Il Sintomo nel XXI Secolo. Educazione, Medicina, e Filosofia domandano la risposta della Psicoanalisi”. L’incontro avrà luogo tra operatori appartenenti a campi e formazioni diverse, con […]

scienze umaneSi terrà a L’Aquila, venerdì 19 Dicembre 2014 p.v., alle ore 15:30 presso la Sala Lettura della
Biblioteca sita nel Dipartimento di Scienze Umane, in via Nizza 14, l’evento dal titolo: “Il Sintomo nel XXI Secolo. Educazione, Medicina, e Filosofia domandano la risposta della Psicoanalisi”.
L’incontro avrà luogo tra operatori appartenenti a campi e formazioni diverse, con l’intenzione di
trattare la connotazione sociale e contemporanea dei sintomi che il soggetto moderno è andato
strutturando nel corso di un’epoca segnata dal tramonto dell’Edipo, dagli effetti dell’ordine della
globalizzazione, e dall’assoggettamento a pratiche che escludono il rapporto con l’Altro.
Il dibattito vedrà la partecipazione di Sabrina Di Cioccio, psicoterapeuta di indirizzo psicoanalitico
lacaniano membro dei Consultori di Psicoanalisi Applicata Ce.cli e Il Cortile di Roma, di Daniele
Poccia, dottorando in “Filosofia: forme e storia dei saperi filosofici” presso l’Università del
Salento, di Giorgia Carlone, medico presso la Clinica Oncologica S. Francesco Caracciolo di
Roma specializzata in terapia antalgica, e di Giorgio di Giannantonio, insegnante di batteria e
fondatore del progetto Hard Grooves Drum School.
Ciascuno a partire dalla singolarità della propria esperienza di ricerca e pratica lavorativa, articolerà questioni in merito all’incontro con le problematicità imposte dall’insorgenza dei sintomi e alla funzione del disordine che comportano, domandando alla psicoanalisi di farsene destinataria ed interlocutrice a partire dalla tipicità della posizione da cui opera e le permette di sostenere che
dell’“impasse” sia possibile farsene qualcosa e del rapporto simbolico, quel che chiedendo di amare
il proprio inconscio, è possibile riuscire ancora a far esistere senza che si debba per questo amare il
vero, il bello o il buono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *