Referendum: Nathalie Dompe’, una svolta riforma costituzionale

Nathalie Dompe’, giovane erede della famiglia che controlla il colosso Dompe’ e presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo, promuove la riforma costituzionale e lo fa attraverso una lettera aperta indirizzata al premier Matteo Renzi e al presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso. “La riforma costituzionale, prima ancora di rappresentare un cambiamento politico – scrive Nathalie Dompe’ […]

Nathalie Dompe’, giovane erede della famiglia che controlla il colosso Dompe’ e presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo, promuove la riforma costituzionale e lo fa attraverso una lettera aperta indirizzata al premier Matteo Renzi e al presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso.

“La riforma costituzionale, prima ancora di rappresentare un cambiamento politico – scrive Nathalie Dompe’ – rappresenta una svolta. Un primo, piccolo passo verso un processo di modernizzazione del nostro paese, colpevole di un immobilismo che l’ha reso a dir poco anacronistico. Un problema che trova nell’azione la sua piu’ naturale soluzione, intervenendo sulle istituzioni con l’obiettivo di risolvere l’impasse di una burocrazia ormai obsoleta. Agire, per chi come me opera in un settore che ricerca costantemente il meglio per la salute delle persone, e’ sempre la mossa giusta. Perche’ significa rendere concreto cio’ per cui studiamo e lavoriamo. Per questo mi riconosco negli obiettivi della riforma costituzionale promossa dal ddl Boschi, e sostengo il si’ al referendum di ottobre come un primo passo verso la semplificazione, la riduzione di costi e tempi e la promozione di una politica attiva e propositiva da parte dei cittadini. Semplificazione – spiega l’imprenditrice – perche’ grazie al superamento del bicameralismo perfetto l’approvazione delle leggi diventa un processo piu’ snello, a discapito delle situazioni di stallo e ‘palleggio’ tra Camera e Senato che complicano l’iter delle riforme. Con il si’ al referendum la Camera dei Deputati, eletta dai cittadini a suffragio universale diretto, diventa l’unica ad approvare le leggi e dare la fiducia al Governo, mentre il Senato diventa un organo di raccordo tra autonomie regionali, Stato e Unione Europea. In questo modo il Governo puo’ avere un rapporto piu’ diretto sia con la Camera dei Deputati che con le autonomie locali, garantendo maggiore efficienza, velocita’ e trasparenza”.

Dompe’ parla anche di “Riduzione dei costi e dei tempi, perche’ – osserva – il numero dei senatori passa da 315 a 100, 95 dei quali eletti dai consigli regionali. Questi ultimi non sono piu’ pagati dal senato, ma percepiscono solo lo stipendio di amministratori locali. Un notevole segnale di risparmio con un impatto anche sulla riduzione della spesa pubblica legata alle Regioni, il cui peso legislativo diminuisce a favore di un ritorno di materie quali ambiente, trasporti, energia e occupazione alla competenza esclusiva dello Stato. In tema di risparmio e snellimento dei processi rientra anche l’abolizione del Consiglio Nazionale per l’Economia e il Lavoro.

Propositivita’ – si legge nella lettera aperta – perche’ apre ai cittadini la possibilita’ di introdurre referendum per proporre nuove leggi, e non soltanto per abrogarle o confermarle. Per i referendum di iniziativa popolare scompare il quorum del 50% piu’ uno dei votanti qualora le firme raccolte siano 800.000. Un modo, questo, per favorire la partecipazione attiva delle persone e promuovere una politica creativa in senso letterale, ovvero impegnata a creare piuttosto che limitarsi ad andare contro. Per una partecipazione che sia davvero democratica. Credo che questi aspetti possano dare un notevole impulso al miglioramento di un sistema che non e’ ancora sufficientemente in grado di rispondere alle sfide del presente e che si colloca, rispetto alle altre democrazie europee, decisamente un passo indietro. Ritengo che votare si’ al referendum costituzionale sia un’azione necessaria per un allineamento del nostro paese agli standard contemporanei. Un primo segnale concreto – commenta infine Nathalie Dompe’ – per consentire all’Italia di tenere il passo con la velocita’ del presente e, magari, di arrivare anche in anticipo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *