Russia e Hezbollah cominciano il ritiro dalla Siria

Al-Hyat [Vita], quotidiano panarabo di Londra, riferisce circa l’annuncio di lunedì fatto dal presidente russo Vladimir Putin che inizierebbe a ritirare i soldati russi e l’equipaggiamento militare dalla Siria. Al-Hayat è attento a notare che Putin dice che la base navale russa di Tartus e la nuova base aerea russa lì vicino, continueranno a essere […]

Al-Hyat [Vita], quotidiano panarabo di Londra, riferisce circa l’annuncio di lunedì fatto dal presidente russo Vladimir Putin che inizierebbe a ritirare i soldati russi e l’equipaggiamento militare dalla Siria.

Al-Hayat è attento a notare che Putin dice che la base navale russa di Tartus e la nuova base aerea russa lì vicino, continueranno a essere “in gioco”, e Putin non ha annunciato un completo ritiro. Mi sembra che la Russia sarà ancora nella posizione di intervenire strategicamente contro qualsiasi gruppo ribelle che avanzi   improvvisamente contro le forze del regime. Continuerà anche a fornire l’esercito arabo siriano di potenti munizioni.

Allo stesso tempo sono emersi rapporti a Beirut che parlano di centinaia di combattenti di Hezbollah che si stanno anche loro ritirando dalla Siria, tornando al distretto di Dahiya a Beirut est.

Evidentemente Putin pensa di aver raggiunto il suo obiettivo principale in Siria che era quello di sostenere il governo siriano e di impedire che cedesse ai ribelli. La provincia chiave di Latakia nel nord-ovest è stata  sgombrata di al-Qaida e di altri gruppi ribelli, assicurando che la capitale meridionale, Damasco, possa essere rifornita. I ribelli sono stati respinti da Hama e da Homs.

Un altro degli obiettivi russi era di indebolire al-Qaida (il Fronte di Appoggio o Jabhat al-Nusra) che aveva attirato i combattenti musulmani russi dal Caucaso.

Andando avanti con  attacchi aerei russi intensivi, si rischierebbe il pantano, dato che un movimento di guerriglia non può essere sconfitto dal cielo, anche se può essere danneggiato.

Ci si deve chiedere, dato che Putin ha chiamato Obama, se non gli sia stato assicurato

dagli Stati Uniti un impegno di smettere di inviare ai ribelli munizioni,  missili anti-carro TOW e altre armi letali, in cambio del ritiro.

L’esercito Arabo Siriano di Bashar al-Assad era sul punto di prendere Aleppo ovest quando fu resa effettiva la cessazione delle ostilità a opera dell’ONU. Quella mossa avrebbe avuto come conseguenza un terribile massacro e  rappresaglie da parte del regime contro gli abitanti di quei quartieri. Analogamente, prima dell’invasione russa, incombeva la possibilità di una conquista di al-Qaida e di un massacro degli Alawiti di Latakia.

E quindi Putin sembra aver congelato le attuali posizioni. Questo passo può essere inteso a mettere pressione ad al-Assad e anche ai ribelli.

Le grandi potenze sembrano pensare che potrebbe emergere una nuova Siria Federale

se si ridisegnano le linee delle province  conformemente  con le attuali posizioni. Alarabiya riferisce che ci dovrebbe essere una provincia sunnita a Deir al-Zor e ad al-Raqqa, una curda al nord e una cosmopolita Alawita/Cristiana/Drusa laica sunnita nell’ovest che vada da Damasco fino a Latakia. (Alarabiya non pensa che ci siano abbastanza Alawiti per tenerla unita).

La Russia ha avuto  per tutto il tempo modeste ambizioni in Siria ed ha cercato di trovare un modo di impedire  che diventasse un pantano militare per Mosca. Evitare un pantano è diventato anche più urgente per la Russia, dato il crollo dei prezzi del petrolio e le conseguenti difficoltà economiche che deve affrontare.

L’intervento russo ha gonfiato l’ego di Bashar al-Assad, che di recente ha promesso di ristabilire il controllo governativo in tutta la Siria , con grande disappunto della Russia.

L’annuncio di ieri segnala ad al-Assad che non può agire come uno scroccone  nei confronti della  Russia. Invece l’incontro delle parti in guerra che ci sarà lunedì a Ginevra, dovrebbe essere preso più seriamente da Damasco.

La Russia vuole che al-Assad inizi il processo di riconciliazione con una nuova costituzione, mentre la Siria aveva voluto correre a nuove elezioni già in  aprile (un passo non realistico che avrebbe escluso la maggior parte dei ribelli, secondo il pezzo di Alain Gresh del quale ecco  il link: http://orientxxi.info/magazine/les-calculs-de-la-russie-a-l-heure-du-cessez-le-feu-en-syrie,1221

Resta da vedere se l’attuale cessate il fuoco può durare. Quell’eventualità sembrerebbe essere estremamente importante per il successo di Putin. Come ha scoperto il presidente Obama in Iraq,  si può facilmente essere tirati di nuovo dentro.

Juan Cole-znetitaly.org

Traduzione:Maria Chiara Starace

Una risposta a “Russia e Hezbollah cominciano il ritiro dalla Siria”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *