Fumo: in Italia muoiono 83.000 persone all’anno

“Il tabagismo costituisce ancora oggi il primo fattore di rischio di malattie croniche non trasmissibili e, se è vero che muoiono 700mila persone ogni anno per motivi correlati al fumo, in Italia ne muoiono tra le 70mila e le 83mila ogni anno. Un numero veramente ingente. E la migliore prevenzione, lo ribadisco come ministro della […]

“Il tabagismo costituisce ancora oggi il primo fattore di rischio di malattie croniche non trasmissibili e, se è vero che muoiono 700mila persone ogni anno per motivi correlati al fumo, in Italia ne muoiono tra le 70mila e le 83mila ogni anno. Un numero veramente ingente. E la migliore prevenzione, lo ribadisco come ministro della Salute, è non fumare e non cominciare a farlo, soprattutto quando si è giovanissimi”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo oggi al question time alla Camera in merito all’utilizzo delle sigarette elettroniche nell’ambito delle politiche di contrasto ai danni da fumo. “Ecco perchè il piano nazionale prevenzione 2014-2018- ha proseguito- impegna tutte le regioni italiane a ridurre la prevalenza dei fumatori del 10%, con una serie di politiche attive da condurre entro il 2018, al fine di contribuire al raggiungimentoentro il 2025 dell’obiettivo della riduzione del 25% della mortalità precoce dovuta alle malattie non trasmissibili, prevista dal Global Action Plan dell’Oms degli anni 2014-2020″.
Ha quindi aggiunto Lorenzin: “Ciò premesso, evidenzio che l’introduzione sul mercato delle sigarette elettroniche, che è avvenuta nel 2003, ha costituito motivo di forte preoccupazione per la salute pubblica in considerazione dellamancanza, fino al 2014, di normative specifiche che fissassero standard di qualità e sicurezza per la produzione di dispositivi e di liquidi di ricarica”. In tale periodo, secondo Lorenzin, un ruolo fondamentale per la valutazione della pericolosità e dei rischi per la salute connessi all’utilizzo delle sigarette elettroniche “è stato svolto dall’Istituto superiore di sanità– ha sottolineato- che ha fornito il proprio supporto tecnico-scientifico ai fini della gestione dei rischi e dell’emanazione della normativa nazionale”. Ha ricordato il ministro: “Già nel 2011, a seguito dello specifico parere reso dal Consiglio superiore di sanità, in collaborazione con l’Iss, erano state emanate le ordinanze del 4 agosto 2011 e del 28 settembre 2012 relative al divieto di vendere sigarette elettroniche contenenti nicotina ai minori di 16 anni; divieto esteso con l’ordinanza del 2 aprile 2013, rinnovata il 26 giugno dello stesso anno, ai minori di anni 18″. Sempre nel 2013, su iniziativa del ministro della Salute, era stato introdotto per legge “il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche- ha aggiunto Lorenzin- sia all’interno sia nella pertinenza delle scuole. Solo nel 2014, con la revisione della cosiddetta ‘direttiva tabacchi’, recepita in Italia con il decreto legislativo del 12 gennaio 2016 n. 6, è stata finalmente introdotta una disciplina relativa alla produzione, presentazione e vendita delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica, prevedendo per legge il divieto di vendita ai minori di anni 18, così come avviene per gli altri prodotti da tabacco”.

Quanto infine all’efficacia della sigaretta elettronica per la cessazione del fumo da tabacco, l’Istituto superiore di sanità ha comunicato che “l’analisi degli studi pubblicati in materia, fino al mese di gennaio 2016- ha fatto sapere Lorenzin- evidenzia che lo scarso numero di studi medesimi e il basso numero di soggetti reclutati non consentono di raggiungere una conclusione sul punto”. L’Istituto, peraltro, ha evidenziato che “non è possibile valutare al momento la tossicità a lungo termine delle sigarette elettroniche. Ho comunque dato mandato ai miei uffici- ha fatto infine sapere il ministro della Salute- di approfondire ulteriormente la problematica. Mi riservo all’esito di questi approfondimenti, quindi, di valutare l’opportunità di investire nuovamente il Consiglio superiore di sanità anche alla luce dei cambiamenti- ha concluso- che sono avvenuti dal punto di vista tecnologico nell’utilizzo di questo strumento”.

Carlotta Di Santo-Dire

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