Il sito Cultura Italia 9 mln di euro e tante palle

Il portale cultura italia.it nasce nel 2005 come fiore all’occhiello del Mibac, il Ministero dei Beni culturali. L’obiettivo è fornire agli utenti del web un ambiente digitalizzato in cui fruire di tutta la cultura italiana – archeologia, architettura, fotografia, cinema, letteratura. “Cultura Italia – si legge sul sito – propone un accesso guidato al mondo […]

Il portale cultura italia.it nasce nel 2005 come fiore all’occhiello del Mibac, il Ministero dei Beni culturali. L’obiettivo è fornire agli utenti del web un ambiente digitalizzato in cui fruire di tutta la cultura italiana – archeologia, architettura, fotografia, cinema, letteratura. “Cultura Italia – si legge sul sito – propone un accesso guidato al mondo della cultura italiana. Grazie a soluzioni informatiche innovative, raccoglie ed organizza milioni di informazioni sulle risorse che compongono il ricco universo culturale del paese, mettendole a disposizione degli utenti della Rete”. Si tratta di un sistema aperto in cui le informazioni sulle risorse culturali sono fornite direttamente dagli attori del sistema culturale.
Nel febbraio dell’anno scorso il portale viene rinnovato nella sua veste grafica e vengono annunciati nuovi contenuti. Per il progetto il ministero spende in tutto 9 milioni di euro: una cifra enorme, ma che almeno avrebbe dovuto essere garanzia di un servizio efficiente. Eppure così non è. I primi a mettere in evidenza le falle dell’intero portale sono i giornalisti di Presa Diretta su Rai Tre: nella puntata del 26 febbraio dello scorso anno intervistano l’esperto di Internet Francesco Antinucci, del CNR, che mette in evidenza tutte le mancanze e le incongruenze del portale e che si chiede come sia possibile che “abbiano aperto il sito al pubblico”.
Da allora cose è cambiato? Le cose sono migliorate? Di certo il progetto è cresciuto ancora, visto che a dicembre scorso è stato lanciato anche MuseiD-Italia, una digital library delle più importanti collezioni museali nazionali, che si affianca al portale principale. Ma provando a navigare nel portale ci si accorge che siamo ancora molto lontani dal servizio che ci si aspetta di avere e i problemi sono ancora tutti lì. Cliccando sul menù a sinistra, ad esempio sulla voce Archeologia, l’utente si aspetterebbe di trovarsi un elenco dei più importanti siti archeologici italiani tra cui navigare. Invece no: ci sono solo una serie di articoli. Se invece scelgo di navigare per Regione, cliccando sulla cartina? Idem: solo un elenco di articoli (poco aggiornati) che informano su mostre ed eventi. Se poi a navigare è un utente straniero, la questione si complica: il sito è solo in italiano e in inglese. Da un portale costato 9 milioni di euro ci si aspettava di più.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *