I 100 passi dei Sindaci in ricordo di Peppino Impastato

Cento passi in ricordo di Peppino Impastato. Un percorso breve ma simbolico, che divide la casa di Impastato da quella del boss Badalamenti ( che ne ordinò l’omicidio), a Cinisi (Palermo), e che verrà ripercorso il 9 maggio prossimo dai sindaci e dagli esponenti di molte città, alcuni dei quali si trovano quotidianamente a dover […]

Cento passi in ricordo di Peppino Impastato. Un percorso breve ma simbolico, che divide la casa di Impastato da quella del boss Badalamenti ( che ne ordinò l’omicidio), a Cinisi (Palermo), e che verrà ripercorso il 9 maggio prossimo dai sindaci e dagli esponenti di molte città, alcuni dei quali si trovano quotidianamente a dover lottare contro la criminalità organizzata. Si chiama “I 100 passi dei Sindaci in ricordo di Peppino Impastato”, l’iniziativa promossa da Avviso pubblico, Casa della memoria Impastato e Cnca, presentata oggi a Roma. Oltre alla marcia del 9 maggio, che ricorre nel 34esimo anniversario della morte di Peppino Impastato, saranno tante le iniziative di sensibilizzazione sul territorio che si svolgeranno fino al 13 maggio.

“L’associazione dei comuni è dalla parte di chi combatte questa battaglia. C’è bisogno di nuove alleanze, di una nuova Resistenza, che unisca i cittadini, le associazioni e le forze politiche e sociali, per liberarci da questa invasione che toglie libertà e futuro ai giovani e inquina l’economia”, afferma il presidente dell’Anci Graziano Delrio, sottolineando che i sindaci che si oppongono sul proprio territorio alle mafie sono oggi “nuovi partigiani”. Delrio ha inoltre ricordato che in Calabria ci sono più di 80 amministratori locali minacciati e che la situazione è grave in Sardegna e Campania, ma anche nelle regioni del Nord dove c’è “un’infiltrazione intelligente”. “Chi pensa di fare affari con le mafie non deve avere nessuna copertura né giustificazione – aggiunge – Come Anci nel 2010 abbiamo dato vita a un protocollo per la legalità e negli ultimi tempi stiamo portando avanti un accordo con l’Autorità di vigilanza per i lavori pubblici, inoltre stiamo definendo un codice etico per la trasparenze nell’amministrazione pubblica e presto intitoleremo una nostra sala a Pio La Torre”.

Per Giovanni Impastato, fratello di Peppino, l’iniziativa vuole essere un riconoscimento ai sindaci che hanno risposto al “gesto criminale” di un primo cittadino leghista che 3 anni fa tolse l’intitolazione della biblioteca comunale di Ponteranica a Impastato. “Chi tenta di cancellare la memoria storica di un paese commette un crimine – afferma -. In risposta a quel gesto in molti hanno dedicato strade, scuole e piazze a mio fratello. Questo ci fa sperare che il nostro non è un paese spento, ma vuole amministrare in maniera positiva”. Impastato ha ricordato che nell’iniziativa di quest’anno verranno coinvolte le realtà locali, a cominciare dagli studenti delle scuole: un corteo di ragazzi, infatti, confluirà in quello dei sindaci.

Tra gli amministratori locali presenti al corteo ci saranno diversi sindaci minacciati come Carolina Girasole, primo cittadino di Isola Capo Rizzato. E il giorno prima della marcia simbolica, a Cinisi, Avviso pubblico presenterà il rapporto “ Amministratori sotto tiro”.“Abbiamo accettato la proposta di Giovanni Impastato perché pensiamo sia importante in un momento come questo, in cui la gente ha perso fiducia nelle istituzioni e gli amministratori lottano contro le mafie lavorare al rinnovamento del Paese” sottolinea Gabriele Santori, vicepresidente di Avviso Pubblico. Mentre Claudio La camera, della Fondazione con il sud ha ricordato che verranno portate avanti diverse iniziative con lo scopo di ripercorrere la storia del movimento antimafia.

Secondo Armando Zappolini, presidente del Cnca, bisogna denunciare che “la mafia toglie miliardi al patrimonio comune”. “I sindaci sono sotto tiro – aggiunge – dobbiamo togliere ricchezza alla criminalità organizzata. L’illegalità in ogni sua forma mina le fondamenta del tessuto sociale”. Giuseppe Parente, della segreteria di Libera, ha voluto ricordare la figura di Peppino Impastato che è “patrimonio collettivo” nei cui valori i ragazzi di oggi si riconoscono. “L’irrisione della mafia, il suo amore per il territorio, la ricerca della bellezza, sono uno stimolo per il nostro lavoro educativo”ha detto . (ec)

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