Confindustria: riflettere sul tema della sicurezza energetica dell’Europa

Il contesto geopolitico attuale, con le crescenti tensioni con la Russia e i rischi legati al terrorismo, obbliga a una riflessione sul tema della sicurezza energetica dell’Europa. Il nostro Paese e’ quasi totalmente dipendente dall’estero, nello specifico importiamo gas da: Russia (41,8% nel 2014), Algeria (10,8% nel 2014), Norvegia e Olanda (18,3% nel 2014), Qatar […]

Il contesto geopolitico attuale, con le crescenti tensioni con la Russia e i rischi legati al terrorismo, obbliga a una riflessione sul tema della sicurezza energetica dell’Europa. Il nostro Paese e’ quasi totalmente dipendente dall’estero, nello specifico importiamo gas da: Russia (41,8% nel 2014), Algeria (10,8% nel 2014), Norvegia e Olanda (18,3% nel 2014), Qatar e altri esportatori di Gas Naturale Liquefatto (7,3% nel 2014).

Nonostante negli ultimi anni la domanda di gas abbia riscontrato un calo ora, con la ripartenza,si prevede in Europa e in Italia gia’ per il prossimo anno un aumento complessivo del 7% cui possiamo rispondere grazie ad aree a grandissimo potenziale situate nell’area offshore del Mediterraneo orientale come il giacimento Zohr in Egitto, recentemente scoperto dall’Eni e il piu’ grande giacimento a gas mai rinvenuto nel Mediterraneo (850 miliardi di metri cubi stimati), e poi i giacimenti in Israele (726 miliardi di metri cubi stimati), in Libano e a Cipro (180 miliardi di metri cubi stimati). In tale quadro, il nostro Paese assume un’evidente importanza, dovuta alla sua strategica posizione geografica e ai suoi collegamenti con fornitori esteri gia’ consolidati.

L’Italia puo’ rappresentare lo snodo per diversificare le rotte di approvvigionamento, il punto di equilibrio per evitare che il destino energetico dell’Europa resti nelle mani di un solo Paese fornitore. E’ arrivato il momento per l’Europa di assumere decisioni per garantire la sua stessa sopravvivenza e di puntare a rafforzare e finanziare alcune infrastrutture energetiche. Nei prossimi mesi, infatti, con l’emanazione di alcune importanti direttive si scegliera’ dove investire. Confindustria ritiene, e l’analisi contenuta nel volume che presentiamo oggi lo dimostra, che puntare al rafforzamento dell’asse Sud-Nord possa consentire la necessaria differenziazione delle fonti, cosa che difficilmente avverrebbe puntando sul Nord Stream.

Confindustria propone al contrario di valorizzare la direttrice Sud-Nord attraverso ad esempio: il potenziamento della linea Adriatica, naturale prosecuzione nel nostro territorio del gasdotto TAP, in cui recentemente ha fatto il suo ingresso Snam, il completamento dei lavori a Passo Gries e il potenziamento della capacita’ di scambio tra Svizzera e Francia e tra Svizzera e Germania. Inoltre, va considerato che anche la produzione nazionale di gas puo’ rappresentare un’opportunita’: e’ possibile, infatti, un incremento potenziale della nostra produzione del 142% da qui al 2024, grazie a un forte impulso derivante dal biometano (fonte rinnovabile che da sola potrebbe costituire 5,1 miliardi di metri cubi annui di produzione italiana). L’esplorazione di riserve di gas naturale e petrolio potrebbe attrarre investimenti per 15 miliardi e creare 25mila posti di lavoro con un risparmio di 5 miliardi di importazione.

Il Gas naturale deve essere considerato una fonte pulita, poiche’ presenta vantaggi significativi sotto il profilo delle emissioni in rapporto con gli altri combustibili fossili. La promozione del gas naturale potrebbe quindi agevolare il raggiungimento degli obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici, attualmente in discussione nella XXI Conferenza delle Parti (COP 21) di Parigi.

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