Migranti, Molteni (Ln): “I migranti economici vanno rimpatriati”

“Per il 2017 la legge di stabilità ha messo in campo 4 miliardi e 200 milioni di euro da destinare ai bisogni di quanti sbarcano sulle nostre coste. Ma la maggioranza di costoro non ha diritto allo status di rifugiato politico o profugo. I profughi a oggi sono i Siriani e gli Eritrei. Il resto […]

“Per il 2017 la legge di stabilità ha messo in campo 4 miliardi e 200 milioni di euro da destinare ai bisogni di quanti sbarcano sulle nostre coste. Ma la maggioranza di costoro non ha diritto allo status di rifugiato politico o profugo. I profughi a oggi sono i Siriani e gli Eritrei. Il resto è costituito da migranti economici, dobbiamo ribadirlo che non hanno diritto ad alcuna forma di assistenza e di accoglienza. Il resto è solo un business. Piuttosto il nostro Governo dovrebbe stipulare un accordo con la Libia, con il governo riconosciuto che non è quello di Tripoli e bloccare le rotte”. E’ la cruda realtà raccontata da Nicola Molteni, il deputato leghista indicato da Matteo Salvini come attento conoscitore dei fenomeni migratori

Onorevole Molteni lei parla senza ritrosie di business dell’accoglienza?

“Assegnazione di appalti per l’ospitalità e la moltiplicazione di questi stessi appalti in lotti più piccoli, interpretariato sociale di supporto, gestione dei centri d’accoglienza straordinari, accoglienza di minori non accompagnati, vari servizi di asilo fino ai servizi per rifugiati e richiedenti asilo e in tutto questo grande circuito non c’è un controllo serrato delle assegnazioni e delle risorse. Nel 2016 i dati del ministero dell’Interno hanno riconosciuto lo status di rifugiato soltanto al 3 per cento dei cittadini sbarcati sulle nostre coste. Stiamo parlando di una percentuale bassissima. Per fare un altro esempio a Como nel 2016 sono state presentate 746 domande di asilo. Di queste soltanto 27 sono state accettate come tali. I migranti economici vanno rimpatriati. A oggi sono 51 mila quelli cui è stata rigettata la domanda di asilo. Costoro vanno sistemati nei Cie (centri di Identificazione ed espulsione) e mandati a casa”.

Lei in che modo vedrebbe la gestione delle valutazioni e le richieste di asilo, tenendo a mente che i migranti economici e i rifugiati non possono essere trattati alla stessa stregua?

“Serve una prima valutazione sulla fondatezza delle domande per non far perdere tempo inutile alle commissioni e per non intasare i tribunali con i ricorsi che poi non portano ad alcun risultato positivo ma solo a uno sperpero esagerato di soldi” incalza Molteni.

Insomma voi della Lega aiutereste solo i rifugiati…

“Non lo dico io. E’ il frutto di accordi e convenzioni internazionali”

Cosa risponde allora a chi sottolinea il bisogno di migranti economici che noi avremmo per fare fronte alla denatalità imperante nel nostro Paese?

“E’ folle pensare che l’immigrazione concepita in questo modo possa rimediare davvero alla carenza di bambini. Se vogliamo davvero incrementare le nascite dobbiamo incentivare le politiche per la famiglia. In questo ultimo anno il tasso di natalità è sprofondato. Sono nati solo 476 mila bambini. Ribadisco l’accoglienza che noi stiamo tenendo in piedi favorisce solo un certo business”.

Può essere più preciso?

“I trafficanti di uomini con i barconi e le grandi scialuppe delle Ong alla partenza; poi si passa alle coop e alle onlus che gestiscono gli arrivi qui in Italia, sul territorio e tutti i servizi correlati all’accoglienza; infine ci sono i cosiddetti ‘passatori’. Coloro che per 150 euro portano con i furgoni i migranti al di là dei nostri confini. Quanto poi all’accoglienza pura è stata la stessa Corte dei conti a criticare pesantemente, nel 2016, la gestione degli Sprar”.

Onorevole quindi per il Carroccio l’unica scelta da percorrere è di osteggiare le traversate del Mediterraneo e quindi frenare l’avanzata dei migranti economici?

“C’è solo una strada: stipulare un accordo con la Libia, con il governo riconosciuto che non è quello di Tripoli e bloccare le rotte. E altrettanto dobbiamo fare qualcosa sul nostro territorio, nei diversi capoluoghi e rimpinguare il fondo rimpatri dai Cie”.

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