Sanità: in pericolo il futuro dei giovani ostetrici-ginecologi

Il contenzioso medico-legale e i suoi risvolti assicurativi “rischiano di mettere in serio pericolo il futuro dei giovani ostetrici-ginecologi, e al contempo, la salvaguardia della salute della donna e del nascituro”. Lo dice il presidente della Fiog (Federazione italiana di Ostetricia e Ginecologia), Francesco Maneschi, a margine del congresso nazionale che si sta svolgendo a […]

Il contenzioso medico-legale e i suoi risvolti assicurativi “rischiano di mettere in serio pericolo il futuro dei giovani ostetrici-ginecologi, e al contempo, la salvaguardia della salute della donna e del nascituro”. Lo dice il presidente della Fiog (Federazione italiana di Ostetricia e Ginecologia), Francesco Maneschi, a margine del congresso nazionale che si sta svolgendo a Roma.
Il decreto Balduzzi, spiega, “aveva indicato il 12/08/13 quale data per l’assicurazione professionale obbligatoria per tutti i medici. Il termine e’ stato rinviato di un anno proprio per le difficolta’ di reperire sul mercato polizze affidabili e a prezzi sostenibili. Oggi una modica polizza RC professionale per un ostetrico-ginecologo oscilla tra i 12.000 e i 15.000 euro l’anno e offre garanzie limitate. Questo prezzo e’ inaccessibile per i giovani neospecialisti, ed e’ difficilmente sostenibile per gli attuali stipendi. Da non sottovalutare che l’esperienza ci insegna che l’obbligo di assicurazione del professionista, intervento virtuoso in linea di principio, corre il rischio di contribuire all’aumento del contenzioso perche’ rassicura oltremodo il soggetto che ritiene di aver subito un danno, rispetto alla certezza del risarcimento”.
Per questo, prosegue Maneschi, “vogliamo denunciare ancora una volta l’attuale situazione che conduce a praticare la medicina difensiva, induce i medici a ritirarsi dal servizio e fa vivere la professione con disagio e paura”. I nostri governi, aggiunge, “vogliano scaricare interamente sui medici il costo del contenzioso”, oltretutto “oggi le strutture sanitarie pubbliche e private non hanno l’obbligo di assicurarsi”.
Quindi, per “scongiurare il ricorso ad azioni di sciopero”, la richiesta al governo e’ quella di “procedere all’attuazione della riforma della responsabilita’ professionale medica approvando uno dei disegni di legge attualmente giacenti nelle commissioni delle camere (il piu’ vecchio giace da 13 anni) e alle regioni e alle strutture sanitarie di garantire le coperture assicurative del sistema: cosi’ facendo, si dovrebbe attivare anche un circuito virtuoso che porti a migliorare l’organizzazione del sistema per ridurre il margine d’errore. A noi il compito di lavorare riducendo i costi della medicina moderna, rispettando i percorsi diagnostico-terapeutici indicati dalla medicina basata sull’evidenza e contraendo un’alleanza con le donne, in quel momento pazienti”. Per il suo appello Maneschi si rivolge infine ai firmatari dell’ultima proposta di legge in materia di rischio clinico e prevenzione della medicina difensiva, tra i quali Pierpaolo Vargiu, presidente della XII commissione Affari sociali e Paola Binetti.

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