Spazio, Cristoforetti: Iss avamposto di tutta l’umanità

“Abbiamo creato una destinazione per gli esseri umani nel posto più ostile che esista: lo spazio”. Con queste parole Samantha Cristoforetti, capitano pilota dell’Aeronautica militare italiana e astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ha spiegato alla redazione multimediale della Farnesina e al Il Velino/Pei News il significato della Stazione spaziale internazionale (Iss), dove sta per recarsi […]

1spazio_pianeta_terra_nuvole1 (1)“Abbiamo creato una destinazione per gli esseri umani nel posto più ostile che esista: lo spazio”. Con queste parole Samantha Cristoforetti, capitano pilota dell’Aeronautica militare italiana e astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ha spiegato alla redazione multimediale della Farnesina e al Il Velino/Pei News il significato della Stazione spaziale internazionale (Iss), dove sta per recarsi nell’ambito di Futura, la seconda missione di lunga durata dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Come ha spiegato la stessa astronauta, la prima italiana, la Iss è un laboratorio scientifico, ma anche un avamposto di tutta l’umanità. “Ci sono rappresentanti di tutti i partner – ha ricordato – È un grande progetto internazionale ed è la prova tangibile che quando si ha un obiettivo comune, si riescono a fare cose eccezionali, coordinando esigenze, interessi e modalità di lavoro”. Il tema che Cristoforetti svilupperà nella missione è la nutrizione.

“Gli astronauti vivono per sei mesi in un ambiente molto stressogeno per corpo e mente – ha sottolineato -. Ciò, favorisce in tempi accelerati lo sviluppo di quei disequilibri, che sulla Terra subiscono tutti, ma in tempi più lunghi e che poi sono il substrato sul quale si sviluppano quelle malattie legate allo stile di vita. Il cibo non è solo fonte di energia e piacere, ma anche messaggero per le cellule del nostro corpo”. A questo proposito, sulla Iss si lavora su alcuni tipi di ricerca, come la cristallizzazione delle proteine in assenza di peso. L’astronauta italiana porterà con sé anche il tricolore dei piloti disabili: il We fly team per rilanciare il messaggio di “non farsi dare limiti artificiali che non siano i propri. E soprattutto non darseli da soli. Se hai sogni e ambizioni, prova a trovare una strada. A volte un ostacolo è solo un messaggio che la vita ti da. Devi trovare un’altra via, ma non vuol dire che non possa arrivare a destinazione”.

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