Gas e luce: un mercato libero, ma a metà. Le richieste di Altroconsumo

Una liberalizzazione mancata, incompleta. Dal 2012 in poi i prezzi dei provider sul libero mercato dell’energia e del gas si sono più o meno allineati, soprattutto nell’elettrico. L’esempio – ottenuto col calcolatore di Altroconsumo per una famiglia con figli è lampante: rispetto al Servizio di maggior tutela, a causa dello stato attuale del mercato, cambiando […]

Una liberalizzazione mancata, incompleta. Dal 2012 in poi i prezzi dei provider sul libero mercato dell’energia e del gas si sono più o meno allineati, soprattutto nell’elettrico.
L’esempio – ottenuto col calcolatore di Altroconsumo per una famiglia con figli è lampante: rispetto al Servizio di maggior tutela, a causa dello stato attuale del mercato, cambiando operatore si risparmia non più di 33 euro all’anno; decisamente troppo poco. Gli utenti non vedendo una decisa convenienza preferiscono restare dove sono, nel mercato tutelato.
Non solo: i contratti degli operatori sono spesso opachi e fioccano le segnalazioni di pratiche commerciali scorrette.

Sono necessari cambiamenti. La bolletta 2.0 in partenza da gennaio 2016 è un passo concreto verso la liberalizzazione reale, ma non basta. Eliminare il Servizio di Tutela, dando vita a un mercato davvero libero, potrebbe offrire reali opportunità di risparmio e di migliore qualità nel servizio per i cittadini. Serve cambiare, ma solo se, nel frattempo, il sistema viene riformato per essere davvero concorrenziale.

Le proposte di Altroconsumo vanno in questo senso e saranno presentate nel pomeriggio, alle ore 15 in audizione sul Ddl Concorrenza presso le Commissioni Attività produttive e Finanze della Camera dei deputati:
• Eliminare gli scaglioni per gas e tasse e non solo per la luce.
• Più potere di controllo all’Autorità, in modo da evitare che poche aziende possano approfittarne alzando i prezzi e limitando la concorrenza.
• Consentire l’ingresso di più provider, in particolare venditori puri, non legati alla produzione di energia; il che favorirebbe l’abbassamento dei prezzi.
• Migliorare le regole per la produzione energetica (ad esempio da fonti rinnovabili), che ora scaricano sul mercato le loro inefficienze.
• Velocizzare le procedure di passaggio da un provider all’altro, ora poco fluide.

L’utente deve comunque attivarsi per avere il miglior servizio possibile: per sapere quale sia l’operatore che conviene di più ci sono i servizi online di Altroconsumo su www.altroconsumo.it/elettricita-gas e Abbassa la Bolletta, il gruppo d’acquisto per luce e gas, a breve in una nuova edizione quest’anno per ottenere tariffe più vantaggiose.

I nodi del settore che legano gli utenti al non cambiamento sono evidenti:
• Un mercato libero, ma a metà. In questo momento i fornitori del mercato libero stabiliscono autonomamente solo una parte della spesa, cioè il costo dell’energia vera e propria (in bolletta “servizi di vendita”). I “servizi di rete” (per il trasporto dell’energia e il funzionamento dei sistemi), invece, sono stabiliti anche per loro dall’Autorità. Questi provider hanno la libertà di non applicarli, ma quasi tutti alla fine lo fanno. Un prezzo unico, completamente fissato dalla società, sarebbe molto più chiaro.

• Concorrenza sbilanciata. Lo dicono i dati: i pochi che passano dal mercato tutelato a quello libero generalmente cambiano tariffa, ma non società, cioè, ad esempio, chi è cliente del Gruppo Enel nella Tutela (Enel Servizio Elettrico) generalmente passa a Enel Energia nel mercato libero. La distorsione è presto fatta: i gruppi molto grossi, che vendono entrambi i prodotti, come Enel, A2a o Acea, sfruttano la loro notorietà rispetto ai piccoli, che quindi fanno più fatica a sopravvivere. Una situazione che non va a nostro favore, perché il numero dei fornitori tenderà così a ridursi sempre di più e quelli che restano potranno, sempre di più, fare il prezzo che vogliono.

• Non si capisce quanto si paga. Via gli scaglioni
Una parte del prezzo finale nella bolletta, quella chiamata “servizi di rete”, è ora articolata in scaglioni: più salgono i consumi, più questa quota sale in modo più che proporzionale (per questo la tariffa è detta anche progressiva).
Si tratta di un provvedimento deciso negli anni ‘70 per penalizzare gli sprechi; provvedimento che, però, con il tempo si è dimostrato ingiusto, sfavorendo chi – per forza di cose e non per questioni di spreco – deve consumare di più, come le famiglie numerose. Senza contare, poi, che questa tariffa non permette di capire quanto costa un KWh di luce o un metro cubo di gas.
Proprio considerando queste distorsioni e in seguito a una normativa europea, il Parlamento ha approvato una legge per l’efficienza energetica, in cui si stabilisce l’abolizione degli scaglioni, anche se solo per l’elettricità. L’Autorità ha fatto partire le consultazioni, anche con le associazioni di consumatori, per arrivare a una nuova tariffa che non penalizzi nessuno: Altroconsumo ha chiesto che si preveda un trattamento di favore per le abitazioni in cui si è residenti e un aumento dei contributi (bonus sociale) per chi è in difficoltà economiche.

Una risposta a “Gas e luce: un mercato libero, ma a metà. Le richieste di Altroconsumo”

  1. Marco Bitta ha detto:

    Purtroppo concordo. Quando si è aperto il mercato passai a enel Energia, ma poco dopo mi resi conto di pagare più di prima. Alla fine ho cambiato con edison con cui mi trovo abbastanza bene. Almeno il mercato libero da più scelta.

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