Nella notte

Cosa si saranno detti nella notte Renzi che cabra e Berlusconi in picchiata, con una cena frugale ed un incontro che si è concluso dopo circa due ore e mezza, con la dipartita in macchina del leader di Forza Italia, visibilmente provato, con una mano sulla fronte, accasciato sul sedile posteriore della sua auto, partita […]

berluscaCosa si saranno detti nella notte Renzi che cabra e Berlusconi in picchiata, con una cena frugale ed un incontro che si è concluso dopo circa due ore e mezza, con la dipartita in macchina del leader di Forza Italia, visibilmente provato, con una mano sulla fronte, accasciato sul sedile posteriore della sua auto, partita in tutta fretta.
A Palazzo Chigi Berlusconi è arrivato a sorpresa, dopo solo pochi mesi dal patto del Nazareno e la versione ufficiale dice che i due leader hanno parlato di riforme.
Nessuno però ci crede, alla vigilia della possibile decisione del tribunale di Milano sull’esecuzione della sua pena, prevista proprio per oggi, 15 aprile.
L’ex Cavaliere aveva sentito Renzi al telefono ieri e, nel rassicurare il premier sul suo intento di tener fede al patto del Nazareno, aveva auspicato un colloquio di persona, per “mettere a punto le procedure e i dettagli per la modifica del Senato e per i tempi dei percorsi parlamentari, che non facevano parte dell’accordo”.
Al’incontro, fissato per la cena, con Renzi c’erano Lorenzo Guerini e Luca Lotti, e con Berlusconi Verdini e Gianni Letta.
E come ha spiegato nel corso del programma di Bruno Vespa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio l’onrevole Derglio, “Tutti abbiamo notato un nervosismo, anche comprensibile, da parte del presidente Berlusconi. Questo ha fatto sì che continuassimo a sentirci per mettere a punto il disegno delle riforme: è giusto per il bene del Paese che i leader si parlino e che continuino a parlarsi sul tema delle riforme”.
Ai più è parso, anche in questo caso, che per ora al’attacco giochi solo Renzi con Berlusconi sull’ ultima linea di difesa.
D’altra parte Renzi ha un bisogno vitale di vincere le europee di fine maggio, perché se fallisce è finito e sa che l’unicoad avere lo sprint per batterlo è Grillo, per cui ha bisogno di ogni tipo di elettore, anche di quello deluso di Forza Italia, che odia innanzitutto il tanfo di comunista, ma potrebbe riversarsi su di lui perché non è certo uno con un passato ed un credo da comunista convinto e sfegatato.
Allora gli conviene mantenere in vita un cadavere ambulante almeno fino al 26 maggio, per poi spogliarlo il più possibile di voti.
Quello che non si capisce è Berlusconi ed il suo partito, che ha detto sì all’ eliminazione del Senato e alla nuova legge elettorale e che, soprattutto, non sembra avere alcuna idea o proposta alternativa, anche se di argomenti ne avrebbe: forte critica alla politica monetaria europea (Euro troppo forte rispetto al Dollaro); crescita debole per mancanza di investimenti pubblici e ciò nonostante l’ alto debito pubblico; mancanza di una Legge europea sul mercato del lavoro per i giovani dei Paesi U.E.; tassazione italiana troppo alta rispetto alla media comunitaria e fuga di capitali, anche per l’ elefantiasi burocratica nostrana.
Quello che è evidente, di là dai retropensier, è che continua il dialogo fra un leader ormai decotto ed un ragazzo un po’ arrogante e, soprattutto, continua la vicenda che vede il Pd fare accordi su riforme vitali con Berlusconi e per di più, in questo caso, attraverso incontri notturni e privati, anzi privatissimi: nemmeno nell’ufficio del premier, ma nel suo appartamento.
Secondo il Fatto Quotidiano Renzi ha sbagliqato di nuovo e di nuovo ha rianimato Belusconi, facendo tornare un cadavere sulla scena politica, per di più in grado di perpretare un ferale ricatto, solo per salvaguardarsi a livello personale.
Il nervosismo a cui fa riferimento Delrio a Porta a Porta a è quello che si è fatto sentire sia dentro Forza Italia sia dentro il Pd, con Renato brunetta che dice che l’Italicum è scritto con i piedi e l’ex ministro democratico per le Riforme Vannino Chiti (minoranza Pd) che araccoglie il sostegno dei Cinque Stelle, degli ex M5s e a un certo punto anche quello del capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani, nella sua dichiarazione contro il testo.
Imnaspettatamente, però, Gianni Cuperlo si fa pompiere e dichiara: “Non si fa l’asse tra Forza Italia e la minoranza del Pd. Noi siamo il Pd, il primo partito del Paese, che mette in campo la sua proposta e la discute”; perché il Pd è :”un partito che discute alla luce del sole, si confronta, e cerca le soluzioni migliori nell’interesse del Paese”.

Carlo Di Stanislao

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