Imprese, puntare su risorse umane per avere successo

Il baratto fra imprese è una realtà di sviluppo consolidata anche in Italia ove sono in aumento le imprese che utilizzano l’EuroCredito, la prima moneta complementare italiana, per aumentare il proprio business a dispetto della carente liquidità di denaro circolante. Ma il moderno corporate barter nasce anche da “una nuova visione in grado di correlare […]

Il baratto fra imprese è una realtà di sviluppo consolidata anche in Italia ove sono in aumento le imprese che utilizzano l’EuroCredito, la prima moneta complementare italiana, per aumentare il proprio business a dispetto della carente liquidità di denaro circolante. Ma il moderno corporate barter nasce anche da “una nuova visione in grado di correlare etica e management”, dichiara Cristiano Bilucaglia, Presidente di una delle più conosciute associazioni di MutoCredito, la prima associazione no-profit di categoria che raccoglie le più importanti monete complementari italiane.

Per Bilucaglia, al fine di uscire da stagnazione, recessione industriale e non solo, crisi economica e dintorni “il punto è riuscire ad attuare a un esempio di imprenditoria che trae il proprio fondamento nell’innovazione equilibratamente coniugata con l’attenzione al valore sociale della produzione e all’etica d’impresa”, come ha dichiarato ai più importanti organi di informazione economica in questi giorni. “Le imprese nascono per fare profitto. Se questa, dunque, è la scintilla che innesca il meccanismo, bisogna poi considerare che, progressivamente, subentrano una serie di fattori che inducono a tenere in considerazione anche altri parametri”, specifica l’ingegner Bilucaglia.

“Ho fatto mia la consapevolezza che, attribuendo maggiore valore alle persone, tale atteggiamento avrebbe avuto effetti positivi sullo sviluppo dell’attività imprenditoriale. Certo chi viene a lavorare con noi, specie in alcuni settori, può trovarsi spaesato, in quanto non siamo vincolati agli orari, bensì al raggiungimento degli obiettivi. Può capitare che un lavoratore possa entrare ed uscire quando vuole. Ovviamente questo modello di organizzazione del lavoro senza schemi precostituiti viene meno quando c’è la necessità di un coordinamento tra più figure professionali. Io sono, comunque, convinto che, riducendo le rigidità del sistema, un lavoratore si possa esprimere al meglio delle sue possibilità, diventando, nei fatti, un collaboratore davvero valido per il titolare dell’impresa”. 

Un rischio da evitare? “La tentazione di concentrarsi unicamente sul profitto. Io non la sento – prosegue il Presidente dell’Associazione –  ma immagino che tanti arrivino a trovarla. Oggi il mondo gira in maniera diversa rispetto al passato. L’imprenditore deve fare le cose con gli altri in modo da cercare di costruire qualcosa di valido insieme. L’imprenditore ideale è come il capitano di squadra, piuttosto che il comandante di vascello che, dall’alto della sua autorità, decide che cosa devono fare gli altri. In questa prospettiva i lavoratori non solo soltanto meri prestatori d’opera ma risorse intorno alle quali sviluppare l’idea di impresa”, conclude Cristiano Bilucaglia, che può fregiarsi del titolo di “Imprenditore dell’anno” proprio per aver posto fortemente in concreto l’accento e l’attenzione sugli aspetti legati ai processi di umanizzazione del lavoro propriamente detti.

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