Aiccre: ieri sessione dedicata a emergenza migranti

Si sta svolgendo a Montesilvano (Pescara), la seconda giornata della XV Assemblea congressuale dell’AICCRE. Oggi sono previste le elezioni dei seguenti organi dell’AICCRE: Consiglio Nazionale, Collegio dei Revisori dei Conti, Collegio dei Probiviri. Al termine delle votazioni vi sara’ l’insediamento del Consiglio Nazionale eletto (elezione del Presidente, Vice Presidente Vicario e Vice Presidenti, Segretario Generale, […]

Si sta svolgendo a Montesilvano (Pescara), la seconda giornata della XV Assemblea congressuale dell’AICCRE. Oggi sono previste le elezioni dei seguenti organi dell’AICCRE: Consiglio Nazionale, Collegio dei Revisori dei Conti, Collegio dei Probiviri. Al termine delle votazioni vi sara’ l’insediamento del Consiglio Nazionale eletto (elezione del Presidente, Vice Presidente Vicario e Vice Presidenti, Segretario Generale, Segretario Generale Aggiunto, Tesoriere) per gli adempimenti statutari. Nella giornata di ieri si e’ svolta una sessione di lavoro sul tema dei migranti in cui sono state presentate le esperienze e le testimonianze degli Enti Locali che affrontano questa emergenza.

Toccante la testimonianza del sindaco di Pozzallo (Ragusa), Luigi Ammatura, che ha ricordato situazioni quotidiane di sbarchi di migranti nel suo comune. “Ogni giorno ci troviamo di fronte ad un barcone con migranti, a volte vivi, a volte cadaveri. Abbiamo a che fare con persone che nella migliore delle ipotesi non vedranno piu’ la loro terra, la loro famiglia o la loro casa. In tutto questo l’Europa ci ha lasciato soli e ci sentiamo abbandonati”. Altro intervento sul tema migranti quello di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, secondo cui “preoccupa la deriva populista dell’Europa sul tema migranti, come preoccupa l’avanzare di partiti che si rifanno all’ideologia neonazista. Un solo Paese non puo’ farsi carico di tutta l’accoglienza, non lo puo’ fare l’Italia ne’ la Grecia, servono quote di redistribuzione ed aiuti economici. Mi attendo che si arrivi presto ad un accordo con la Turchia altrimenti saremo esposti ad un muro di migranti. La Germania ha fatto molto sull’accoglienza e questo le va riconosciuto, l’Europa deve fare di piu’. Bisogna chiedere al Governo maggiori risorse economiche, una redistribuzione equa tra le regioni e chiare procedure di identificazione di chi arriva in Italia ed in Europa. Il Novecento dovrebbe insegnarci che i muri non servono a nulla e finiscono per travolgerci”.

L’onorevole Michele Bordo (Presidente Commissione Politiche dell’Unione europea, Camera dei Deputati) ha parlato “di un’Europa che sta attraversando una fase delicatissima, forse la piu’ grave di sempre da quando e’ iniziato il percorso di integrazione europea. I Paesi del Nord Europa non hanno compreso subito il problema dei migranti perche’ non ha investito subito i loro Paesi. Fino a pochi mesi fa sembrava un problema italiano e greco. Ci troviamo di fronte ancora ad un problema di riconoscimento unanime del fenomeno migratorio in Europa. E’ giunto il momento di fare di piu’ e di fare meno vertici europei che non portano a nulla. C’e’ bisogno di una responsabilita’ collettiva, ogni Stato faccia la sua parte, ma il problema va gestito in maniera complessiva dall’Europa. Su Schengen, non possiamo mettere in discussione uno dei pilastri dell’Europa. Inoltre non si possono lasciare da soli comuni e regioni nella gestione dei flussi migratori ma vanno sostenuti con risorse adeguate. Il costo dei migranti deve entrare nella flessibilita’ e quindi fuori dal patto di stabilita’”.

Un tema, quello dei migranti, che sta mettendo a dura prova anche la Grecia. Come ha ricordato George Patoulis (Presidente Sezione greca CCRE) “dal 1 gennaio sono arrivate 122 mila persone in Grecia, anche noi abbiamo problemi con i migranti, non abbiamo un piano nazionale di accoglienza ma non ce l’ha neanche l’Europa. Sono tre i Paesi che accolgono migranti:Grecia, Italia, Spagna, ma nel 2015 l’85 per cento dei migranti entrati in Europa sono transitati per la Grecia, parliamo di circa 1 milione di persone e circa 3 milioni sono ferme in Turchia per venire in Europa tramite la Grecia.

Il problema e’ umanitario e politico e l’Europa deve gestire questi problemi. Vari paesi nella UE hanno una posizione ipocrita di fronte a questa crisi, si sono rifiutati di essere all’altezza della situazione. La sensazione che abbiamo in Grecia e’ che dobbiamo chiudere anche noi le frontiere a chi proviene dai Paesi musulmani, ma come e’ possibile aiutare queste persone se non vogliamo ospitarle? La UE accusa la Grecia che non identifica i migranti e controlla le sue frontiere, ma poi la stessa UE non riesce a negoziare con la Turchia per gestire i migranti che vogliono venire in Europa. Gli enti locali in Grecia sono stai i primi a creare una catena umanitaria locale con gruppi locali per problemi sanitari, igienici, alimentari e di alloggio. Finora la UE non ha voluto sostenere i comuni greci ma aiuta solo le ONG.

Abbiamo 45 mila persone ferme in Grecia per la chiusura delle frontiere balcaniche e nei prossimi mesi stimiamo che diventeranno 150 mila. Se non ci aiutiamo insieme cresceranno razzismo e xenofobia”. Infine la testimonianza di George Fahd (Vice Presidente della Municipalita’ di Achkout – Monte Libano) che ha rappresentato la situazione difficile del suo Paese: “in Libano ha 4 milioni di abitanti ed ospitiamo circa 1.700.000 profughi provenienti dalla Palestina e dalla Siria. Il nostro territorio e’ aperto, non ha confini e nessuno controlla le frontiere. Subiamo le fatiche di due guerre: una contro il fanatismo e altra con l’immigrazione. Il nostro governo ha poche risorse e quello che si riesce a fare lo facciamo con il volontariato e la chiesa. I migranti nel nostro paese pesano per circa la meta’ della popolazione. Abbiamo bisogno di aiuto economici. Basta promesse. Bisogna dare forza alla pace in Medio Oriente”.

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