Greenpeace: pericolose sostanze chimiche nell’abbigliamento outdoor

La maggior parte ci ha risposto di sì, ma senza indicare in quali prodotti venissero utilizzati. A quel punto vi abbiamo chiesto direttamente di votare i vostri articoli preferiti. In poche settimane abbiamo raccolto più di 30.000 voti dagli appassionati di tutto il mondo sul nostro sito e, successivamente, abbiamo acquistato i quaranta prodotti più votati […]

La maggior parte ci ha risposto di sì, ma senza indicare in quali prodotti venissero utilizzati. A quel punto vi abbiamo chiesto direttamente di votare i vostri articoli preferiti. In poche settimane abbiamo raccolto più di 30.000 voti dagli appassionati di tutto il mondo sul nostro sito e, successivamente, abbiamo acquistato i quaranta prodotti più votati per inviarli a un laboratorio indipendente per le analisi. Adesso abbiamo finalmente i risultati che confermano la presenza di PFC nel 90 per cento dei prodotti analizzati, solo quattro articoli infatti sono risultati privi di PFC.
In ben 18 prodotti abbiamo registrato concentrazioni elevate di PFC a catena lunga, ovvero i più pericolosi, nonostante la maggior parte dei marchi dichiari pubblicamente di aver eliminato questi composti dai loro prodotti. Il PFOA (Acido Perfluoroottanoico) ad esempio – un PFC a catena lunga responsabile di numerose patologie e malattie gravi come il cancro – è stato individuato in alcuni prodotti di marchi molto popolari come The North Face e Mammut.
I nostri risultati confermano lo scarso rispetto di questi marchi per la natura e per la nostra salute: non si fanno scrupolo di usare sostanze chimiche pericolose nelle loro filiere produttive.
Insieme a tutti gli amanti della natura e degli sport all’aria aperta li sfidiamo a mostrarci veramente cosa vuol dire essere aziende leader nel rispetto dell’ambiente: per questo motivo chiediamo loro di smettere subito di usare sostanze chimiche così pericolose sottoscrivendo un impegno Detox.
Ciò che mi preoccupa è che queste sostanze si degradano molto lentamente una volta immesse in natura entrando così nella catena alimentare e causando una contaminazione  pressoché irreversibile. Abbiamo trovato i PFC in alcune delle aree più remote del pianeta, in animali come delfini e orsi polari e persino nel sangue umano.

Quando non sono impegnata a lavorare al progetto Detox Outdoor, passo gran parte del mio tempo in un piccolo cottage nel mezzo delle montagne svizzere. Lo scenario incontaminato che ho la fortuna di vedere dalla mia finestra mi ricorda ogni giorno l’importanza di proteggere la natura, proprio ciò che i marchi outdoor utilizzano nelle proprie campagne pubblicitarie. Purtroppo so anche che la contaminazione PFC ha probabilmente già raggiunto questo paesaggio incontaminato.

Io sono sempre stata un’amante delle attività all’aria aperta e sono convinta che la comunità outdoor abbia davvero la forza per generare un cambiamento radicale nel settore. Insieme possiamo chiedere agli amministratori delegati di Mammut e The North Face di invertire immediatamente la rotta e smettere di usare sostanze tossiche.

Oggi il marchio inglese Paramo Directional Clothing ha annunciato il suo impegno Detox.

Paramo è il primo marchio nel settore outdoor ad aver eliminato tutti i PFC dalle filier produttive, dimostrando che è possibile produrre abbigliamento con elevate performances senza fare ricorso a sostanze chimiche così pericolose.

Il marchio britannico si unisce ai 34 marchi internazionali della moda e dell’abbigliamento sportivo già impegnati in Detox. (Greenpeace)

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