Sanità: dall’Italia alla Romania per aiutare i pazienti del rogo di Bucarest

Un drammatico incidente. Un incedio che ha coinvolto oltre 400 ragazzi radunati la notte di Halloween per assistere a un concerto rock in un club sotterraneo di Bucarest. Dopo l’allarme e il pronto intervento, e’ chiara ai soccorritori la situazione di emergenza. Occorrono aiuti. Alla chiamata di solidarieta’ lanciata dalla Romania risponde “presente”, tra gli […]

Un drammatico incidente. Un incedio che ha coinvolto oltre 400 ragazzi radunati la notte di Halloween per assistere a un concerto rock in un club sotterraneo di Bucarest.
Dopo l’allarme e il pronto intervento, e’ chiara ai soccorritori la situazione di emergenza. Occorrono aiuti. Alla chiamata di solidarieta’ lanciata dalla Romania risponde “presente”, tra gli altri, la dottoressa Ilaria Mataro.
Il giovane chirurgo plastico napoletano parte alla volta di Bucarest l’1 novembre portando con se’ la propria professionalita’, l’esperienza maturata all’ospedale Cardarelli di Napoli. Li’ trova un farmaco ad hoc per intervenire su pazienti con grandi ustioni senza il ricorso alla chirurgia, il NexoBrid, donato per l’occasione dalla casa produttrice MediWound e fatto arrivare in Romania.
Benche’ la drammatica situazione sia stata gestita “in modo eccelso” dal personale medico e paramedico romeno, come riferisce la dottoressa Mataro, sarebbe stato complesso gestire in via operatoria i tanti pazienti a cui asportare il tessuto cutaneo reso necrotico dalle fiamme. Con l’impiego del NexoBrid, invece, l’intervento chirurgico puo’ essere evitato dacche’ il farmaco e’ applicabile direttamente dal personale sanitario sulla parte da trattare senza andare in sala operatoria.
Nell’ambito della sua esperienza a Bucarest, la dottoressa Mataro e’ stata in cinque ospedali e “in particolare nel primo siamo riusciti a trattare sette pazienti contemporaneamente”. Forte della conoscenza sull’applicazione del prodotto fatta all’ospedale Cardarelli con il professor Roberto d’Alessio, direttore di Chirurgia plastica del nosocomio partenopeo, il giovane chirurgo ha “dato una mano nell’applicazione del farmaco su un primo paziente” istruendo cosi’ anche i colleghi romeni che poi hanno trattato – nel giro di due ore – gli altri ricoverati ustionati ottenendo un risultato altrimenti impossibile per l’oggettiva indisponibilita’ delle sale operatorie.

“Mi inorgoglisce che tra i vari Centri ustioni italiani sia stata scelta una mia collaboratrice per andare a Bucarest, per fare questo tipo di approccio, per dare una mano ai colleghi romeni che vivevano una situazione di grande difficolta’”. Cosi’ dice il professor Roberto d’Alessio, direttore di Chirurgia plastica all’ospedale Cardarelli di Napoli, a proposito del soccorso prestato dalla dottoressa Ilaria Mataro ai grandi ustionati dell’incendio divampato in una discoteca di Bucarest nella notte di Halloween.
Nell’occasione, il giovane chirurgo plastico ha fatto affidamento sul NexoBrid – donato dalla MediWound – per curare i pazienti evitando il ricorso alla sala operatoria. Per il trattamento con questo farmaco dei ricoverati in Romania, l’esperienza maturata dalla dottoressa nel piu’ grande nosocomio del Meridione si e’ resa fondamentale.
“Al Cardarelli stiamo facendo un’esperienza importante (con il NexoBrid, ndr). Nell’arco di un certo numero di mesi siamo diventati quelli che forse piu’ lo stanno utilizzando- continua il professor d’Alessio- anche forti di numeri molto elevati”.
Nell’applicazione di questo farmaco, come sottolinea il medico, ci si riferisce a situazioni e patologie “molto gravi che sarebbe meglio che non si verificassero”. Laddove esiste la patologia, pero’, “ci deve essere la cura piu’ adeguata e meno traumatica per il paziente”. E il NexoBrid, un concentrato di enzimi proteolitici arricchito con bromelina estratto dal gambo della pianta di ananas, consente di passare piu’ rapidamente alla fase successiva di chiusura della ferita. Un valore che e’ stato comprovato nel caso dei pazienti trattati a Bucarest.
In un solo ospedale, la dottoressa Mataro e il personale romeno sono intervenuti contemporaneamente su sette ricoverati evitando il ricorso alla chirurgia, che sarebbe stata comunque difficile da effettuare per la mancata disponibilita’ di sale operatorie durante lo stato di emergenza che era in corso.

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