Appello per Amiternum

Archeoclub L’Aquila, nell’ambito delle iniziative volte a far conoscere le bellezze paesaggistiche e culturali del territorio aquilano, sta per completare la realizzazione di un’applicazione per dispositivi mobili. La app descrive itinerari lungo le antiche strade che sin dall’epoca italica e poi romana attraversavano il nostro territorio, consentendo a persone e a idee nuove di raggiungere […]

amiternumArcheoclub L’Aquila, nell’ambito delle iniziative volte a far conoscere le bellezze paesaggistiche e culturali del territorio aquilano, sta per completare la realizzazione di un’applicazione per dispositivi mobili. La app descrive itinerari lungo le antiche strade che sin dall’epoca italica e poi romana attraversavano il nostro territorio, consentendo a persone e a idee nuove di raggiungere i luoghi più nascosti della nostra regione.

Una di queste strade, la Cecilia, raggiungeva Amiternum, centro abitato di antichissima origine che in epoca romana divenne città con tutti gli elementi urbani che caratterizzavano i centri più importanti dell’epoca.

Come molti altri siti archeologici, Amiternum non ha avuto particolari riconoscimenti da parte dei più e non è stata percepita come una ricchezza che ci appartiene e che va conservata e utilizzata al meglio per quella economia della Cultura di cui oggi tanto si parla. Di valorizzazione dei Beni Culturali, appunto, tanto si parla, ma nel concreto poco o nulla si fa, o meglio, si agisce spesso «contro» permettendo, ad esempio, continui e pesanti attacchi a un territorio come quello della Valle dell’Aterno che solo persone miopi e poco attente e sensibili alla Bellezza non riescono a vedere come un insostituibile Paesaggio costruito nei secoli dall’Uomo e dalla Natura e oggi deturpato da colate di cemento spesso inutili.

Un’ennesima aggressione, come già denunciato sulla stampa dalla sede locale di Italia Nostra, sta per essere attuata con la costruzione di ben due strade che insistono proprio nell’area dell’antica città romana: ci chiediamo quale beneficio due nuove strade che duplicano una viabilità già presente possano apportare alla collettività tanto da poter superare i vincoli esistenti, considerato che l’area interessata ricade tra quelle classificate nel Piano Regionale Paesistico come A1 e cioè a conservazione integrale.

Il primo tratto (su progetto dell’ANAS sul cui sito sono reperibili le informazioni) dovrebbe collegare la nuova rotonda sulla statale 80, costruita nel 2009 in occasione del G8, con il Cermone e dovrebbe passare a monte del Teatro antico, in un’area di particolare interesse paesaggistico. Il progetto nasce nel 2009 come da «Programma Urgente ..post sisma per la viabilità» approvato in Conferenza dei Servizi dal Commissario delegato alla Ricostruzione a seguito di una determinazione dell’allora Commissario Straordinario all’emergenza sismica Guido Bertolaso. Se nel 2009 poteva immaginarsi una necessità viaria di tal genere, oggi a distanza di quasi sei anni dal sisma, di tale necessità e «urgenza» non si comprende il senso.

Il secondo tratto, su progetto della Provincia, dovrebbe duplicare il collegamento tra la zona dell’aeroporto e alcune frazioni di Preturo (certamente non ad alta densità abitativa), attraversando le aree denominate «Torroncino» e dei «Grottoni» da secoli note come aree archeologiche che hanno restituito reperti anche in superficie e che anche oggi, a seguito di sondaggi preventivi effettuati dalla competente Soprintendenza archeologica regionale, confermano la loro valenza di importante sito archeologico. Si spera che ciò sia sufficiente a confermare l’assoluta inedificabilità di tali siti e, in ogni caso, anche per questo tratto stradale, situato a valle dell’Anfiteatro, chiediamo che venga data con urgenza spiegazione sulla utilità e necessità della sua realizzazione.

Per una nuova economia basata sulla Conoscenza e sulla Conservazione di beni non esportabili e non sostituibili, sarebbe auspicabile che le risorse, sempre meno disponibili, venissero utilizzate diversamente e che al posto di nuove strade si pensasse alla realizzazione di un parco archeologico non solo da visitare, ma anche da utilizzare come scuola e come esempio di integrazione con l’ambiente naturale circostante, ricco di elementi di grande bellezza che rendono unico questo paesaggio.

Maria Rita Acone

Presidente Archeoclub L’Aquila

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