Togliamo i fondi all’editoria! I SI e i NO dell’Anso

Abolire i fondi all’editoria, così come li conosciamo oggi. E’ questa in buona sostanza della proposta di legge presentata da un nutrito gruppo di deputati del Movimento 5 Stelle e che vede come primo firmatario l’On. Giuseppe Brescia. E proprio questa proposta è stata l’oggetto dell’audizione di ieri mattina di ANSO, FIEGed FNSI, presso la […]

giornaliAbolire i fondi all’editoria, così come li conosciamo oggi. E’ questa in buona sostanza della proposta di legge presentata da un nutrito gruppo di deputati del Movimento 5 Stelle e che vede come primo firmatario l’On. Giuseppe Brescia.
E proprio questa proposta è stata l’oggetto dell’audizione di ieri mattina di ANSO, FIEGed FNSI, presso la VII Commissione Cultura della Camera presieduta dall’On. Flavia Piccoli Nardelli. Presente all’incontro anche il sottosegretario al DIE Luca Lotti.
La proposta di legge è in sé virtuosa anche se presenta diverse criticità che ANSO ha esposto, oltre che verbalmente anche con una memoria scritta (scaricabile qui) che resterà agli atti dei lavori della Commissione.
La proposta riassume tutte le precedenti azioni legislative in 2 semplici articoli e tende a interrompere il processo attuale di elargizione di contributi all’editoria, compreso quello messo a disposizione per la pubblicazione obbligatoria sui quotidiani (cartacei) di Bandi e Gare. Quest’azione porterebbe al Dipartimento una disponibilità pari a circa 80 milioni di euro. Una cifra che, sempre a seguire la proposta di legge, potrebbe essere ricollacata attraverso enti locali, per finanziare informazione istituzionale e imprese innovative, start up, del settore editoriale, e l’inserimento di giovani professionisti della comunicazione.
ANSO ha risposto così:

SI all’abolizione delle attuali norme di finanziamento pubblico sempre e solo a un’unica parte dell’editoria;

SI alla redistribuzione dell’importo recuperato, ad enti locali – le Regioni – con le quali possiamo tessere migliori relazioni a livello locale. ANSO si è già attivata negli ultimi mesi, lavorando su leggi regionali calibrate sulle potenzialità dei singoli territori;

NO alla distribuzione di fondi a start up e gestione diretta dell’informazione da parte delle istituzioni.
Gli editori digitali non devono essere nuovamente tagliati fuori da una riforma degli incentivi economici, che iniquamente distribuiti fino ad oggi, hanno sostenuto un meccanismo di concorrenza sleale tra comparti differenti, ma in parti coincidenti, dell’editoria.
E’ ora che venga riconosciuto il grande sforzo di innovazione nel fornire contenuti informativi e l’aver saputo creare un settore di mercato che è l’unico ad avere una chance di crescita nell’attuale contesto.

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