Mauritania: attivisti anti-schiavitù in carcere da 500 giorni

APM chiede l’immediata liberazione di Biram Dah Abeid e di Brahim Ramdhane Da 500 giorni gli attivisti anti-schiavitù mauritani Biram Dah Abeid e Brahim Ramdhane sono in carcere. Arrestati per la partecipazione a una manifestazione contro la schiavitù, la loro liberazione è stata legata alla condizione di collaborare con i servizi di sicurezza e le […]

APM chiede l’immediata liberazione di Biram Dah Abeid e di Brahim Ramdhane

Da 500 giorni gli attivisti anti-schiavitù mauritani Biram Dah Abeid e Brahim Ramdhane sono in carcere. Arrestati per la partecipazione a una manifestazione contro la schiavitù, la loro liberazione è stata legata alla condizione di collaborare con i servizi di sicurezza e le autorità statali. Per i due attivisti dell’organizzazione anti-schiavitù IRA (Initiative pour la Résurgence du Mouvement Abolitioniste) le condizioni poste sono inaccettabili, ma lo è anche il fatto stesso di porre delle condizioni alla loro liberazione.

L’APM critica duramente il comportamento delle autorità mauritane e chiede l’immediata liberazione degli attivisti, insignite nel 2011 del Premio per i Diritti Umani della città di Weimar. Nonostante la legge mauritana vieti la schiavitù, il governo sembra impegnarsi molto più nel mettere a tacere chi denuncia attivamente il perdurare di questa pratica indegna piuttosto che nel perseguire gli schiavisti.

Biram Dah Abeid e Brahim Ramdhane sono stati arrestati l’11 novembre 2014 durante una manifestazione contro la schiavitù nella città di Rosso. Biram Dah Abeid in particolare è stato arrestato mentre tentava di mediare tra i manifestanti e le forze dell’ordine che impedivano ai manifestanti di entrare in città per consegnare al governatore locale una petizione contro la schiavitù. Gli attivisti sono stati accusati di appartenere a un’organizzazione illegale e in un processo farsa condannati a due anni di reclusione. Vale la pena menzionare che il mancato riconoscimento dell’organizzazione rappresentata da Biram Dah Abeid non è certo da imputare all’attivista che ha fatto domanda di riconoscimento dell’organizzazione non governativa già cinque anni fa, ma alle istituzioni che trovano sempre nuovi pretesti per bloccarne l’iter burocratico.

Molti governi del mondo, le Nazioni Unite e numerose associazioni hanno chiesto la liberazione dei due attivisti mentre nel 2015, quando i due attivisti mauritani già erano reclusi in carcere, il ministero degli esteri olandese ha conferito all’organizzazione anti-schiavitù IRA il proprio premio per i Diritti umani.

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