80 grifoni a Campo Imperatore, eccezionale avvistamento

Nei giorni scorsi, chi si sia trovato a transitare per Campo Imperatore ha potuto assistere ad uno spettacolo unico ed affascinante, sebbene “crudo”: ottanta grifoni intenti a ripulire la carcassa di una vacca morta per cause naturali. Grazie alle segnalazioni, sono stati prontamente allertati tutti gli organi competenti: il Servizio Scientifico del Parco Gran Sasso […]

Nei giorni scorsi, chi si sia trovato a transitare per Campo Imperatore ha potuto assistere ad uno spettacolo unico ed affascinante, sebbene “crudo”: ottanta grifoni intenti a ripulire la carcassa di una vacca morta per cause naturali.
Grazie alle segnalazioni, sono stati prontamente allertati tutti gli organi competenti: il Servizio Scientifico del Parco Gran Sasso – Laga, l’Ufficio territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato di Castel di Sangro, referente del “Progetto Grifone”, e quello dell’Aquila in servizio a Campo Imperatore.

Per quanti hanno a cuore la biodiversità e per l’Ente Parco, che con il progetto Life “Praterie” è impegnato a preservare gli equilibri naturali dei pascoli in quota, si tratta di un’osservazione importante che sta ad indicare come i grifoni siano tornati a ricoprire il loro fondamentale ruolo nel ciclo ecologico e ad operare come “spazzini” della natura ripulendo le praterie dalle carcasse. (www.lifepraterie.it)

Negli anni ’90 il grifone, grande avvoltoio che può raggiungere un’apertura alare di m. 2,70, fu reintrodotto dal Corpo Forestale dello Stato, nella Riserva Naturale dello Stato del Monte Velino. Per le grandi dimensioni, il volo maestoso e le abitudini spiccatamente sociali, in tutte le fasi della loro vita i grifoni sono considerati al primo posto per l’attrazione che esercitano sui turisti interessati alla natura e alla fauna nell’Europa meridionale.

Non è facile imbattersi in uno stormo così numeroso e, sicuramente, questa è già una notizia, ma c’è di più: gli appassionati che sono accorsi per fotografare l’evento e segnalarlo hanno immortalato alcuni individui provvisti di targhetta alare o anello. Dall’esame delle immagini si è potuto constatare che non tutti gli esemplari sono originari delle montagne abruzzesi, ma alcuni provengono dalla Spagna e dalla Francia. Alcuni esemplari, dunque, che normalmente si muovono sul territorio europeo in autonomia, si sono congiunti alla colonia presente in Abruzzo.

Il presidente del Parco Tommaso Navarra ha accolto con interesse la notizia sottolineando come la segnalazione intervenga da appassionati anche di fuori regione ad attestazione dell’assoluto valore della biodiversità tutelata e della potenzialità che hanno gli eventi naturali del nostro territorio nell’attrarre, oltre a chi si occupa di ricerca scientifica, anche turisti e fotografi nelle frequentazioni delle nostre montagne.

Si ricorda che queste tematiche saranno al centro del “Convegno sui grandi carnivori ed i rapaci necrofagi minacciati in Europa”, che si svolgerà all’Univesità di Teramo dal 13 al 15 ottobre, nell’ambito delProgetto Life Pluto. (www.lifepluto.it)

 Foto  di Maurizio Passacantando

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