La spiritualità a Torino

Si è chiusa domenica scorsa la VI edizione di i Torino Spiritualità, il cui tema, quest’anno, è stato “Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote”, apparentemente fuori moda, addirittura anacronistico per una società in cui tutto ha un prezzo. Ma l’evento è stato capace di interessare e appassionare il pubblico che, ancor più che in […]

Si è chiusa domenica scorsa la VI edizione di i Torino Spiritualità, il cui tema, quest’anno, è stato “Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote”, apparentemente fuori moda, addirittura anacronistico per una società in cui tutto ha un prezzo. Ma l’evento è stato capace di interessare e appassionare il pubblico che, ancor più che in passato, ha partecipato con entusiasmo agli eventi. Lo hanno dimostrato le sale piene, il tutto esaurito, le ore di attesa fuori dalle sedi della manifestazione, le tante domande rivolte agli ospiti durante i dibattiti. Un percorso che ha permesso un’analisi approfondita degli argomenti inerenti a un nuovo concetto di benessere che non separa la componente fisica da quella spirituale, ma illustra come la salute del corpo sia condizione indispensabile al benessere spirituale, recuperando le tradizioni espresse in molte esperienze sapienziali connesse principalmente alle filosofie e alle religioni orientali. Molte le novità e gli appuntamenti di successo riconfermati: oltre alla consueta proposta culturale con lectio magistralis, dialoghi, lezioni partecipate, letture, spettacoli e concerti, quest’anno la sezione dei workshop è stata ampliata ed ha proposto un vincente modello di conoscenza esperienziale. Promossa da Il Circolo dei Lettori con la collaborazione del Comitato di Pensiero e di Ricerca, il sostegno della Regione Piemonte, della Città di Torino, della Fondazione Teatro Stabile di Torino, del Sistema Teatro Torino, della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT, questa edizione è ad oggi la più ricca e la migliore, culminata sabato 25, in Piazza Carignano, con una cena collettiva per mille persone preparata con cibo recuperato da eccedenze agro-alimentari, di mercati e ipermercati, realizzata in collaborazione tra gli altri da Slow Food come anteprima di Terra Madre, con la collaborazione anche di Coop e dell’associazione Banco alimentare e che vuole essere la prima tappa del percorso “Un anno contro lo spreco”. Altri due punti focali sono stati la rassegna Duemila10.com_andamenti, ideata da Michele Di Mauro per condividere una discussione laica sulla validità e attualità dei Dieci Comandamenti e in generale con i precetti di qualsiasi religione, mettendoli in relazione con la società contemporanea; oltre a Convivi 3.0, ideato da Fabio Geda, con la regia di Roberto Tarasco, per sovvertire gli schemi tradizionali dell’incontro pubblico e condividere alcuni riti collettivi e momenti di convivialità. Fra gli illustri ospiti padre Enzo Bianchi, Giuliana Galli, Massimo Gramellini, Vito Mancuso, Moni Ovadia, Carlo Ossola, Carlo Petrini, Tiziano Scarpa, Shel Shapiro, Gianni Vattimo, Gustavo Zagrebelsky, oltre che alcune delle voci più significative della religione buddhista, come Matthieu Ricard, ex biologo molecolare francese e ora monaco buddista e Robert Thurman, titolare della cattedra di Studi indotibetani alla Columbia University di New York e presidente della Tibet House US. Gli incontri sono stati realizzati in collaborazione con l’Associazione Italia-Tibet. Non sono mancati, anche quest’anno, i seminari di Scuola di Otium meditativo, che sono tornati dopo il successo dello scorso anno sempre al Circolo dei Lettori: uno spazio privilegiato, al riparo della frenesia quotidiana, dove l’ozio perde la sua connotazione di tempo vuoto e improduttivo, ma assurge a momento fondamentale per accedere a pienezza e ricchezza interiori. L’unico ad eccepire il cardinale di Torino Severino Poletto, il quale ha chiesta alla manifestazione di cambiare nome, poiché: “richiama troppo la Chiesa”. Peggio per lei (la Chiesa intendo), se non sa cogliere simili occasioni di crescita attraverso il dibattito.

Carlo Di Stanislao

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