La morte dell’ultimo cartolibraio aquilano, Pietro Scimia

Non fu solo un tifoso dell’Aquila calcio. Pietro Scimia, morto a 95 anni, fu prima di tutto un raffinato cartolibraio aquilano, l‘ultimo in verità che ha dato lustro alla città che fu. Entrato a 10 anni nella libreria di Amalia Agnelli, Pietro Scimia fu braccio destro della “Libraia di Corso Umberto”, oltreché nell’attività di venditore […]

Non fu solo un tifoso dell’Aquila calcio. Pietro Scimia, morto a 95 anni, fu prima di tutto un raffinato cartolibraio aquilano, l‘ultimo in verità che ha dato lustro alla città che fu.

Entrato a 10 anni nella libreria di Amalia Agnelli, Pietro Scimia fu braccio destro della “Libraia di Corso Umberto”, oltreché nell’attività di venditore di libri, anche nella grande e meritoria azione della stessa di “donna della Resistenza”.

Come a lui e ad Amalia Agnelli furono dovute, negli anni 1949-1955, le grandi mostre (quando ancora non si aveva notizia della fiera di Torino) per la diffusione del libro all’Aquila. Fra l’altro, negli anni Cinquanta, Pierino organizzò finanche un “ballo dei libri”, con l’intervento di alcuni autori, nella sala grande (successivamente trasformata a garage) del Grande Albergo.

Per un lungo periodo, esercitò in proprio il suo “mestiere” sotto i portici, quale venditore di libri e di raffinati “pezzi” di cartoleria, provenienti solitamente dai Paesi nordici: Svezia e Norvegia.

Amedeo Esposito

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