P.breve: 100.000 processi in fumo dai rifiuti in Campania alla casa dello studente dell’Aquila

 Oltre 100.000 processi a “rischio stop” : potrebbero infatti fermarsi, a causa della ‘prescrizione breve’, inchieste come quelle sull’emergenza rifiuti che ha avvelenato la Campania, o procedimenti sul crollo della casa dello Studente a L’Aquila e sulla strage ferroviaria di Viareggio, o ancora quello all’Eternit a Torino. E’ un dossier dei Verdi, presentato davanti a […]

 Oltre 100.000 processi a “rischio stop” : potrebbero infatti fermarsi, a causa della ‘prescrizione breve’, inchieste come quelle sull’emergenza rifiuti che ha avvelenato la Campania, o procedimenti sul crollo della casa dello Studente a L’Aquila e sulla strage ferroviaria di Viareggio, o ancora quello all’Eternit a Torino. E’ un dossier dei Verdi, presentato davanti a Montecitorio dal presidente Angelo Bonelli, che denuncia quali potrebbero essere “gli effetti” nei tribunali prodotti dal provvedimento sul ‘processo breve’, al centro delle bagarre in Aula alla Camera in questi giorni. In tutto “oltre 100.000” processi, in base ai dati forniti dall’Associazione nazionale magistrati, che – spiega Bonelli accompagnato da alcuni sostenitori travestiti da ‘Banda bassotti’ – “andrebbero in fumo”, trovandoci di fronte ad “una vera e propria amnistia per le ecomafie, e per i disastri contro l’ambiente e la salute dei cittadini”. Lo stop forse più importante – avverte il leader del ‘Sole che ride’ – potrebbe essere per le inchieste sull’emergenza rifiuti: un filone riguarda lo sversamento di percolato in mare, l’altro è stato ribattezzato ‘rompiballe’ (chiamata così per la mancata lavorazione delle eco-balle con i rifiuti da bruciare). Blocco anche il processo relativo al crollo della casa dello studente a L’Aquila, in cui persero la vita 8 giovani, a causa del terremoto che colpì l’Abruzzo il 6 aprile di due anni fa (iscritti nel registro degli indagati ci sono 11 persone). Si metterebbero a tacere – continua il dossier dei Verdi – anche altri processi dalle “delicate procedure”: come quello legato al disastro di Viareggio del 29 giugno 2009 in cui morirono 32 persone e un intero quartiere fu distrutto per il deragliamento di un treno merci carico di combustibile; quello di Torino all’Eternit, in cui 270 persone si sono costituite parte civile e la parte lesa (lavoratori uccisi dall’amianto) conta 2.889 vittime; il processo all’Ilva di Taranto, un’azienda talmente “inquinante” da produrre “il 95% della diossina” italiana. E resterebbero fermi i processi per “inquinamento chimico della Valle del Sacco” e per “la discarica di rifiuti tossici più grande d’Italia” a Bussi, vicino Pescara. Stop anche al processo sulle “scuole tossiche” di Crotone (l’indagine ‘Black mountains’ che ha portato alla luce 350.000 tonnellate di materiale proibito). Infine, non ultimi, potrebbero bloccarsi “tutti i procedimenti per gli abusi edilizi” che permetterebbero soprattutto in Campania di tirare un sospiro di sollievo.

 Tommaso Tetro

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