Crisi: Brunetta, la situazione economica e politica italiana si frantuma sotto i piedi

“Mentre Matteo Renzi è in Australia a partecipare al G20, la situazione economica e politica italiana gli si frantuma sotto i piedi. Da una parte le dimissioni anticipate del presidente della Repubblica, gli scricchiolii del patto del Nazareno e le tensioni interne alla maggioranza sul Jobs Act; dall’altra il fallimento complessivo della sua linea di […]

brunetta
“Mentre Matteo Renzi è in Australia a partecipare al G20, la situazione economica e politica italiana gli si frantuma sotto i piedi. Da una parte le dimissioni anticipate del presidente della Repubblica, gli scricchiolii del patto del Nazareno e le tensioni interne alla maggioranza sul Jobs Act; dall’altra il fallimento complessivo della sua linea di politica economica, ormai certificato da tutti. Da qui a pochi mesi il disastro dell`economia e dei conti pubblici italiani sarà acclarato”. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un editoriale pubblicato da “Il Giornale”.

“Il quadro previsionale che emerge dall`ultimo documento della Commissione europea desta non poche preoccupazioni: ‘Dopo la caduta del Pil pari all’1,9% nel 2013 – scrive la Commissione – la crescita dell’economia italiana è destinata a rimanere negativa nel 2014, ed una minore ed incerta ripresa è prevista solo in prospettiva’. Drammatica la situazione dell`occupazione: ‘Nessun segno di ripresa, e un tasso di disoccupazione che eccede il 12% nel 2014’. La Commissione sottolinea ancora una volta l`esigenza di riforme strutturali, e non vuole tener conto, nelle sue previsioni, degli effetti di quelle annunciate dal governo, in quanto tutte: 1) o ‘in attesa’ della piena adozione da parte del governo e/o dell`approvazione del Parlamento; 2) oppure ‘in attesa’ dei necessari decreti di attuazione. Ragione per la quale i risultati restano incerti”.

“Particolarmente  significativa è l`incertezza sui risultati della spending review. Già ad oggi, infatti, la relativa tabella di marcia è in ritardo, e poco o nulla è stato realizzato. Per non parlare del Jobs Act, che il presidente del Consiglio vuole in vigore dal primo gennaio 2015, ignorando che quella che è in corso di approvazione in Parlamento è una mera e generica delega, che richiede, quindi, i relativi decreti legislativi di attuazione, i quali richiedono, a loro volta, il parere necessario, sia pur non vincolante, delle Commissioni parlamentari competenti, per emettere i quali i lavori parlamentari richiedono fino a 30 giorni. Siamo già fuori tempo massimo. Questi conti li ha fatti anche l`Europa, che non crede più alle promesse del premier italiano. Per non parlare del ‘bonus 80 euro’, sul quale il giudizio della Commissione europea è molto più che critico: ‘Si è trattato di un primo passo verso l`abbattimento del cuneo fiscale – scrive la Commissione – mai progressi nell`importante area della revisione del sistema fiscale italiano sono ancora limitati’. Giudizio fin troppo diplomatico”, sottolinea Brunetta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *