Violenza donne: a Roseto “Un muro di bambole”

Un grande muro realizzato in polistirolo su cui chi vorra’ potra’ appendere una bambola, diventa il simbolo di un impegno sociale per affermare Roseto come la citta’ contro la violenza sulle donne. L’installazione sara’ presentata domani nel convegno “Voci di Donne” in programma a Villa Paris a partire dalle 17.30. Tante donne di diverse esperienze […]

Un grande muro realizzato in polistirolo su cui chi vorra’ potra’ appendere una bambola, diventa il simbolo di un impegno sociale per affermare Roseto come la citta’ contro la violenza sulle donne. L’installazione sara’ presentata domani nel convegno “Voci di Donne” in programma a Villa Paris a partire dalle 17.30. Tante donne di diverse esperienze testimonieranno il fenomeno della violenza di genere nell’Italia di oggi. Le protagoniste sono Rosaria Ciancaione, dirigente del servizio bilancio della Regione Abruzzo e candidata sindaco di #amoroseto, Maria Antonietta Spadorcia, giornalista del tg2, Piera Levi-Montalcini, presidente dell’Associazione Levi-Montalcini, Patrizia Carosi, questore vicario di Teramo, Claudia Di Nicola, presidente onoraria Aidm Associazione Italiana Donne Medico, Italia Calabrese psicoterapeuta, Simona Antonini Associazione On The Road, Antonia Busico mamma e musicista. Interverranno l’on. Giulio Sottanelli, deputato e capogruppo Commissione Finanze della Camera e l’on. Dante D’Elpidio Vice presidente Nazionale Unitalsi.

“L’iniziativa del Muro delle Bambole e’ nata a Milano nel 2013 in occasione della settimana della Moda e tanti artisti hanno contribuito per rendere chiaro ed evidente il problema della violenza sulle donne e del femminicidio – dice Rosaria Ciancaione -. L’idea ci e’ piaciuta e cosi’ tutta la coalizione ha deciso di costruire un muro dove chi vorra’ potra’ appendere una bambola per ricordare ogni donna vilipesa, violentata o uccisa in tutto il mondo. Questa installazione ha un valore simbolico contro la violenza di genere, un messaggio che vuole scuotere le coscienze, abbattere il muro di silenzio, per dare maggiore visibilita’ al fenomeno della violenza e si offre come un’occasione di riflessione sui diritti e sulla condizione femminile, contribuendo cosi’ alla costruzione di un muro della memoria che sia anche un simbolo della lotta contro ogni forma di discriminazione”.

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