Storia di Leonardo, esami via web di un fuorisede disabile

Classe 1984, passione per la lettura e il calcio (visto in tv) e un sogno nel cassetto: diventare avvocato penalista. È Leonardo Portoraro, studente della scuola di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Affetto da distrofia muscolare di tipo Becker, il giovane di Francavilla Marittima, in provincia di Cosenza, si sposta su una sedia a ruote e, […]

leonardo0Classe 1984, passione per la lettura e il calcio (visto in tv) e un sogno nel cassetto: diventare avvocato penalista. È Leonardo Portoraro, studente della scuola di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Affetto da distrofia muscolare di tipo Becker, il giovane di Francavilla Marittima, in provincia di Cosenza, si sposta su una sedia a ruote e, dice, “posso muovere pochissimo le mani, però posso parlare tantissimo”. Dote non da poco per uno che spera di lavorare nelle aule di tribunale.
Dopo la maturità scientifica, un test a Medicina non andato bene e un passaggio a Scienze biologiche, Leonardo approda a Legge. “Ho vissuto per qualche tempo a Bologna, poi la frenesia della città mi ha convinto a tornare in paese. Non frequentavo e risalivo solo per dare gli esami. I primi furono terribili, dati con le lacrime agli occhi perché avevo perso allenamento verso lo studio. Poi ho trovato il giusto metodo e sono andato avanti”. Adesso però, merito di una sua richiesta e complice l’ateneo bolognese, Leonardo non ha più bisogno di sostenere dei lunghi viaggi per affrontare gli esami. Attraverso la piattaforma Adobe Connect (che consente di attivare una sessione di audio e videoconferenza via web senza necessità di installare software sul computer del candidato e dei commissari), infatti, Leonardo può sostenere gli esami in videoconferenza. “Naturalmente, non seguo il classico percorso universitario dove bisogna rispettare le sessioni di esame – spiega – ma tramite il responsabile di presidenza chiedo che venga contattato il docente e si stabilisce un giorno per dare l’esame”.
Una volta concordata la data Leonardo deve recarsi in Municipio, “a pochi centinaia di metri da casa mia”, dove è stato allestito un Internet point affinché possa svolgere l’esame in videoconferenza. Non può sostenere gli esami da casa perché, come spiega la responsabile gestionale della Scuola di Giurisprudenza Michela Dalla Vite, “per tali nuove metodologie deve essere garantita la correttezza nello svolgimento delle prove, ricorrendo a strutture pubbliche e garanti opportunamente selezionati”. Tra le regole da seguire c’è, infatti, il rispetto delle regole di composizione della Commissione; la verifica dell’identità del candidato (lo studente deve far pervenire per tempo alla Commissione copia di un documento valido, che dovrà poi esibire in originale prima di iniziare la prova); il rispetto del principio di pubblicità della seduta (alla prova possono assistere altre persone); la correttezza delle procedure di svolgimento delle prove (identificazione dei candidati, certificazione della corrispondenza tra le prove svolte in teleconferenza e quelle svolte in modalità ordinaria); luoghi di svolgimento delle prove e garanti (per esempio Stazione Carabinieri, Municipio, Prefettura, Questura, Strutture del servizio sanitario nazionale e come garante un pubblico ufficiale).
Leonardo di esami così, sotto la supervisione del segretario comunale, ne ha già dati 6 e il primo è stato indimenticabile: “Diritto processuale civile è forse l’esame più difficile che c’è a Giurisprudenza e io, per la tensione accumulata, dimenticai tutto e non riuscii a proferire parola davanti alla docente. Lei, ovviamente, mi disse che la mia preparazione non era sufficiente e che era il caso di tornare una seconda volta, magari preparato. Da quel giorno e per un mese intero, iniziai a ripetere tutto come un mantra. Il risultato è stato un 27, non male per uno studente non frequentante!”.
L’opportunità di sostenere gli esami in videoconferenza non è solo per i ragazzi disabili che non vivono a Bologna ma anche, spiega ancora Dalla Vite, “per chi risiede all’estero per ragioni di lavoro o di studio, chi è in regime detentivo, o ha patologie o disabilità gravi. Il tutto volto a garantire la possibilità di studiare e conseguire un titolo accademico anche a studenti in particolari condizioni permettendo lo svolgimento di verifica del profitto e anche della prova finale di laurea utilizzando lo strumento della televideoconferenza”.
A Leonardo, che finora non ha mai riscontrato alcuna difficoltà nel sostenere gli esami, al grande traguardo, la laurea, mancano ancora un po’ di materie, forse 12 (dato che non tiene il conto ma superato un esame ne prepara un altro). E mentre studia diritto civile, ha già le idee molto chiare sulla sua tesi: “Stabilirò un contatto in videoconferenza con il docente di diritto penale poi procederò con la stesura e ci scambieremo i file con il docente tramite posta elettronica. Per la laurea mi recherò di persona all’università, quel giorno non posso mancare e ci andrò volentieri!”.

Irene leonardi

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