Omicidio Valentina Salamone; il padre : “Forse l’assassino si conosce ma hanno paura di fare il nome”

E’ forse a una svolta l’omicidio di Valentina Salamone la 19enne trovata impiccata ad una trave in una villetta di Biancavilla, in provincia di Catania il 24 luglio 2010 al termine di un festino a base di alcool e cocaina. Non fu suicidio. Per il delitto in un primo momento era stato arrestato e poi scarcerato Nicola Mancuso ex […]

E’ forse a una svolta l’omicidio di Valentina Salamone la 19enne trovata impiccata ad una trave in una villetta di Biancavilla, in provincia di Catania il 24 luglio 2010 al termine di un festino a base di alcool e cocaina. Non fu suicidio. Per il delitto in un primo momento era stato arrestato e poi scarcerato Nicola Mancuso ex amante della giovane di 10 anni più grande di lei e sposato con tre figli. Mancuso, legato alla criminalità organizzata siciliana, successivamente è tornato dietro le sbarre per traffico di droga: oggi infatti sta scontando una condanna a 18 anni di reclusione per spaccio di eroina. Intanto le indagini dei Ris di Messina hanno permesso di scovare nuove tracce di sangue dello stesso Mancuso e di un altro uomo per ora sconosciuto sotto le scarpe di Valentina Salamone. Un anno dopo questa scoperta sono attese a breve importanti comunicazioni da parte della Procura di Catania. Il padre della giovane, Antonino Salamone non si dà pace e chiede verità e giustizia per sua figlia. Antonino Salamone è intervenuto ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“L’assassino o gli assassini erano sicuramente presenti a quella festa, e hanno lasciato le loro tracce ematiche su Valentina –ha affermato Salamone-. Forse sanno di chi si tratta e hanno paura di fare il nome. Forse Nicola Mancuso nella notte tornò in quella villa con qualcuno per farsi aiutare a uccidere Valentina. Prima non credevo più nella giustizia, ora sono fiducioso per ciò che hanno fatto i magistrati nella seconda fase di indagine. Però è un anno che aspettiamo novità e finora solo silenzio, per me questo silenzio è molto strano e a volte ci vengono pensieri strani. Voglio la verità, voglio giustizia, quelli che hanno ucciso mia figlia devono andare in galera per sempre, che siano mafiosi o meno, perché sono persone pericolose e possono fare del male anche alle altre persone”.

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