Renzi il riformista: “Il 16 dicembre addio tasse sulla casa”

“Il 16 dicembre ci sara’ ultima rata del 2015 per Imu e Tasi. Segnatevela: sara’ il funerale delle tasse sulla casa. Ultimo giorno. La Ue che si gira dall’altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse. C’e’ qualcuno a Bruxelles che pensa di mettersi a fare l’elenco delle tasse da tagliare, spero […]

“Il 16 dicembre ci sara’ ultima rata del 2015 per Imu e Tasi. Segnatevela: sara’ il funerale delle tasse sulla casa. Ultimo giorno. La Ue che si gira dall’altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse. C’e’ qualcuno a Bruxelles che pensa di mettersi a fare l’elenco delle tasse da tagliare, spero sia stato il caldo. Le tasse da tagliare le decidiamo noi, non Bruxelles”.  Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenuto a radio Rtl.

Nel corso dell’intervento radiofonico, il primo ministro italiano ha toccato un po’ tutti i temi più caldi dell’attuale agenda politica. Sulla legge elettorale Renzi afferma di non avere alcuna intenzione di cambiare l’Italicum per avere, in cambio, il sostegno di FI sulle riforme costituzionali. “Hanno l’idea della politica come un Monopoli, e’ insopportabile quest’idea. La legge elettorale l’abbiamo fatta con FI, l’hanno votata anche loro”. Sull’emergenza immigrazione invece, il premier continua a chiedere aiuto all’Europa: “L’Europa si gioca la faccia. E’ fondamentale che si dia una bella svegliata e faccia la sua parte”.

Quella di ieri è stata la giornata dei dati sulla disoccupazione, che hanno fatto registrare i migliori numeri addirittura dal 2013. Il premier è ovviamente soddisfatto e imputa il miglioramento allo spirito riformista del governo. “Lo abbiamo sempre detto, se fai le riforme, se cambi le cose che devono essere cambiate i risultati arrivano”, ha spiegato il premier. “Noi oggi parliamo spesso della Germania, un grande paese che sta facendo dei risultati strepitosi, la riforma del lavoro, il loro Jobs Act, loro lo hanno fatto in tre anni tra il 2003 e il 2005, e’ chiaro che i risultati li stanno ricevendo in questi dieci anni con un’economia che tira, con un mercato che funziona. Se lo avessimo fatto anche noi dieci anni fa? Ma questo appartiene ai rimpianti, ma pian piano i risultati arrivano”.

“Credo – prosegue Renzi – che il dato interessante sia non tanto il numero, certo, ci sono 235.000 italiani in piu’ a lavoro rispetto al luglio 2014, certo sono tanti numeri, pero’ sono dei volti, delle storie, e’ il cinquantenne che riesce a ritrovare un posto di lavoro, e’ il ragazzo che finalmente firma un contratto che gli permetta di avere un mutuo, perche’ poi il dato interessante e’ che negli ultimi sei mesi c’e’ stato il +82% di mutui per le famiglie e il +16% di finanziamento alle imprese. Sono quei piccoli segnali che dicono che finalmente l’Italia e’ ripartita, ovviamente c’e’ un sacco di lavoro da fare, guai a chi si ferma adesso, correre, correre, correre”.

Infine una battuta su Expo. “Un anno fa parlare dell’Expo non si poteva. Io ero appena arrivato a Palazzo Chigi e tutti mi dicevano di starci lontano, di lasciarli stare, che sarebbe stato un bagno di sangue, che sarebbe stata una figuraccia per la corruzione di appalti”. Poi, rivendica Matteo Renzi, “noi siamo entrati con la scopa e la ramazza, abbiamo creato l’Autorita’ Nazionale Anticorruzione per Cantone, per far pulito. Quindi non raccontiamo un film che andava bene con solo problemi di narrazione: c’era da far pulito”. Risultato: “Lo abbiamo fatto, e oggi l’Expo, a dispetto di quelli che dicevano che sarebbe stato un disastro, e’ una roba in cui per visitare il padiglione del Giappone ci vogliono tre ore e mezzo. Nelle ultime settimane e’ stato un bagno di folla piu’ che di sangue”. Il presidente del Consiglio da atto che “e’ stata tra i pochi, mi permetterete di ringraziarvi, a credere nell’Expo quando non ci credeva nessuno”. Testimonianza, il successo di Expo, del fatto che “l’Italia, quando smette di piangersi addosso e fa le cose, riesce sempre a realizzare dei capolavori e mi piacerebbe che nel Mezzogiorno facessimo la stessa cosa”.

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