Ecco i tre scultori finalisti del premio Fondazione Henraux

Querceta di Seravezza (Lucca)-Matt Chivers con Polyphonic (what you want to see), Kim De Ruysscher con Il Canotto e Daniele Guidugli con Moby Dick (Vertebra), sono i tre finalisti della terza edizione del “Premio Internazionale di Scultura Fondazione Henraux, in memoria di Erminio Cidonio” promosso dalla Fondazione Henraux. I tre artisti e le tre opere sono stati scelti dalla […]

Querceta di Seravezza (Lucca)-Matt Chivers con Polyphonic (what you want to see), Kim De Ruysscher con Il Canotto e Daniele
Guidugli con Moby Dick (Vertebra), sono i tre finalisti della terza edizione del “Premio Internazionale di Scultura Fondazione Henraux, in memoria di Erminio Cidonio” promosso dalla Fondazione Henraux.

I tre artisti e le tre opere sono stati scelti dalla Giuria presieduta da Philippe Daverio e composta da: Paolo Carli, presidente di Fondazione Henraux, Mikayel Ohanjanyan, artista vincitore della seconda edizione del Premio; Gianluigi Colin, art director del Corriere della Sera; Claudio Pescio, direttore di Art e Dossier; Aurelio Amendola, fotografo; Francesca Nicoli, direttrice di Studi Nicoli; Marva Griffin Wilshire, fondatrice e curatrice di SaloneSatellite; Mario Botta, architetto; Roberto Bernabò, direttore editoriale Gruppo Finegil, alla presenza del Notaio Marzio Villari a garantire la validità e la correttezza delle operazioni di voto.

Come dichiarato dal Presidente della Giuria, Philippe Daverio, al termine della selezione: “Tutti i giurati, con un comune intuito, hanno certificato come dalle tre opere degli artisti, risultate fra le più interessanti, si sia aperto un mondo magico pur se drammatico. Ma l’arte, consapevolmente o inconsapevolmente, è sempre guidata da una poetica capace di rappresentare la storia in cui vive. Le tre opere finaliste sono unite l’una all’altra da un denominatore comune, tutte e tre ritraggono un’urgenza e il dramma più diffuso del mondo contemporaneo. Il Moby Dick di Daniele Guidugli, un osso di balena arenato sulla spiaggia, la bicromia, dunque gli opposti di un bianco e nero che sembrano rappresentare il nord e il sud del Mediterraneo, in Polyphonic di Matt Chivers e Il canotto di Kim De Ruysscher, accartocciato, rovesciato e alla deriva come le molte imbarcazioni di fortuna che ogni giorno traghettano verso la speranza, spesso delusa o negata, migliaia di persone, divengono un corpus stringente e significante di questo tempo di migrazioni che l’arte vuole cogliere nel seme della bellezza”.

Gli artisti presto saranno al lavoro per realizzare le loro sculture in marmo, lavoreranno presso gli stabilimenti di Henraux con l’ausilio delle storiche maestranze dell’azienda, e daranno vita ai loro progetti plasmando il più prezioso dei lapidei: il bianco dell’Altissimo.

Altre tre opere si sommeranno così alle sette già parte di questa significativa collezione che la Fondazione Henraux ha voluto creare tramite il Premio, l’unico al mondo dedicato alla scultura in marmo. Le opere saranno, infine, presentate al pubblico il prossimo 23 di luglio in una kermesse presso gli stabilimenti di Querceta di Seravezza che vedrà la partecipazione del mondo dell’arte, nazionale e internazionale e, solo nel corso di tale serata, verrà svelato l’ordine di arrivo dei tre finalisti con la proclamazione del vincitore

“Come per le altre edizioni l’idea di veder nascere tre nuovi progetti mi rende particolarmente felice. I risultati raggiunti dalla Fondazione in questi ultimi anni sono molto gratificanti, per noi e per gli artisti che hanno partecipato al Premio. Do il benvenuto fin da ora in Henraux a Matt Chivers, Kim De Ruysscher e Daniele Guidugli, ogni giorno vedremo il
realizzarsi delle loro opere, sono certo che sarà un’emozione rinnovata”. E’ la dichiarazione di Paolo Carli, Presidente di Henraux e Fondazione Henraux.

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